Sicilia, la Regione impone agli enti locali di rispettare l’equo compenso
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Sicilia, la Regione impone agli enti locali di rispettare l’equo compenso
Dalla Giunta stop a compensi non parametrati a qualità e quantità delle prestazioni professionali o addirittura simbolici
05/09/2018 - Le recenti iniziative legislative - alcune approvate a livello regionale, altre pronte ad approdare in Parlamento - hanno riacceso un faro sul diritto dei professionisti ad essere pagati per tempo e nella giusta misura.
Nei giorni scorsi, la Regione Calabria ha pubblicato una legge che prevede il rilascio dei titoli abilitativi solo a chi dimostri di aver pagato il progettista e la Federazione Architetti Ingegneri Liberi Professionisti (FNAILP) ha annunciato un disegno di legge per abolire il decreto Bersani che nel 2006 cancellò i minimi tariffari, e imporre il rispetto dell’equo compenso tra i professionisti e la committenza privata e pubblica.
In Sicilia la mobilitazione dei professionisti non si è fatta attendere: nei giorni scorsi, gli architetti agrigentini hanno chiesto ai deputati regionali di attivarsi per far approvare l’emendamento, fermo da un anno, che vincola il rilascio del certificato di agibilità di un immobile all’autocertificazione dell’avvenuto pagamento del progettista e del direttore dei lavori. L’emendamento è quindi nelle mani dell’Assemblea regionale.
Con la Delibera, la Giunta “intende superare un fenomeno che negli ultimi anni, anche per effetto dell’abolizione dei tariffari, ha caratterizzato la procedura di affidamento di servizi professionali e ha visto molte amministrazioni prevedere compensi non correttamente parametrati alla qualità e quantità delle prestazioni richieste o addirittura compensi simbolici”.
Ricordiamo il caso del Comune di Solarino (SR), che ha bandito una gara per la progettazione definitiva ed esecutiva dell’efficientamento energetico di due scuole, con un importo a base d’asta pari ad 1 euro.
L’Atto di indirizzo richiama il Decreto Fiscale (DL 148/2017 convertito con la Legge 172/2017), in particolare la norma secondo cui “la pubblica amministrazione, in attuazione dei principi di trasparenza, buon andamento ed efficacia delle proprie attività, garantisce il principio dell’equo compenso in relazione alle prestazioni rese dal professionista”.
La Delibera precisa che “nella impostazione degli atti delle procedure concorsuali di individuazione del contraente, i compensi sono utilizzati quale criterio o base di riferimento per determinare l’importo a base di gara”.
Relativamente alle professioni tecniche - tra cui architetto, pianificatore, paesaggista e conservatore, geometra e geometra laureato, geologo, ingegnere - si applicano le tabelle dei corrispettivi commisurati al livello qualitativo delle prestazioni di progettazione, di cui al Decreto parametri bis (DM 17 giugno 2016).
Infine, l’Atto di indirizzo ribadisce l’illegittimità della fissazione di criteri di valutazione delle offerte che possano “alterare l’equilibrio tra le prestazioni e il compenso, quali, ad esempio, la prestazione di servizi aggiuntivi a titolo gratuito” e definisce “vessatorie, le clausole del contratto di affidamento che consentono al committente di pretendere prestazioni aggiuntive a titolo gratuito”.
Nei giorni scorsi, la Regione Calabria ha pubblicato una legge che prevede il rilascio dei titoli abilitativi solo a chi dimostri di aver pagato il progettista e la Federazione Architetti Ingegneri Liberi Professionisti (FNAILP) ha annunciato un disegno di legge per abolire il decreto Bersani che nel 2006 cancellò i minimi tariffari, e imporre il rispetto dell’equo compenso tra i professionisti e la committenza privata e pubblica.
In Sicilia la mobilitazione dei professionisti non si è fatta attendere: nei giorni scorsi, gli architetti agrigentini hanno chiesto ai deputati regionali di attivarsi per far approvare l’emendamento, fermo da un anno, che vincola il rilascio del certificato di agibilità di un immobile all’autocertificazione dell’avvenuto pagamento del progettista e del direttore dei lavori. L’emendamento è quindi nelle mani dell’Assemblea regionale.
Sicilia, sarà obbligatorio rispettare l’equo compenso
Nel frattempo, la Giunta regionale siciliana ha pubblicato la Delibera 301 del 28 agosto 2018, un ‘Atto di indirizzo per gli Assessorati regionali e gli Enti sottoposti a vigilanza e/o controllo in materia di acquisizione dei servizi professionali ed equo compenso’.Con la Delibera, la Giunta “intende superare un fenomeno che negli ultimi anni, anche per effetto dell’abolizione dei tariffari, ha caratterizzato la procedura di affidamento di servizi professionali e ha visto molte amministrazioni prevedere compensi non correttamente parametrati alla qualità e quantità delle prestazioni richieste o addirittura compensi simbolici”.
Ricordiamo il caso del Comune di Solarino (SR), che ha bandito una gara per la progettazione definitiva ed esecutiva dell’efficientamento energetico di due scuole, con un importo a base d’asta pari ad 1 euro.
L’Atto di indirizzo richiama il Decreto Fiscale (DL 148/2017 convertito con la Legge 172/2017), in particolare la norma secondo cui “la pubblica amministrazione, in attuazione dei principi di trasparenza, buon andamento ed efficacia delle proprie attività, garantisce il principio dell’equo compenso in relazione alle prestazioni rese dal professionista”.
La Delibera precisa che “nella impostazione degli atti delle procedure concorsuali di individuazione del contraente, i compensi sono utilizzati quale criterio o base di riferimento per determinare l’importo a base di gara”.
Relativamente alle professioni tecniche - tra cui architetto, pianificatore, paesaggista e conservatore, geometra e geometra laureato, geologo, ingegnere - si applicano le tabelle dei corrispettivi commisurati al livello qualitativo delle prestazioni di progettazione, di cui al Decreto parametri bis (DM 17 giugno 2016).
Infine, l’Atto di indirizzo ribadisce l’illegittimità della fissazione di criteri di valutazione delle offerte che possano “alterare l’equilibrio tra le prestazioni e il compenso, quali, ad esempio, la prestazione di servizi aggiuntivi a titolo gratuito” e definisce “vessatorie, le clausole del contratto di affidamento che consentono al committente di pretendere prestazioni aggiuntive a titolo gratuito”.