NORMATIVA
La sanatoria respinta ha una nuova chance con il Salva Casa
Redditi professionisti: dai 37 mila euro degli ingegneri ai 25 mila degli architetti
PROFESSIONE
Redditi professionisti: dai 37 mila euro degli ingegneri ai 25 mila degli architetti
Rapporto Confprofessioni 2018: le professioni tecniche sono orgogliose dell’appartenenza alla categoria ma insoddisfatte per i compensi
08/11/2018 - Il reddito medio nelle professioni ordinistiche si attesta sui 52mila euro annui ma le professioni tecniche (architetti, ingegneri, periti e geometri) continuano ad essere in ‘affanno’ con redditi che vanno dai 25 mila euro annui di architetti e geometri ai 37 mila euro di ingegneri e periti.
Questi alcuni dati sui professionisti italiani contenuti nel Rapporto 2018 sulle libere professioni, curato dall'Osservatorio sulle libere professioni, coordinato dal professor Paolo Feltrin, e presentato il 6 novembre scorso a Roma in apertura del Congresso nazionale di Confprofessioni.
Nelle retrovie della classifica ci sono le professioni tecniche direttamente coinvolte nella crisi dell’edilizia e nel blocco degli appalti pubblici: nel 2016 i geometri hanno registrato un reddito annuo di 25,1 mila euro annui, gli architetti di 25,3 mila euro annui, i geologi 26,3 mila euro annui, gli ingegneri 37,1 mila euro annui e i periti industriali di 38,6 mila euro annui.
Nella fascia alta della classifica, invece, si collocano notai (285,4 mila euro annui), farmacisti (121 mila euro annui) e studi medici (66 mila euro).
Anche i dati di lungo periodo indicano una situazione in chiaroscuro: tra il 2006 e il 2016 sono calati drasticamente i redditi medi di architetti (-16%), ingegneri (-12%) e geometri (-5%) e i geologi (-3%) penalizzati dalla crisi dell’edilizia.
Per quanto riguarda le professioni non ordinistiche legate al mondo dell’edilizia e del design si registra un aumento dei redditi tra gli studi di design (+19%), i servizi di gestione di beni immobili (+28%), i servizi di organizzazione di fiere e convegni (+25%).
Non sempre, però, l’orgoglio per la propria professione cammina di pari passo con i guadagni e questo crea insoddisfazione per l’andamento economico della propria attività. Ad esempio, il grado di insoddisfazione per i compensi supera il 46% per gli architetti, il 38% per i geometri e il 33% per gli ingegneri.
Tra gli altri rischi percepiti c’è quello legato alla concorrenza (preoccupa oltre il 31% di ingegneri, geometri e architetti), quando si tratta di concorrenza al ribasso che lede la qualità della prestazione, e la discontinuità del lavoro.
Il Rapporto 2018 evidenzia come la componente femminile sta rapidamente conquistando terreno: negli ultimi otto anni sono le donne a trainare la crescita delle libere professioni, con una variazione positiva che si attesta a 176 mila unità, mentre i maschi si fermano a quota 80 mila. Ma le donne ‘non sfondano’ nei settori tecnici: saldamente in mano agli uomini rimangono la professione di geologo, geometra e ingegnere.
Questi alcuni dati sui professionisti italiani contenuti nel Rapporto 2018 sulle libere professioni, curato dall'Osservatorio sulle libere professioni, coordinato dal professor Paolo Feltrin, e presentato il 6 novembre scorso a Roma in apertura del Congresso nazionale di Confprofessioni.
Redditi dei professionisti: una forbice ampia
Il Rapporto evidenzia un profondo divario tra le diverse professioni: nel 2016 il reddito medio dei professionisti si aggirava intorno ai 52 mila euro ma oscillando tra un minimo di 22 mila euro annui (studi di psicologia) ad un massimo di 285 mila (attività notarili).Nelle retrovie della classifica ci sono le professioni tecniche direttamente coinvolte nella crisi dell’edilizia e nel blocco degli appalti pubblici: nel 2016 i geometri hanno registrato un reddito annuo di 25,1 mila euro annui, gli architetti di 25,3 mila euro annui, i geologi 26,3 mila euro annui, gli ingegneri 37,1 mila euro annui e i periti industriali di 38,6 mila euro annui.
Nella fascia alta della classifica, invece, si collocano notai (285,4 mila euro annui), farmacisti (121 mila euro annui) e studi medici (66 mila euro).
Anche i dati di lungo periodo indicano una situazione in chiaroscuro: tra il 2006 e il 2016 sono calati drasticamente i redditi medi di architetti (-16%), ingegneri (-12%) e geometri (-5%) e i geologi (-3%) penalizzati dalla crisi dell’edilizia.
Per quanto riguarda le professioni non ordinistiche legate al mondo dell’edilizia e del design si registra un aumento dei redditi tra gli studi di design (+19%), i servizi di gestione di beni immobili (+28%), i servizi di organizzazione di fiere e convegni (+25%).
Ingegneri e architetti: soddisfatti del loro lavoro ma non del reddito
Ai professionisti tecnici piace il proprio lavoro; anzi, oltre l’80% degli ingegneri, architetti e geometri si dice «orgoglioso» di appartenere alla propria categoria professionale.Non sempre, però, l’orgoglio per la propria professione cammina di pari passo con i guadagni e questo crea insoddisfazione per l’andamento economico della propria attività. Ad esempio, il grado di insoddisfazione per i compensi supera il 46% per gli architetti, il 38% per i geometri e il 33% per gli ingegneri.
Professionisti: i rischi percepiti
La minaccia principale a cui i liberi professionisti si sentono esposti è l’elevata tassazione (oltre il 40% di ingegneri e geometri). Un’altra criticità è rappresentata dai frequenti cambiamenti normativi (oltre il 30% di ingegneri, architetti e geometri) che causano forte insicurezza e un costoso onere in più sia per il professionista.Tra gli altri rischi percepiti c’è quello legato alla concorrenza (preoccupa oltre il 31% di ingegneri, geometri e architetti), quando si tratta di concorrenza al ribasso che lede la qualità della prestazione, e la discontinuità del lavoro.
Professionisti: i settori più ‘popolosi’ e con più donne
I professionisti dell’area medica, legale e amministrativa costituiscono quasi 1/3 dell’universo professionale. Sono molto numerose anche le professioni tecniche: gli architetti si aggirano intorno ai 95 mila, gli ingegneri ai 73 mila e i geologi ai 10 mila.Il Rapporto 2018 evidenzia come la componente femminile sta rapidamente conquistando terreno: negli ultimi otto anni sono le donne a trainare la crescita delle libere professioni, con una variazione positiva che si attesta a 176 mila unità, mentre i maschi si fermano a quota 80 mila. Ma le donne ‘non sfondano’ nei settori tecnici: saldamente in mano agli uomini rimangono la professione di geologo, geometra e ingegnere.