Questo l’obiettivo del Governo indicato dal Sottosegretario con delega alla ricostruzione post terremoto, Vito Crimi, lo scorso 18 febbraio alla presentazione della ‘Mappa del rischio dei Comuni italiani’ che fornisce un quadro completo e facilmente accessibile dei dati sui rischi naturali.
Dalle mappe dei rischi naturali a quelle degli edifici
La "Mappa dei rischi dei comuni italiani", realizzata dal Dipartimento della Presidenza del Consiglio 'Casa Italia', è una piattaforma che fornisce dati e informazioni sui rischi naturali di ogni singolo comune, grazie all'integrazione delle diverse mappe di rischio (sismico, idrogeologico, ecc.). Con queste informazioni si può delineare un quadro dei potenziali pericoli per la sicurezza dei cittadini e lavorare sulla prevenzione, identificando le priorità d'intervento e le misure necessarie da adottare al più presto.Dopo essersi dichiarato soddisfatto per l’obiettivo raggiunto, Crimi ha indicato il prossimo step che il Governo vuole raggiungere: “non possiamo fermarci a valutare soltanto la collocazione in area sismica e la vulnerabilità a pericoli naturali. Le notizie relative ad un fabbricato sono tante e importanti. Bisognerebbe ricostruire la storia di ogni edificio, con gli eventuali interventi di adeguamento sismico o energetico. Tutte informazioni, queste, in possesso di enti diversi. Se riuscissimo a realizzare un'unica banca dati anche in questo settore, tutte le realtà -Protezione Civile in primis- potrebbero avere una visione chiara sulle criticità e sugli interventi da promuovere”.
In pratica, Crimi sembra voler costituire una specie di ‘nuovo fascicolo del fabbricato’ che, a differenza delle ipotesi dei Governi precedenti (che intendevano realizzarlo istituendo l’obbligo per i proprietari di affidarsi ad un professionista abilitato a proprie spese), sia realizzato dal lavoro congiunto dei vari enti coinvolti (Genio civile, Comuni, catasto, ecc).
Mappa dei rischi, Anci: ‘si punti al patrimonio edilizio’
Alessandro Ghinelli, sindaco di Arezzo e delegato Anci alle Politiche ambientali, partecipando alla tavola rotonda nell’ambito della presentazione della Mappa dei rischi ha sottolineato che “la mappa rappresenta un buon punto di partenza informativo, su cui è però fondamentale ci sia un maggior coinvolgimento dei Comuni. Questo vale soprattutto per quanto riguarda i dati relativi al patrimonio edilizio pubblico e privato, per i quali gli enti territoriali non sono stati consultati”.Ghinelli ha sottolineato: “lo strumento presentato è un buon indicatore della esposizione ai vari tipi di rischio, visto che mette insieme informazioni prima poco coordinate ma presenta alcune criticità per quanto riguarda la valutazione specialmente del rischio sismico e della vulnerabilità degli edifici”.
Anche il sindaco di Arezzo, quindi, sembrerebbe indicare la necessità di svolgere un lavoro simile a quello realizzato con la mappa dei rischi naturali ma applicandolo al patrimonio edilizio esistente.