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Edilizia e appalti, Ance e Confindustria chiedono attenzione al nuovo Governo

Edilizia e appalti, Ance e Confindustria chiedono attenzione al nuovo Governo

Le proposte: rivedere il Codice Appalti, attuare un grande piano infrastrutturale, confermare i bonus fiscali ed eliminare i ritardi dei pagamenti

Vedi Aggiornamento del 07/11/2018
di Paola Mammarella
Edilizia e appalti, Ance e Confindustria chiedono attenzione al nuovo Governo25/05/2018 - Un Codice Appalti rinnovato per consentire un rapido sviluppo infrastrutturale e competenze legislative Stato-Regioni certe per sostenere la crescita senza rallentamenti. Sono alcuni punti chiave che il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha proposto al Governo che si sta formando durante l’assemblea organizzata a Roma.
 
Tra i partecipanti anche l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), che ha sottolineato l’importanza di confermare i bonus edilizi e rivedere le norme sui contratti pubblici.
 

Codice Appalti più semplice per un grande piano delle infrastrutture

Secondo Confindustria rivedere il Codice dei contratti pubblici, semplificandone l’impostazione e mettendo le amministrazioni nelle condizioni di poter attuare i nuovi principi che esso contiene, costituisce il presupposto per la realizzazione di un grande piano delle infrastrutture, che avrebbe ricadute positive sulla competitività delle nostre imprese e sul turismo.
 
Confindustria ritiene che il piano vada realizzato attraverso un’azione coordinata tra settore privato, istituzioni europee, Governo nazionale, Regioni ed Enti locali individuando le priorità d’intervento e lavorando, nel rispetto dei principi di sostenibilità, secondo tre linee guida: certezza di risorse pubbliche, semplificazione delle procedure decisionali e rapidità di esecuzione.
 
Con un piano infrastrutturale robusto l’Italia recupererebbe anche la centralità nel panorama politico europeo. “Una centralità - ha osservato Boccia - che però rischiamo di perdere irrimediabilmente rimettendo in discussione scelte strategiche per il nostro futuro, a partire dal Terzo Valico, dalla Tav e dal Tap”.
 
Sulla stessa lunghezza d’onda l’Ance, che mira a convincere il nuovo Governo “dell’importanza degli investimenti in infrastrutture, della necessità di semplificare il Codice Appalti".
 

Detrazioni fiscali, Ance: ‘errore ridimensionarle’

L’associazione dei costruttori edili ha posto l’attenzione “sull’errore che si farebbe a ridimensionare gli sconti fiscali per il recupero edilizio, la riqualificazione energetica degli edifici e gli interventi antisismici”.
 
Ance si riferisce al contratto di governo, che punta sulla green economy, l’economia circolare e lo stop al consumo di suolo, ma non dice molto sulla sorte delle detrazioni fiscali. Il contratto di governo ipotizza infatti la revisione del sistema delle detrazioni, che sarà sostituita dalla flat tax.

Nei giorni scorsi Ance ha chiesto di potenziare il sistema delle detrazioni fiscali per la ristrutturazione edilizia, la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza antisismica dato che la tenuta del mercato dell'edilizia è dovuta proprio alle riqualificazioni.
 

Infrastrutture strategiche, Boccia: 'vanno centralizzate'

In Italia, ha sottolineato Boccia, c’è il problema irrisolto del Titolo V della Costituzione. “Ci sono politiche che sono più efficienti ed efficaci se realizzate in modo decentrato e altre su cui bisogna avere il coraggio di dire che vanno nuovamente centralizzate: infrastrutture strategiche, energia, comunicazioni, commercio con l’estero, programmazione di una strategia nazionale sul turismo, norme generali sulla tutela della salute”.
 
Secondo Boccia, “la democrazia italiana è solida, ma la sua efficienza e legittimità sono ancora insufficienti rispetto alle esigenze di un Paese moderno. Le recenti elezioni confermano che bisogna riprendere in mano il cantiere delle riforme istituzionali per garantire la governabilità. La governabilità non è un valore in sé. Nelle democrazie del XXI secolo è però un elemento essenziale per non navigare a vista. Le dinamiche globali - guerre commerciali annunciate, le tensioni in Medio Oriente, la minaccia alla sicurezza, solo per citare le più pressanti - non autorizzano un grande Paese come l’Italia ad abdicare al suo ruolo. Non autorizzano la politica a chiudersi nelle tattiche di breve periodo. Serve, invece, lo sguardo lungo, e lo sappiamo noi imprenditori quando dobbiamo decidere se investire e assumere. Noi sappiamo di vivere in un grande Paese industriale, dalle enormi potenzialità”.
 

Ritardo nei pagamenti, Boccia: 'atto di inciviltà e abuso'

Durante l’incontro, il presidente di Confindustria ha affermato che per creare occupazione bisogna sostenere le imprese, ad esempio ampliando il perimetro di intervento del Fondo di Garanzia per le PMI, innalzando l’importo massimo garantito da 2,5 a 5 milioni di euro.
 
Boccia ha bollato come “atto di inciviltà e di abuso” i ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione. “Non bisogna mai più consentire che fallisca chi ha crediti certi verso la Pubblica Amministrazione, ancorché non pagati, né è accettabile che 4 miliardi di investimenti prenotati al Sud grazie al credito di imposta per gli investimenti, siano bloccati dai tempi di rilascio dei certificati antimafia”.
 
È inoltre essenziale, secondo Boccia, finanziare un piano di investimenti in ricerca, formazione e infrastrutture a livello sovranazionale, con l’emissione di Eurobond, e rovesciare il principio del patto di stabilità e crescita perché è la crescita che garantisce la stabilità e non il contrario.
 
Fondamentali anche le misure fiscali. Boccia ha proposto la riduzione del cuneo fiscale a totale vantaggio dei lavoratori, l’inclusione dei giovani attraverso una piena detassazione e decontribuzione per i primi anni di assunzione, la formazione dentro e fuori le imprese, anche attraverso un uso strategico dei fondi interprofessionali, contratti e relazioni industriali da concepire nell’interesse di tutti per migliorare la produttività.
 
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