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Permessi previo pagamento del progettista, in Campania è legge

Permessi previo pagamento del progettista, in Campania è legge

Le norme per la tutela del lavoro professionale e per l’equo compenso nelle altre Regioni e a livello nazionale

Vedi Aggiornamento del 28/05/2020
Foto: goodluz©123RF
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di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 28/05/2020
03/01/2019 - È stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania la legge 59/2018 in materia di tutela delle prestazioni professionali per attività espletate per conto dei committenti privati e di contrasto all’evasione fiscale. 
  
Il testo dispone che la presentazione dell’istanza autorizzativa o ad intervento prevista dalle norme e dai regolamenti regionali, provinciali e comunali deve essere corredata, oltre che da tutti gli elaborati previsti dalla normativa vigente, dalla lettera di affidamento dell’incarico o contratto sottoscritta dal committente, unitamente alla fotocopia di un documento d’identità.
 
L’amministrazione, al momento del rilascio dell’atto autorizzativo o della ricezione di istanze ad intervento diretto, acquisisce l’autodichiarazione del professionista o dei professionisti sottoscrittori degli elaborati progettuali, attestante il pagamento delle correlate spettanze da parte del committente.
 
La mancata presentazione della suddetta autodichiarazione costituisce motivo ostativo per il completamento dell’iter amministrativo fino all’avvenuta integrazione. La documentazione è richiesta dagli uffici interessati dall’iter attivato.
 

Obbligo di pagare il professionista nelle altre Regioni

Il testo campano è identico alla Legge della Regione Calabria emanata nel luglio scorso, prima legge regionale di questo tipo ad essere pubblicata.
 
Alla legge calabrese è seguita quella della Regione Basilicata che però riguarda anche le istanze relative a incarichi ricevuti da pubbliche amministrazioni.

Più articolata è invece la situazione in Sicilia: a fine agosto 2018, la Regione Siciliana ha raccomandato agli Assessorati di rispettare le norme sull’equo compenso ed evitare clausole vessatorie. Pochi giorni dopo, gli architetti agrigentini hanno chiesto ai deputati regionali di approvare l’emendamento, fermo da un anno, che vincola il rilascio del certificato di agibilità all’avvenuto pagamento del progettista e del direttore dei lavori. Il tema è stato rimesso all’attenzione dell’Assemblea Regionale Siciliana che esaminerà il disegno di legge ‘Disposizioni relative alle spettanze dovute ai professionisti per le procedure di rilascio dei titoli abilitativi edilizi e/o di ogni altro provvedimento propedeutico’, presentato nell’ottobre scorso.

La Regione Lazio ha affrontato la questione con un ordine del giorno secondo il quale i professionisti incaricati di prestazioni da parte della Regione, enti strumentali o società controllate devono vedersi riconosciuto un compenso calcolato secondo i parametri fissati dai regolamenti ministeriali, senza clausole vessatorie’.
 
In Puglia sono stati presentati due disegni di legge sul tema: uno del Movimento 5 Stelle, l’altro dell’Ordine degli APPC di Bari. Entrambi i testi mirano a riconoscere il valore delle prestazioni rese dai liberi professionisti e contrastare l’evasione fiscale.
 
Alle richieste di legiferare per la tutela del lavoro svolto dai professionisti si sono uniti gli ingegneri dell’Umbria che hanno chiesta alla Regione una legge che garantisca il diritto all’equo compenso e percorsi di azione condivisi in merito alle modalità di affidamento dei servizi di ingegneria e architettura per importi inferiori ai 40mila euro.

Infine, va ricordato che la prima Regione a legiferare sul tema dell’equo compenso è stata la Toscana che, a marzo 2018, ha definito le regole per garantire un equo compenso ai professionisti incaricati della progettazione di opere pubbliche.
 

Le proposte di disegno di legge statale

A livello nazionale si registra la proposta di legge di FNAILP, Federazione Architetti Ingegneri Liberi Professionisti che prevede di abolire il Decreto Bersani, rafforzare l’equo compenso e obbligare i committenti a pagare i professionisti. Il testo sarà presto presentato in Parlamento.
 
È stata avanzata all’inizio di ottobre 2018, in vista della Legge di Bilancio 2019, la proposta della Rete delle Professioni Tecniche per bloccare l’attività edilizia in mancanza dei documenti che comprovino il pagamento dei progettisti secondo le norme sull’equo compenso.
 
La norma non è però stata inserita nella Legge di Bilancio, deludendo l’aspettativa dei professionisti rispetto ad “una promessa fatta agli oltre due milioni di iscritti agli ordini”.
 
Qualche settimana più tardi, il Sottosegretario del Ministero della Giustizia, Jacopo Morrone ha assicurato ai rappresentanti degli Ordini e Collegi professionali che entro maggio 2019 saranno messi a punto alcuni provvedimenti finalizzati alla effettiva applicazione del principio dell’equo compenso.
 
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