
Sismabonus, gli ingegneri sismici: ‘potenziare le agevolazioni fiscali’
NORMATIVA
Sismabonus, gli ingegneri sismici: ‘potenziare le agevolazioni fiscali’
ISI propone tetti di spesa in base ai metri quadri e bonus per diagnosi sismiche anche senza lavori. Su quest’ultimo punto c’è un emendamento del M5S
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del 23/04/2019

16/11/2018 - Potenziare il Sismabonus e agire sulle criticità che finora hanno impedito il decollo delle detrazioni per l’adeguamento antisismico degli immobili. È la proposta lanciata al Governo dall’Associazione ISI - Ingegneria Sismica Italiana.
Secondo ISI è innanzitutto necessario mettere a punto un report dettagliato sugli interventi realizzati grazie alle detrazioni fiscali, in modo da comprendere le potenzialità dello strumento e l’importanza del suo potenziamento. In secondo luogo ritoccare le agevolazioni, ad esempio quelle sugli immobili produttivi, per i quali al momento potrebbe risultare non conveniente l’adeguamento antisismico, e rendere detraibili le diagnosi sismiche non seguite da interventi di adeguamento o miglioramento antisismico.
- dare la possibilità ai soggetti incapienti, cioè ai contribuenti che rientrano nella “no tax area” e sono quindi esclusi dall’imposizione Irpef, di cedere il credito di imposta corrispondente all’Ecobonus alle banche e agli intermediari finanziari;
- Ampliare la platea degli immobili su cui è consentita la fruizione del sismabonus nei casi di “demolizione e ricostruzione senza aumento di volumetrie” a quelli ubicati nelle zone 2 (che si configurano comunque come zona ad alta pericolosità) ed in zona 3 (in cui possono verificarsi forti terremoti ma rari);
- estendere i benefici fiscali alle spese sostenute per le diagnosi sismiche, indipendentemente dal fatto che siano seguite da lavori di messa in sicurezza.
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L’emendamento propone la stabilizzazione del Sismabonus fino al 2024 e la detraibilità delle spese per la classificazione e la verifica sismica, anche se non seguite da opere di adeguamento o miglioramento antisismico, effettuate nelle zone ad alta pericolosità sismica 1 e 2.
Se la proposta dovesse essere accolta, le diagnosi sarebbero incentivate con una detrazione fiscale pari al 70%, entro un limite massimo di spesa a carico del bilancio dello Stato pari a 100 milioni di euro annui. La spesa massima ammissibile sarebbe pari a 1200 euro ad alloggio per gli immobili unifamiliari, a 850 euro ad alloggio per gli immobili fino a un massimo di 10 appartamenti, a 700 euro ad alloggio per edifici con più di 10 appartamenti, con un tetto massimo di 18mila euro da ripartirsi in cinque quote annuali. Nel caso in cui alla diagnosi seguissero dei lavori di adeguamento o miglioramento sismico, le spese per la classificazione rientrerebbero nel massimale dei 96mila euro ad alloggio previsti dalla normativa.
Le risorse per finanziare questa misura sarebbero recuperate riducendo il rifinanziamento del Fondo per le esigenze indifferibili, istituito con la Legge di Stabilità per il 2015 (art.1 comma 200).
- rimodulare l’importo della detrazione per gli interventi di messa in sicurezza sismica nel settore non residenziale, fissando un tetto massimo parametrato alla superficie dell’immobile;
- intervenire con un correttivo tecnico sul DM 68/2017, allineando la normativa sulle garanzie finanziarie da parte dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche a quella in materia di sicurezza di macchinari, impianti e scaffalature industriali/commerciali;
- estendere la possibilità di cessione del credito di imposta anche agli interventi eseguiti sulle unità destinate ad uso produttivo.
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Ricordiamo che il Sismabonus prevede una detrazione fiscale pari al 50% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2021 per gli interventi di adeguamento antisismico degli edifici situati in zona sismica 1, 2 e 3. Nelle singole unità immobiliari il bonus può arrivare al 70% se l’intervento determina il passaggio ad una classe di rischio inferiore e all’80% se l’intervento determina il passaggio a due classi di rischio inferiori. In condominio l’incentivo può raggiungere il 75% se l’intervento determina il passaggio ad una classe di rischio inferiore e l’85% se l’intervento determina il passaggio a due classi di rischio inferiori. La valutazione del miglioramento avviene ai sensi delle Linee guida per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni (DM 58/2017 poi aggiornato dal DM 65/2017).
Il tetto di spesa su cui calcolare la detrazione è pari a 96mila euro nelle singole unità immobiliari (in condominio 96mila euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio). Si tratta di un limite che può risultare non conveniente per edifici di grandi dimensioni, come i grandi capannoni industriali, o che richiedono interventi particolarmente invasivi.
In condominio, i condòmini possono optare per la cessione del credito corrispondente alla spettante quota di detrazione ai fornitori che hanno effettuato gli interventi o ad altri soggetti privati, tranne che alle banche o ad altri intermediari finanziari. Gli operatori ritengono che per diffondere maggiormente il ricorso al Sismabonus si potrebbe estendere la cessione alle banche.
Le diagnosi sismiche sono agevolate solo se seguite da interventi di adeguamento antisismico. Il Governo ha annunciato l’intenzione di renderle detraibili a prescindere dalla successiva realizzazione di lavori di adeguamento o miglioramento antisismico e ha accolto un ordine del giorno ad-hoc.
Per risolvere l’impasse, ISI propone di:
- garantire al dispositivo fiscale un periodo sufficientemente lungo per il suo rodaggio e per la sua sedimentazione nella sensibilità dei cittadini, dando certezza della conferma e stabilizzazione della detrazione;
- coinvolgere i cittadini in un processo di conoscenza e condivisione degli strumenti attualmente in vigore, anche attraverso la predisposizione di apposita documentazione divulgativa da inviare ai proprietari degli immobili, sottolineandone le ricadute in termini economici e sociali;
- sostenere e dare eco alle campagne di informazione organizzate dai principali attori della filiera (associazioni, ordini e collegi professionali, casse di previdenza dei professionisti etc.);
- studiare anche per l’Italia, come già è stato fatto in altri Paesi, una strategia per lo sviluppo di una cultura della copertura del rischio con strumenti assicurativi. Secondo ISI non bisogna tanto rendere obbligatoria la copertura assicurativa dell’immobile, ma favorire la graduale diffusione e penetrazione nel mercato di polizze assicurative che associno alla sicurezza dell’immobile un tangibile e monetizzabile ritorno economico in termini di valore dell’immobile e di certezza del danno rimborsato in caso di evento calamitoso.
Secondo ISI è innanzitutto necessario mettere a punto un report dettagliato sugli interventi realizzati grazie alle detrazioni fiscali, in modo da comprendere le potenzialità dello strumento e l’importanza del suo potenziamento. In secondo luogo ritoccare le agevolazioni, ad esempio quelle sugli immobili produttivi, per i quali al momento potrebbe risultare non conveniente l’adeguamento antisismico, e rendere detraibili le diagnosi sismiche non seguite da interventi di adeguamento o miglioramento antisismico.
Sismabonus, le proposte ISI per il residenziale
Isi propone una serie di suggerimenti per la diffusione del Sismabonus nel settore residenziale:- dare la possibilità ai soggetti incapienti, cioè ai contribuenti che rientrano nella “no tax area” e sono quindi esclusi dall’imposizione Irpef, di cedere il credito di imposta corrispondente all’Ecobonus alle banche e agli intermediari finanziari;
- Ampliare la platea degli immobili su cui è consentita la fruizione del sismabonus nei casi di “demolizione e ricostruzione senza aumento di volumetrie” a quelli ubicati nelle zone 2 (che si configurano comunque come zona ad alta pericolosità) ed in zona 3 (in cui possono verificarsi forti terremoti ma rari);
- estendere i benefici fiscali alle spese sostenute per le diagnosi sismiche, indipendentemente dal fatto che siano seguite da lavori di messa in sicurezza.
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Sismabonus, l’emendamento alla Legge di Bilancio 2019
Su questi temi il Movimento 5 Stelle ha presentato un emendamento al disegno di Legge di Bilancio per il 2019 in Commissione Bilancio.L’emendamento propone la stabilizzazione del Sismabonus fino al 2024 e la detraibilità delle spese per la classificazione e la verifica sismica, anche se non seguite da opere di adeguamento o miglioramento antisismico, effettuate nelle zone ad alta pericolosità sismica 1 e 2.
Se la proposta dovesse essere accolta, le diagnosi sarebbero incentivate con una detrazione fiscale pari al 70%, entro un limite massimo di spesa a carico del bilancio dello Stato pari a 100 milioni di euro annui. La spesa massima ammissibile sarebbe pari a 1200 euro ad alloggio per gli immobili unifamiliari, a 850 euro ad alloggio per gli immobili fino a un massimo di 10 appartamenti, a 700 euro ad alloggio per edifici con più di 10 appartamenti, con un tetto massimo di 18mila euro da ripartirsi in cinque quote annuali. Nel caso in cui alla diagnosi seguissero dei lavori di adeguamento o miglioramento sismico, le spese per la classificazione rientrerebbero nel massimale dei 96mila euro ad alloggio previsti dalla normativa.
Le risorse per finanziare questa misura sarebbero recuperate riducendo il rifinanziamento del Fondo per le esigenze indifferibili, istituito con la Legge di Stabilità per il 2015 (art.1 comma 200).
Sismabonus, le proposte ISI per gli immobili produttivi
Secondo ISI, per stimolare l’adeguamento antisismico degli immobili produttivi, bisognerebbe:- rimodulare l’importo della detrazione per gli interventi di messa in sicurezza sismica nel settore non residenziale, fissando un tetto massimo parametrato alla superficie dell’immobile;
- intervenire con un correttivo tecnico sul DM 68/2017, allineando la normativa sulle garanzie finanziarie da parte dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche a quella in materia di sicurezza di macchinari, impianti e scaffalature industriali/commerciali;
- estendere la possibilità di cessione del credito di imposta anche agli interventi eseguiti sulle unità destinate ad uso produttivo.
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Sismabonus, funzionamento e criticità
Ricordiamo che il Sismabonus prevede una detrazione fiscale pari al 50% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2021 per gli interventi di adeguamento antisismico degli edifici situati in zona sismica 1, 2 e 3. Nelle singole unità immobiliari il bonus può arrivare al 70% se l’intervento determina il passaggio ad una classe di rischio inferiore e all’80% se l’intervento determina il passaggio a due classi di rischio inferiori. In condominio l’incentivo può raggiungere il 75% se l’intervento determina il passaggio ad una classe di rischio inferiore e l’85% se l’intervento determina il passaggio a due classi di rischio inferiori. La valutazione del miglioramento avviene ai sensi delle Linee guida per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni (DM 58/2017 poi aggiornato dal DM 65/2017).Il tetto di spesa su cui calcolare la detrazione è pari a 96mila euro nelle singole unità immobiliari (in condominio 96mila euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio). Si tratta di un limite che può risultare non conveniente per edifici di grandi dimensioni, come i grandi capannoni industriali, o che richiedono interventi particolarmente invasivi.
In condominio, i condòmini possono optare per la cessione del credito corrispondente alla spettante quota di detrazione ai fornitori che hanno effettuato gli interventi o ad altri soggetti privati, tranne che alle banche o ad altri intermediari finanziari. Gli operatori ritengono che per diffondere maggiormente il ricorso al Sismabonus si potrebbe estendere la cessione alle banche.
Le diagnosi sismiche sono agevolate solo se seguite da interventi di adeguamento antisismico. Il Governo ha annunciato l’intenzione di renderle detraibili a prescindere dalla successiva realizzazione di lavori di adeguamento o miglioramento antisismico e ha accolto un ordine del giorno ad-hoc.
Sismabonus, ISI per una strategia di lungo termine
Finora il Sismabonus non ha goduto di un ampio successo. Lo scorso anno il Consiglio nazionale degli ingegneri ha rilevato che dipende dalla scarsa consapevolezza, anche da parte dei tecnici, e da interventi invasivi e, di conseguenza, costosi.Per risolvere l’impasse, ISI propone di:
- garantire al dispositivo fiscale un periodo sufficientemente lungo per il suo rodaggio e per la sua sedimentazione nella sensibilità dei cittadini, dando certezza della conferma e stabilizzazione della detrazione;
- coinvolgere i cittadini in un processo di conoscenza e condivisione degli strumenti attualmente in vigore, anche attraverso la predisposizione di apposita documentazione divulgativa da inviare ai proprietari degli immobili, sottolineandone le ricadute in termini economici e sociali;
- sostenere e dare eco alle campagne di informazione organizzate dai principali attori della filiera (associazioni, ordini e collegi professionali, casse di previdenza dei professionisti etc.);
- studiare anche per l’Italia, come già è stato fatto in altri Paesi, una strategia per lo sviluppo di una cultura della copertura del rischio con strumenti assicurativi. Secondo ISI non bisogna tanto rendere obbligatoria la copertura assicurativa dell’immobile, ma favorire la graduale diffusione e penetrazione nel mercato di polizze assicurative che associno alla sicurezza dell’immobile un tangibile e monetizzabile ritorno economico in termini di valore dell’immobile e di certezza del danno rimborsato in caso di evento calamitoso.