10/05/2018 - Nonostante
l’equo compenso sia legge, continuano a verificarsi casi di bandi in cui il compenso del professionista sia sottostimato rispetto alla prestazione richiesta.
Inarsind (Associazione sindacale di Ingegneri e Architetti), infatti, ha segnalato il caso del Comune di Barge (in provincia di Cuneo) che ha pubblicato una
manifestazione di interesse per la verifica di
vulnerabilità sismica di sette edifici comunali per un importo di
23.000 euro (soggetto al massimo ribasso) richiedendo un’esperienza minima di 10 anni.
Bando di Barge: 3.700 euro ad edificio è un ‘equo compenso’?
Inarsind, benché si tratti di una manifestazione di interesse senza indizione di procedura di gara, ha evidenziato alcune anomalie; per prima cosa, a differenza di quanto chiaramente esplicitato nelle
linee guida ANAC n.1,
non è allegato il calcolo del corrispettivo che, secondo Inarsind, risulta essere decisamente
sottostimato.
Infatti, a fronte di ben
7 edifici da valutare, si propone un importo soggetto a ribasso di soli 23.644,39 euro, che, mediamente, corrisponderebbe a
circa 3.700 euro ad edificio; importo talmente esiguo da impedire a qualsiasi professionista o altro operatore economico di eseguire la prestazione in maniera dignitosa e professionale.
Inoltre, il sindacato di Ingegneri e architetti rileva che l'avviso non chiarisce in alcun modo
quali siano le reali prestazioni da effettuare, come per esempio un rilievo architettonico, eventuali prove su materiali, prestazioni geologiche per la caratterizzazione del terreno, nè se l'Amministrazione abbia già effettuato delle analisi dei materiali e quale documentazione tecnica sarà messa a disposizione dell'operatore economico vincitore.
Equo compenso nel caso Barge: basso corrispettivo ma alti requisiti
Inarsind ha espresso i suoi dubbi anche sui
requisiti di partecipazione, che appaiono particolarmente restrittivi: richiesta l’
iscrizione all'albo da almeno 10 anni giustificata con le parole "tenuto conto della peculiarità delle prestazioni". Tale peculiarità però non è proporzionata al compenso.
Inoltre, secondo il sindacato di Ingegneri e architetti, tale ‘requisito’ non solo non trova riscontro nelle norme di legge ma
arreca danno alla libera concorrenza in sfavore dei professionisti più giovani che si trovano in una non meglio motivata situazione di esclusione.
Per queste ragioni Inarsind ha chiesto di
revocare in autotutela l'avviso e di riformularlo determinando correttamente e con maggiore chiarezza l’importo delle prestazione ed i requisiti, anche al fine di evitare possibili contenziosi che potrebbero nascere a causa di una non corretta formulazione del bando di gara.