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Dai bonus fiscali dipende il 60% del lavoro dei progettisti

Dai bonus fiscali dipende il 60% del lavoro dei progettisti

Ecco i risultati del sondaggio di Edilportale condotto tra architetti, ingegneri, geometri ed imprese edili

Vedi Aggiornamento del 12/10/2018
Dai bonus fiscali dipende il 60% del lavoro dei progettisti
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 12/10/2018
11/09/2018 - Il 60% del lavoro dei progettisti proviene da interventi collegati alle detrazioni fiscali, nell’ordine da bonus ristrutturazioni, ecobonus e conto termico, soprattutto da privati e condomìni. Se dovessero scegliere di mantenere in vigore uno solo dei bonus fiscali, il 69% dei partecipanti ha indicato il bonus ristrutturazioni.
 
È quanto emerge dall’ultimo sondaggio di Edilportale, lanciato per capire quanto del lavoro dei progettisti deriva dai bonus fiscali, da quale tipo di committenza e per quali lavori.
 
Spesso, infatti, dalle detrazioni - ecobonus, bonus ristrutturazioni, sismabonus, conto termico e bonus verde - dipende la decisione dei committenti di intraprendere lavori di ristrutturazione, riqualificazione energetica, adeguamento sismico e impiantistico degli edifici e di rinnovare giardini e aree verdi.

Dei partecipanti al sondaggio, il 33% è composto da architetti, il 22% da ingegneri, il 22% da geometri, il 5% da imprese edili, e la restante parte da altri professionisti e artigiani.
 
Con riferimento al bonus ristrutturazioni, ai professionisti interpellati è stata richiesta una consulenza per, nell’ordine: la modifica della distribuzione interna di una abitazione, il rifacimento del bagno, la demolizione e ricostruzione dell’immobile.
 
Per quanto riguarda il sismabonus, la consulenza professionale ha riguardato, sempre nell’ordine: interventi di miglioramento sismico, diagnosi sismica, senza conseguente intervento, interventi di adeguamento sismico.
 
Per il nuovo bonus verde, i professionisti hanno risposto soprattutto a richieste di progettazione di giardini e aree verdi private e di consulenza per la scelta degli arredi da esterni; in pochi casi è stata richiesta la realizzazione di coperture a verde e la progettazione dell’impianto di irrigazione.
  
Per il conto termico (che incentiva diversi interventi ma ne riserva la maggior parte alle P.A.), si nota in primo luogo che la stragrande maggioranza della clientela è composta da privati. Tra questi, chi ha usufruito del bonus, ha ingaggiato un professionista per l’installazione di pompe di calore, di solare termico, di caldaie e stufe a biomasse.
 
Sull’ecobonus la situazione è molto chiara: la parte del leone la fanno la sostituzione di finestre e infissi, l’installazione del cappotto termico, gli interventi sulle coperture. Decisamente più in basso si posizionano i lavori di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con caldaie a condensazione in classe A e tutti gli altri interventi sugli impianti che, nella maggior parte dei casi, sono realizzabili senza la consulenza di un professionista.
 
Le detrazioni fiscali per i lavori sugli edifici e sugli impianti rappresentano, quindi, una fetta consistente del lavoro dei progettisti. Ma cosa accadrebbe se i bonus fossero ridimensionati, come ipotizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico?
 
Per l’ecobonus, infatti, è allo studio una rimodulazione basata su tetti di spesa in euro/mq per gli infissi e in euro/kW per gli impianti, che ne ridurrebbe pesantemente la convenienza. Abbiamo chiesto ai lettori quanto siano d’accordo con una serie di possibili conseguenze.
 
Le prospettive che hanno raccolto il maggior consenso (50%) sono quelle secondo cui i committenti non troverebbero conveniente l’ecobonus e farebbero i lavori in nero o, addirittura, sarebbero scoraggiati e non farebbero lavori. Forte disaccordo (il 77%) fa registrare, invece, l’affermazione secondo cui riducendo l’ecobonus si risparmierebbero risorse da destinare alla flat tax.
 
Se dovessero scegliere di mantenere in vigore uno solo dei bonus fiscali, i partecipanti non hanno avuto dubbi: il 69% ha indicato il bonus ristrutturazioni, il 22% l’ecobonus.
 
Infine, abbiamo chiesto se il compenso ricevuto per la prestazione professionale connessa alle detrazioni è stato equo: in una scala da 1 a 5 la media delle risposte è stata 3.
 
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