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Professionisti, in Emilia-Romagna contributi per l’innovazione digitale

Professionisti, in Emilia-Romagna contributi per l’innovazione digitale

L’agevolazione a fondo perduto sarà concessa nella misura del 40% dell’investimento ammissibile. Domande entro il 28 settembre

Vedi Aggiornamento del 12/09/2019
Professionisti, in Emilia-Romagna contributi per l’innovazione digitale
di Alessandra Marra
11/09/2018 - I professionisti dell’Emilia-Romagna possono contare sul sostegno della Regione per investire nell’innovazione digitale. 
 
Da oggi al 28 settembre (e fino al raggiungimento di 50 domande), infatti, sarà possibile partecipare al bando Por Fesr 2014-2020 per l’innovazione delle attività libero professionali che, grazie ad una delibera regionale, ha riaperto i termini per la presentazione della domanda. Tale presentazione dovrà avvenire per via telematica tramite applicativo web Sfinge 2020.
 

Innovazione digitale, gli obiettivi e i beneficiari del bando

Il bando, rivolto al mondo delle professioni, intende promuovere in modo diffuso l’innovazione per l’ampliamento e il potenziamento dei servizi offerti per la crescita delle attività libero professionali, a supporto dei processi produttivi e dell’economia regionale.
 
Potranno beneficiare dei contributi:
 - i liberi professionisti ordinistici, titolari di partita Iva, esercitanti attività riservate, iscritti a Ordini o Collegi professionali e alle rispettive Casse di previdenza, che operano in forma singola, associata o societaria;
- i liberi professionisti non ordinistici titolari di partita Iva, autonomi, operanti in forma singola, o associata di “studi formalmente costituiti“ (esclusa la forma di impresa) che siano iscritti alla gestione separata Inps e appartenenti ad Associazioni professionali riconosciute.
 

Innovazione professionisti: interventi ammessi e contributi

Sono ammessi a contributo gli interventi per l’innovazione tecnologica; la ristrutturazione, l’organizzazione e il riposizionamento strategico delle attività libero professionali; la diffusione della cultura dell’organizzazione e della gestione/valutazione economica dell’attività professionale.
 
Rientrano anche le spese per l’acquisizione di brevetti, licenze software, consulenze specializzate Ict e studi di fattibilità per aggregazioni professionali fino al 30% del totale, compresi i costi relativi ai manager di rete.  
 
Infine, tra le spese ammesse ci sono anche le spese accessorie di carattere edilizio strettamente connesse alla installazione e posa in opera dei beni strumentali, nel limite massimo di 5.000 euro.
 
L’agevolazione, a fondo perduto, é concessa nella misura del 40% dell’investimento ritenuto ammissibile. 
 
La percentuale di contributo è elevata al 45% qualora ricorra una delle seguenti ipotesi:
- nel caso in cui il beneficiario realizzi un incremento occupazionale;
- nel caso in cui il beneficiario caratterizzati dalla rilevanza della componente femminile/giovanile;
- nel caso in cui il beneficiario sia in possesso del rating di legalità;
- nel caso in cui la sede operativa o unità locale oggetto dell’intervento sia localizzata in area montana oppure nelle aree 107.3.C. definite dalla commissione europea.
 
I progetti dovranno avere una dimensione minima di investimento ammesso pari a 15.000 euro, mentre l’importo massimo del contributo concedibile per ciascun progetto non potrà eccedere la somma complessiva di 25.000 euro.
 
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