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Sardegna, pronta a partire la società pubblica di progettazione
PROFESSIONE
Sardegna, pronta a partire la società pubblica di progettazione
Il CNI esprime dubbi sulle competenze all’interno della PA e segnala l’impatto negativo per i liberi professionisti
20/11/2018 - In Sardegna è pronta per l'avvio la società pubblica per lo studio, la realizzazione e la gestione di opere pubbliche di interesse regionale.
È stata, infatti, approvata la LR 40/2018 recante “Disposizioni finanziarie e seconda variazione al bilancio 2018-2020”, con cui la Regione attua quanto disposto dalla legge regionale sugli appalti pubblici (LR 8/2018).
La pianta organica della costituenda società è così organizzata: 6 funzionari, 2 istruttori ed 1 impiegato B1. Non sono previsti dirigenti.
Secondo il CNI “elaborare un progetto e seguirne passo dopo passo la realizzazione è un lavoro di grande responsabilità”; per questa ragione si chiede se all’interno della PA siano presenti professionalità all’altezza del compito e “se la Pubblica Amministrazione selezionerà i suoi progettisti valutando i medesimi requisiti, in termini di capacità e competenze, che normalmente richiede ai professionisti”.
“La complessità delle opere pubbliche - ha commentato Giovanni Cardinale, Vice Presidente CNI - richiede caratteri di multi ed interdisciplinarietà che è impossibile trovare in una struttura pubblica come quella che viene ipotizzata. L’anacronismo di cui parla il Presidente Zambrano si estende anche all’impatto tanto forte quanto negativo che simili provvedimenti hanno sullo sforzo immane che i professionisti italiani stanno facendo, anche in tempi di grandissima criticità, per riorganizzare le loro strutture professionali con investimenti, aggregazioni e forme societarie, in grado di rispondere alla complessità ed alla sfida internazionale”.
Gli Ingegneri sottolineano che prima di avviarsi in questa direzione sarebbe stato opportuno valutare quanti professionisti sono attualmente attivi in Sardegna e quanto producono in termini di Pil regionale, a quanto ammonta, in termini percentuali, il fatturato di ingegneri, architetti, geometri, periti e geologi relativo ai lavori che la legge vorrebbe portare all’interno della nuova società.
“La Pubblica Amministrazione - fa notare Gianni Massa, Vice Presidente Vicario del CNI - ha un duplice compito: garantire l’efficienza attraverso una gestione manageriale delle opere pubbliche, ma anche quello di predisporre il terreno per dare le giuste opportunità di crescita al tessuto professionale. Col trasferimento dell’attività di progettazione in house viene meno quest’ultimo compito”.
Per il CNI la norma trattiene nella pancia della pubblica amministrazione le fasi che più dovrebbero essere destinate all’estro ed alla professionalità di soggetti che per ragione sociale e natura si occupano dell’ideazione delle opere, demandando in via residuale a questi ultimi le fasi che ormai sono più meramente amministrative e burocratiche, ove invece proprio la pubblica amministrazione ha professionalità formate e specializzate in tal senso.
È stata, infatti, approvata la LR 40/2018 recante “Disposizioni finanziarie e seconda variazione al bilancio 2018-2020”, con cui la Regione attua quanto disposto dalla legge regionale sugli appalti pubblici (LR 8/2018).
Progettazione opere pubbliche: la società in house della Sardegna
La legge regionale 40/2018 garantisce le risorse finanziarie (2 milioni di euro per il 2018) per il sostentamento dei primi anni di attività della nascente società pubblica di ingegneria, ipotizzando in un prossimo futuro il suo autosostentamento.La pianta organica della costituenda società è così organizzata: 6 funzionari, 2 istruttori ed 1 impiegato B1. Non sono previsti dirigenti.
Progettazione in house, CNI critico sulle competenze interne alla PA
Il Consiglio Nazionale Ingegneri (CNI) ha criticato l’ennesimo tentativo di costituire soggetti pubblici specializzati nella progettazione di opere pubbliche in spregio alle difficoltà della libera professione, delle regole della concorrenza e dei principi di competenza.Secondo il CNI “elaborare un progetto e seguirne passo dopo passo la realizzazione è un lavoro di grande responsabilità”; per questa ragione si chiede se all’interno della PA siano presenti professionalità all’altezza del compito e “se la Pubblica Amministrazione selezionerà i suoi progettisti valutando i medesimi requisiti, in termini di capacità e competenze, che normalmente richiede ai professionisti”.
“La complessità delle opere pubbliche - ha commentato Giovanni Cardinale, Vice Presidente CNI - richiede caratteri di multi ed interdisciplinarietà che è impossibile trovare in una struttura pubblica come quella che viene ipotizzata. L’anacronismo di cui parla il Presidente Zambrano si estende anche all’impatto tanto forte quanto negativo che simili provvedimenti hanno sullo sforzo immane che i professionisti italiani stanno facendo, anche in tempi di grandissima criticità, per riorganizzare le loro strutture professionali con investimenti, aggregazioni e forme societarie, in grado di rispondere alla complessità ed alla sfida internazionale”.
Progettazione interna alla PA: colpo duro per i liberi professionisti
Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, inoltre, mette in luce come la norma, “oltre ad essere concettualmente anacronistica e filosoficamente ed economicamente errata, non contempli una valutazione di impatto sul tessuto economico della regione, con particolare riferimento ai contraccolpi che dovrà subire l’intera classe professionale della regione”.Gli Ingegneri sottolineano che prima di avviarsi in questa direzione sarebbe stato opportuno valutare quanti professionisti sono attualmente attivi in Sardegna e quanto producono in termini di Pil regionale, a quanto ammonta, in termini percentuali, il fatturato di ingegneri, architetti, geometri, periti e geologi relativo ai lavori che la legge vorrebbe portare all’interno della nuova società.
“La Pubblica Amministrazione - fa notare Gianni Massa, Vice Presidente Vicario del CNI - ha un duplice compito: garantire l’efficienza attraverso una gestione manageriale delle opere pubbliche, ma anche quello di predisporre il terreno per dare le giuste opportunità di crescita al tessuto professionale. Col trasferimento dell’attività di progettazione in house viene meno quest’ultimo compito”.
Per il CNI la norma trattiene nella pancia della pubblica amministrazione le fasi che più dovrebbero essere destinate all’estro ed alla professionalità di soggetti che per ragione sociale e natura si occupano dell’ideazione delle opere, demandando in via residuale a questi ultimi le fasi che ormai sono più meramente amministrative e burocratiche, ove invece proprio la pubblica amministrazione ha professionalità formate e specializzate in tal senso.