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Criteri ambientali minimi, più della metà dei Comuni non li applica

Criteri ambientali minimi, più della metà dei Comuni non li applica

Presentato alla Camera il primo report sui CAM: solo il 21% dei bandi è green

Vedi Aggiornamento del 16/12/2022
Foto: salvo77na © 123RF.com
di Paola Mammarella
14/02/2019 - Meno della metà dei Comuni italiani utilizza i criteri ambientali minimi nella predisposizione degli appalti. È emerso dal primo report sui CAM, elaborato dall’Associazione Comuni Virtuosi e dalla società Punto 3, con il supporto del consorzio Ecopneus e Sumus Italia, e presentato alla Camera con la deputata Leu Rossella Muroni.
 

CAM, i risultati del primo report

La ricerca condotta riguarda le gare di 40 Comuni su 102 totali riferite al 2017. Nel 21% dei bandi sono contenuti i CAM e il 34% della spesa complessiva ne prevede l’applicazione. Il 55% dei Comuni, invece, non applica i CAM in nessuna categoria merceologica.
 
Sul totale degli “appalti green”, solo il 5% riguarda l’edilizia. Meglio gli arredi (43%), mentre sono sempre in fondo alla classifica i servizi di gestione del verde pubblico (6%).
 

CAM, Muroni: ‘servono politiche adeguate e coerenti’

Secondo la deputata Leu, Rossella Muroni, “per favorire uno sviluppo più equo e sostenibile servono politiche adeguate e coerenti, occorre orientare l’innovazione verso l’efficienza e il futuro, così come serve orientare la spesa pubblica verso la green economy”.
 
“Per questo - continua dalla sua pagina facebook - è importante che il nuovo Codice degli Appalti abbia previsto l’obbligo dei Criteri Ambientali Minimi negli approvvigionamenti degli Enti Pubblici. Un fronte strategico su cui, come testimonia l’indagine stiamo facendo passi avanti ma sul quale c’è ancora molta strada da fare”.
 
“Affinché la legge sui CAM trovi effettiva applicazione - ha affermato Marco Boschini, coordinatore dell'associazione dei Comuni virtuosi - occorre una visione di insieme. Serve senso di responsabilità e convergenza di vedute”.
 

CAM, Anac: ‘imponendoli si blocca il mercato’

Ricordiamo che nei giorni scorsi, il presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione (Anac), Raffaele Cantone, ha affermato che i CAM sono una norma di civiltà, ma il loro utilizzo implica oneri complessi nella gestione dei singoli appalti. Imporli avrebbe come risultato il blocco del sistema.
 
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