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Sport e Periferie: entro il 15 novembre un nuovo bando

Sport e Periferie: entro il 15 novembre un nuovo bando

Pubblicati i criteri per selezionare le strutture da riqualificare. Priorità agli interventi in avanzato stato di progettazione

Vedi Aggiornamento del 12/02/2020
 Foto: JEERAWAT SOMSOPIN ©123RF.com
Foto: JEERAWAT SOMSOPIN ©123RF.com
di Alessandra Marra
Vedi Aggiornamento del 12/02/2020
07/11/2018 - Si riapre la possibilità di rigenerare o completare gli impianti sportivi esistenti situati in aree svantaggiate e zone periferiche urbane grazie al piano “Sport e Periferie”.
 
E’ stato, infatti, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DPCM 31 ottobre 2018 in cui sono contenute le modalità e i criteri di gestione delle risorse (250 milioni di euro fino al 2020) del Fondo «Sport e Periferie».
 

Sport e periferie: in arrivo un nuovo bando

Il DPCM specifica che, al fine di selezionare le richieste di intervento da finanziare, entro il 15 novembre di ogni anno, l'Ufficio per lo Sport dovrà pubblicare un bando.
 
Le richieste dovranno essere finalizzate ai seguenti interventi:
ricognizione di impianti sportivi esistenti su tutto il territorio nazionale;
- realizzazione e rigenerazione di impianti sportivi finalizzati all'attività' agonistica, localizzati nelle aree svantaggiate del Paese e nelle periferie urbane;
diffusione di attrezzature sportive nelle aree svantaggiate con l'obiettivo di rimuovere gli squilibri economici e sociali esistenti;
completamento e adeguamento di impianti sportivi esistenti da destinare all'attività' agonistica nazionale e internazionale.
 

Sport e periferie: i criteri di scelta delle proposte

Il DPCM indica i criteri di cui tener conto nella selezione delle richieste:
 a) localizzazione dell'intervento: saranno privilegiati i lavori in aree con bassi livelli di scolarizzazione e interessate da recenti calamità naturali;
 b) stato di avanzamento della progettazione: il punteggio massimo sarà assegnato ai lavori con progetti esecutivi mentre il minimo a quelli in possesso solo di fattibilità tecnica-economica;
 c) incidenza del contributo richiesto sull'importo complessivo dell'intervento: saranno privilegiati quelli con la quota maggiore di cofinanziamento;
 d) polifunzionalità dell'impianto: un punteggio maggiore sarà assegnato alle strutture in cui è possibile svolgere simultaneamente più attività sportive;
 e) natura giuridica dell'ente titolare del diritto di proprietà dell'impianto: priorità sarà data agli impianti di proprietà pubblica.
 
Al fine di garantire un'equa distribuzione delle risorse sull'intero territorio nazionale le richieste di finanziamento aventi a oggetto impianti localizzati in una medesima regione non potranno gravare sul fondo per importi cumulativamente superiori al 10 per cento della sua capienza.
 
L'erogazione del contributo avverrà in modo frazionato e in proporzione agli stati di avanzamento dei lavori, certificati dal direttore dei lavori.
 

Sport e Periferie: la storia del Piano

Ricordiamo che il Piano sport e Periferie è nato con il DL 185/2015 con l'obiettivo di rimuovere gli squilibri economico sociali e incrementare la sicurezza urbana attraverso gli investimenti sulle infrastrutture sportive. Il Fondo, inizialmente incardinato presso il Coni, è stato già finanziato con due tranche di importo pari a 100 milioni di euro ciascuna.
 
Con la prima tranche sono stati finanziati otto interventi urgenti, coi quali si è mirato a risolvere alcune delle situazioni di maggiore difficoltà nelle periferie di Milano, Roma, Napoli e Palermo, e 183 interventi distribuiti sull'intero territorio nazionale in modo omogeneo e con l'interessamento di ventisette discipline sportive.
 
Con la Legge di Bilancio 2018 il Fondo è divenuto strutturale e gli è stata assegnata una dotazione iniziale di 10 milioni di euro all'anno a decorrere dall'anno 2018.
 
Con la Delibera 16/2018 il Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) ha approvato l’assegnazione di nuove risorse al “Piano operativo Sport e Periferie”; si tratta di 250 milioni di euro in tre anni (dal 2018 al 2020): 50 milioni di euro per il primo anno e 100 milioni di euro per ciascuno dei due anni successivi. I 250 milioni di euro si sommano ai 10 milioni annui previsti dalla Legge di Bilancio 2018.
 
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