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Codice Appalti, il Def delinea la riforma

Codice Appalti, il Def delinea la riforma

Appalti a chilometro zero e riserve a favore delle Pmi, task force sugli investimenti pubblici e piano infrastrutture con priorità alle piccole opere diffuse

Vedi Aggiornamento del 30/11/2018
Codice Appalti, il Def delinea la riforma
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 30/11/2018
08/10/2018 - La riforma del Codice Appalti trova posto nel Documento di economia e finanza (DEF) 2018 anticipando le intenzioni di semplificazione del Governo. Il documento prevede inoltre una task force sugli investimenti pubblici e un piano per le infrastrutture basato sulle piccole opere diffuse.

Vediamo alcuni contenuti del DEF.
 

Riforma del Codice Appalti

La riforma del Codice Appalti, spiega il Def, si è resa necessaria a causa delle incertezze interpretative emerse in fase di applicazione delle norme. La revisione punterà sulla semplificazione delle procedure e la trasparenza dell’amministrazione.
 
La semplificazione riguarderà anche la fase della programmazione relativa alle delibere del Cipe, “con un collegamento più stretto con il lavoro progettuale delle Stazioni Appaltanti.
 
La riforma faciliterà l’accesso delle Pmi al mercato degli appalti, cosa che secondo il Governo limiterà anche il fenomeno del subappalto.  I contratti sotto la soglia comunitaria, si legge nel documento, verranno assegnati con una riserva di quote per le Pmi, contemplando una riserva anticipata di quote appaltabili.
 
L’Esecutivo intende ridurre le possibilità di deroga al Codice Appalti e introdurre il principio della territorialità, cioè gli “appalti a chilometro zero”.
 
Le modifiche al Codice degli Appalti avranno inoltre l’obiettivo di rendere più efficienti i pagamenti della Pubblica Amministrazione e a facilitare l’estensione della compensazione tra crediti e debiti della Pubblica Amministrazione.
 

Infrastrutture e rilancio degli investimenti pubblici

La riforma del Codice Appalti è uno degli strumenti per il rilancio degli investimenti. Gli altri sono l’abolizione del patto di stabilità interno e l’attivazione di un Fondo da 150 miliardi di euro, di cui circa 118 miliardi possono essere considerati immediatamente attivabili, da utilizzare per il rilancio degli investimenti infrastrutturali entro l’orizzonte temporale di 15 anni. Sul modello di quanto accade negli altri Paesi, il Governo attiverà la task force sugli investimenti pubblici. Si tratta di un centro di competenza dedicato, che offrirà assistenza tecnica e assicurerà il rispetto di determinati standard di qualità.
 
La strategia per le infrastrutture darà priorità ad una rete di piccole opere diffuse per riparare, dove possibile, o sostituire, dove necessario, le opere esistenti con particolare attenzione a viabilità e sicurezza di ponti, gallerie e strade interne.

È inoltre previsto uno stanziamento da 1,5 miliardi per l’anno 2019, destinato alla messa in sicurezza e la manutenzione di infrastrutture quali viadotti, ponti, gallerie. Gli interventi riguarderanno opere realizzate nella stessa epoca o precedenti il ponte Morandi o che presentino specifiche necessità di manutenzione. Il piano sarà trattato alla stregua di un intervento emergenziale, utilizzando in particolare la procedura negoziata.

Le opere che il Governo intende finanziare sono indicate in dettaglio negli Allegti al DEF.
 

Strategie per le rinnovabili e Ecobonus

L’obiettivo del Governo, si legge nel Def, è arrivare al 2050 con un sistema energetico alimentato solo da fonti rinnovabili e sostenibili. In tale contesto, sarà varato il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, finalizzato a raggiungere gli obiettivi europei per il 2030. Tra i contenuti del piano, oltre alla mobilità sostenibile, allo sblocco del mercato nazionale delle fonti rinnovabili e alla lotta alla povertà energetica, sarà prevista la proroga della detrazione per interventi di riqualificazione energetica degli edifici. La Legge di Bilancio 2019 proseguirà infatti le politiche di promozione degli investimenti, dell’innovazione e del miglioramento dell’efficienza energetica delle abitazioni.
 

Mitigazione rischio sismico e Sismabonus

Proseguiranno, si legge nel Def, le azioni di mitigazione del rischio sismico attraverso interventi e misure di messa in sicurezza del patrimonio abitativo e di miglioramento del patrimonio energetico, promuovendo altresì una cultura della conoscenza e della prevenzione.
 
Come già accennato dal Governo nel Piano nazionale di riforma, si opererà attraverso misure specifiche, quali:
- il finanziamento per le verifiche di vulnerabilità ed i progetti di adeguamento delle scuole in zone a rischio sismico 1 e 2 Sono stati finora finanziati 875 interventi proposti dagli Enti locali, suddivisi fra verifiche di vulnerabilità e progettazioni di adeguamento sismico.
 
- 10 cantieri pilota per sensibilizzare i territori ad intervenire sulla messa in sicurezza di edifici pubblici esistenti. I progetti si svolgeranno in Comuni scelti su tutto il territorio nazionale, con l’effettuazione di interventi esemplari di messa in sicurezza antisismica su edifici di proprietà pubblica ad uso residenziale;
 
- messa a punto di “Casa Sicura - Portale sisma bonus” per agevolare la conoscenza e la fruizione della detrazione concessa ai proprietari di immobili, adibiti sia ad abitazione che ad attività produttive, per interventi di adeguamento antisismico. Il portale telematico permetterà di semplificare adempimenti e procedure per proprietari e professionisti, restituendo all’amministrazione informazioni e dati sul ricorso alle agevolazioni fiscali e sul miglioramento delle caratteristiche antisismiche degli edifici in esito agli interventi effettuati.
 
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