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INU: ‘pianificare l’urbanistica per usare al meglio i fondi UE’

INU: ‘pianificare l’urbanistica per usare al meglio i fondi UE’

Riflessioni su programmazione e risorse europee in vista della Rassegna Urbanistica Nazionale

Vedi Aggiornamento del 24/01/2020
Riva del Garda (TN) - Foto tratta da: www.inucongressorun2019.com
17/12/2018 - A Riva del Garda, dal 3 al 6 aprile 2019, si terrà “Mosaico Italia: raccontare il futuro”, la settima Rassegna urbanistica nazionale dell’Istituto Nazionale di Urbanistica. Una opportunità per fare il punto, attraverso gli incontri e l’esposizione dei progetti, sulle evoluzioni e le prospettive di cambiamento della disciplina del governo del territorio.
 
Uno dei temi cardine sarà quello che riguarda il rapporto tra la programmazione e le risorse europee e la pianificazione urbanistica. L’Inu ha creato sull’argomento una Community, “Risorse comunitarie per i progetti”, coordinata da Franco Marini.
 
Marini spiega che il focus del lavoro della Community è sulla programmazione post 2020 e che “era opportuno entrare nel dibattito facendo valere le esigenze della pianificazione, perché queste risorse non vengono inquadrate in un quadro pianificatorio. Occorre una visione d’insieme che definisca un obiettivo strategico”.
 
Il rischio evocato da Franco Marini è che la mancanza di una visione generale da parte di Comuni e Regioni, i veri beneficiari/competitors per le risorse europee, li costringa ogni volta a una affannosa rincorsa nella costruzione di progetti e proposte convincenti. La presenza di una visione d’insieme, invece, fornirebbe a essi un riferimento utile, un quadro attraverso cui muoversi con maggiore efficacia.
 
L’Inu punta, attraverso il lavoro della Community, a rendere questo quadro, visione, telaio, che dir si voglia, obbligatorio. L’innesto potrebbero essere i regolamenti per l’erogazione dei fondi per la coesione e dei fondi Fesr, che si stanno discutendo a livello comunitario. L’obiettivo è l’inserimento come vero e proprio obbligo che lo stanziamento delle risorse comunitarie per le città e i territori debba essere preceduto da un piano strategico territoriale di scala regionale, da cui discendano piani strategici di livello comunale.
 
Si tratterebbe di perseguire pochi obiettivi attraverso la spesa dei fondi. Marini fa qualche esempio: “La sostenibilità ambientale, le infrastrutture verdi, la manutenzione del territorio, le politiche di rigenerazione urbana”. L’importanza di questa proposta non sta solo nella sua potenziale efficacia nell’ottenimento e nella spesa dei fondi europei, ma anche nella significativa evoluzione che potrebbe rappresentare per la pianificazione: questi documenti strategici potrebbero configurarsi per Marini come strumenti per facilitare una saldatura tra programmazione degli enti e pianificazione territoriale. Qualche esempio positivo esiste, da cui trarre spunto, come la città di Ancona.
 
Alla Rassegna urbanistica dell’Inu, oltre a mettere in campo proposte e progetti, si traccerà un bilancio dell’esperienza recente. Quella dei fondi europei per le città e i territori è relativamente breve. Marini individua alcuni assi di evoluzione: “L’esperienza del programma Urban, partita negli anni Novanta del secolo scorso, è stato un approccio interessante: si puntava sulla rigenerazione urbana in senso lato. Un approccio che con l’Agenda urbana è stato abbandonato andando molto sull’immateriale, forse troppo. È fondamentale dedicare risorse e iniziative anche alla rigenerazione fisica”.
 
Spunti di discussione che saranno ripresi in modo organico dagli incontri e dai progetti della Rassegna urbanistica nazionale dell’Inu, in programma dal 3 al 6 aprile 2019 a Riva del Garda.
 
Fonte: ufficio stampa INU
 
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