13/11/2018 - Più dell'80% dei progettisti non considera equo il proprio compenso professionale ma dichiara che avrebbe meritato almeno il 50% in più. La maggior parte dei progettisti, infatti, non supera i 30 mila euro.
È quanto emerge dall’ultimo sondaggio di Edilportale, lanciato per capire
quanto i progettisti considerano giusto il proprio guadagno, anche alla luce delle recenti novità normative che mirano ad assicurarlo.
Al sondaggio hanno risposto prevalentemente architetti (43%), ingegneri (31%) e geometri (19%), ma hanno partecipato anche altre categorie di professionisti, come geologi e periti industriali. Quasi la totalità dei professionisti che hanno partecipato al sondaggio
(93%) lavora con committenti privati mentre solo il 7% lavora con la pubblica amministrazione.
Il 55% dei partecipanti al sondaggio complessivamente
non considera per niente equo il proprio compenso, soprattutto se commisurato alle responsabilità che ne derivano. Il 28% lo considera poco equo ma preferisce 'essere pagato meno che non essere pagato affatto' mentre il 15% lo considera 'abbastanza equo se commisurato alla situazione generale in cui versa la categoria'. Solo il 2% si dichiara soddisfatto dei compensi, calcolati secondo i parametri ministeriali.
Il 54% dichiara che
avrebbe meritato almeno il 50% in più del fatturato dichiarato, il 28% avrebbe voluto il doppio e il 12% il triplo. Solo il 6% dichiara di essere soddisfatto del fatturato che corrisponde a quanto meritato.
Compensi dei professionisti: la flat tax non ha appeal
Il
38% dei partecipanti al sondaggio ha dichiarato nell’ultimo anno un fatturato
fino a 15 mila euro, il 34% un fatturato tra i 15 mila e i 30 mila euro, il 21% un fatturato tra i 30 mila e i 65 mila euro e solo il 7% un fatturato oltre i 65 mila euro.
Solo un progettista su 5 potrà quindi
scegliere se aderire al nuovo regime forfettario del 15% anche per chi fattura tra 30.001 e 65.000 euro (
previsto dalla bozza della Legge di Bilancio 2019). La maggior parte dei professionisti partecipanti al sondaggio (72%), infatti, fattura meno di 30 mila euro e non ne sarebbe coinvolta. Dei professionisti potenzialmente interessati, però, il 58% non sa se lo sceglierà perché sta valutando la reale convenienza.
E' stata, invece, accolta con favore la prospettiva di introdurre una norma nazionale che leghi il rilascio dei titoli abilitativi alla dimostrazione del pagamento del progettista, sulla scia di
quanto ha fatto per prima la Regione Calabria. Secondo il 93% dei partecipanti sarebbe la soluzione al problema dei professionisti se fosse valida sia per i committenti pubblici che privati. Solo il 7% ritiene che possa essere una misura depressiva per il mercato.
Compensi professionali: consigli e prestazioni gratis
Il 79% dei partecipanti ha affermato che non è stato mai
pagato per aver fornito ‘consigli professionali’; solo una piccola percentuale (17%) ha dichiarato di essere stata pagata in qualche occasione.
Altro tasto dolente per i professionisti tecnici sono le
prestazioni a titolo gratuito: il 61% ha affermato di averle eseguite qualche volta, il 20% di eseguirle spesso e il 19% di non averle mai fatte.
Tre
le motivazioni più ricorrenti che spingono i professionisti ad
eseguire prestazioni gratis: legami di parentela o amicizia, fidelizzazione del cliente nella speranza di lavori futuri e situazioni non dipendenti dalla volontà del professionista (i clienti non pagavano piccole somme e al professionista non conveniva perseguirli). Molti, però, anche i professionisti di ‘cuore nobile’ che hanno consapevolmente scelto di ‘regalare’ la prestazione professionale a onlus, enti religiosi o persone in difficoltà economiche.