Partite Iva, come cambieranno i requisiti per il regime forfetario
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Partite Iva, come cambieranno i requisiti per il regime forfetario
Legge di Bilancio 2019: sarà escluso dalla flat tax al 15% chi ha lavorato prevalentemente per uno stesso datore di lavoro nei due anni precedenti
06/12/2018 - Per le Partite Iva potrebbero cambiare i requisiti per accedere al regime forfetario. Se da una parte si alza da 30mila a 65 mila euro la soglia dei ricavi che consente di essere tassati con l’aliquota agevolata al 15%, dall’altra subentrano una serie di limiti riguardanti i lavori svolti negli anni precedenti. È una delle novità introdotte con l’emendamento 4.34 al disegno di legge di Bilancio per il 2019, approvato dalla Commissione Bilancio della Camera.
La prima versione del disegno di legge di Bilancio per il 2019 presentato alla Camera stabiliva l'esclusione dal forfetario con tetto a 65mila euro dei soggetti che esercitano l’attività professionale in modo prevalente nei confronti dei datori di lavoro dai quali, nei due anni precedenti, hanno percepito un reddito da lavoro dipendente o assimilato a quello da lavoro dipendente.
L’emendamento approvato in Commissione Bilancio, modificando il testo del ddl di Bilancio, esclude dal regime forfettario con tetto a 65mila euro i soggetti che esercitano l'attività professionale in modo prevalente nei confronti dei datori di lavoro con i quali abbiano rapporti esistenti o li abbiano avuti nei due precedenti periodi d’imposta.
In base al nuovo testo, dal 2019 i professionisti che svolgono contemporaneamente un lavoro dipendente non avranno più un limite di reddito per accedere alla tassazione agevolata. Potranno infatti entrare nel regime forfetario anche i professionisti che percepiscono redditi da lavoro dipendente elevati. L’unico vincolo sarà quello di non svolgere l’attività professionale in modo prevalente nei confronti del proprio datore di lavoro o di chi lo è stato nei due anni precedenti. In questo modo il Governo intende combattere il fenomeno delle false Partite Iva, anche se non si chiarisce cosa significhi “prevalente” e quindi quale quota di attività bisogna sforare per uscire dal forfetario ed entrare nella tassazione ordinaria.
In base al testo in discussione alla Camera, i contribuenti, persone fisiche esercenti attività d'impresa, arti o professioni, dal 2019 applicheranno il nuovo regime forfetario se nell'anno precedente hanno conseguito ricavi o percepito compensi non superiori a 65mila euro.
Si tratta di un tetto unico, valido per tutte le attività, mentre con la normativa ad oggi vigente le soglie sono differenziate in base al codice ATECO.
Il testo elimina inoltre i limiti di spesa per beni strumentali e collaboratori.
Sia gli imprenditori sia i professionisti potranno usufruire delle agevolazioni fino al quarantacinquesimo anno di età. Le agevolazioni fino ad ora hanno riguardato i progetti imprenditoriali presentati da giovani dai 18 ai 35 anni.
Partite Iva, l’accesso al regime forfetario
L’accesso al regime forfetario, come lo conosciamo oggi, è normato dalla Legge di Stabilità per il 2015 (L.190/2014). Il comma 57 regola i soggetti non ammessi alla tassazione agevolata. Tra questi, la lettera d-bis indica i soggetti che, oltre all'attività professionale, nell'anno precedente hanno percepito redditi da lavoro dipendente e redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente eccedenti l'importo di 30mila euro. Il requisito della soglia non è rilevante se il rapporto di lavoro dipendente è cessato.La prima versione del disegno di legge di Bilancio per il 2019 presentato alla Camera stabiliva l'esclusione dal forfetario con tetto a 65mila euro dei soggetti che esercitano l’attività professionale in modo prevalente nei confronti dei datori di lavoro dai quali, nei due anni precedenti, hanno percepito un reddito da lavoro dipendente o assimilato a quello da lavoro dipendente.
L’emendamento approvato in Commissione Bilancio, modificando il testo del ddl di Bilancio, esclude dal regime forfettario con tetto a 65mila euro i soggetti che esercitano l'attività professionale in modo prevalente nei confronti dei datori di lavoro con i quali abbiano rapporti esistenti o li abbiano avuti nei due precedenti periodi d’imposta.
In base al nuovo testo, dal 2019 i professionisti che svolgono contemporaneamente un lavoro dipendente non avranno più un limite di reddito per accedere alla tassazione agevolata. Potranno infatti entrare nel regime forfetario anche i professionisti che percepiscono redditi da lavoro dipendente elevati. L’unico vincolo sarà quello di non svolgere l’attività professionale in modo prevalente nei confronti del proprio datore di lavoro o di chi lo è stato nei due anni precedenti. In questo modo il Governo intende combattere il fenomeno delle false Partite Iva, anche se non si chiarisce cosa significhi “prevalente” e quindi quale quota di attività bisogna sforare per uscire dal forfetario ed entrare nella tassazione ordinaria.
Partite Iva, regime forfetario con tetto a 65mila euro
Ricordiamo che il disegno di legge di Bilancio per il 2019 amplia la platea dei professionisti che potranno avvalersi del regime forfetario con tassazione sostitutiva al 15%.In base al testo in discussione alla Camera, i contribuenti, persone fisiche esercenti attività d'impresa, arti o professioni, dal 2019 applicheranno il nuovo regime forfetario se nell'anno precedente hanno conseguito ricavi o percepito compensi non superiori a 65mila euro.
Si tratta di un tetto unico, valido per tutte le attività, mentre con la normativa ad oggi vigente le soglie sono differenziate in base al codice ATECO.
Il testo elimina inoltre i limiti di spesa per beni strumentali e collaboratori.
Partite Iva, agevolazioni per redditi fino a 100mila euro
Per chi non rientra nel regime forfetario, dal 2020 ci sarà un livello intermedio di agevolazioni. Il disegno di legge prevede l’introduzione di un’imposta sostitutiva, con aliquota al 20%, per professionisti e imprenditori che nell'anno precedente hanno fregistrato ricavi fino a 100mila euro.Resto al Sud anche per i professionisti e fino a 45 anni
Potranno accedere alle agevolazioni della misura “Resto al Sud” anche i professionisti, prima espressamente esclusi dalla misura introdotta con la legge “Mezzogiorno” e regolata dal DM 174/2017.Sia gli imprenditori sia i professionisti potranno usufruire delle agevolazioni fino al quarantacinquesimo anno di età. Le agevolazioni fino ad ora hanno riguardato i progetti imprenditoriali presentati da giovani dai 18 ai 35 anni.