PROFESSIONE
Il Comune può pagare l’assicurazione professionale al progettista dipendente
Edilizia, i sindacati chiedono una politica industriale che rilanci la filiera
MERCATI
Edilizia, i sindacati chiedono una politica industriale che rilanci la filiera
Il 15 marzo sciopero generale di tutti i settori: edilizia, legno, cemento, lapidei, laterizi

07/02/2019 - Una cabina di regia presso Palazzo Chigi per riaprire i cantieri; un piano per la qualità delle materie prime al servizio di ristrutturazioni, rigenerazione e antisismico; una sistematizzazione degli incentivi.
Sono alcune delle richieste di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, che hanno proclamato, per il prossimo 15 marzo, lo sciopero generale di tutti i settori della filiera delle costruzioni.
“Per rilanciare il Paese - dichiarano in una nota Vito Panzarella, Franco Turri e Alessandro Genovesi, Segretari Generali dei tre sindacati - occorre una politica industriale in grado di rilanciare l’intera filiera delle costruzioni: dall’edilizia ai materiali, dal settore del legno e arredo al cemento, dai lapidei al settore dei laterizi. Abbiamo chiesto un tavolo a Palazzo Chigi dove affrontare la più grave crisi dei nostri settori dal dopo guerra ad oggi, per dare una risposta agli oltre 600 mila persone che hanno perso il lavoro e al milione che rischia di perderlo”.
I sindacati chiedono:
- una cabina di regia presso Palazzo Chigi per riaprire i cantieri con politiche mirate che intervengano tanto con strumenti finanziari mirati per le imprese del settore (un Fondo nazionale di Garanzia) che per sbloccare le grandi opere da Nord a Sud;
- una politica di investimenti mirati in grado di essere immediatamente tradotti in piani straordinari per la messa in sicurezza di territori, strade, ponti;
- la qualificazione delle stazioni appaltanti sempre meno in grado di progettare e di rendere esecutivi i bandi fatti;
- un piano per la qualità delle materie prime al servizio di ristrutturazioni, rigenerazione e antisismico, di nuove politiche abitative;
- una sistematizzazione degli incentivi, da quelli per le ristrutturazioni a quelli per il risparmio energetico e il bonus mobili;
- una politica di tutela e riconversione dell’occupazione nei settori dei materiali;
- la qualificazione dell’impresa e il contrasto al dumping contrattuale con un sistema che premi qualità e sicurezza;
- una accelerazione sugli appalti verdi al fine di premiare chi fa ricerca ed innovazione nei nostri settori;
- una sburocratizzazione mirata di diversi passaggi del Codice Appalti senza ridurre tutele e diritti e senza tornale alla liberalizzazione dei sub appalti o al massimo ribasso.
“Il 15 marzo - prosegue la nota - si fermeranno i cantieri, le fabbriche del legno e dell’arredo, le cave e le fornaci, le cementerie per l’intera giornata con migliaia di lavoratori e disoccupati che manifesteranno a Roma a sostegno delle proposte concrete e fattibili che come Sindacato abbiamo avanzato e su cui il Governo non vuol confrontarsi”.
“Le lavoratrici e lavoratori dei nostri settori - concludono Panzarella, Turri e Genovesi - saranno in piazza il prossimo 9 febbraio a Roma e saranno in piazza anche il prossimo 15 marzo sempre nella Capitale. Per chiedere lavoro e sviluppo, consapevoli che se non riparte il settore delle costruzioni non ripartirà il Paese”.
Sono alcune delle richieste di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, che hanno proclamato, per il prossimo 15 marzo, lo sciopero generale di tutti i settori della filiera delle costruzioni.
“Per rilanciare il Paese - dichiarano in una nota Vito Panzarella, Franco Turri e Alessandro Genovesi, Segretari Generali dei tre sindacati - occorre una politica industriale in grado di rilanciare l’intera filiera delle costruzioni: dall’edilizia ai materiali, dal settore del legno e arredo al cemento, dai lapidei al settore dei laterizi. Abbiamo chiesto un tavolo a Palazzo Chigi dove affrontare la più grave crisi dei nostri settori dal dopo guerra ad oggi, per dare una risposta agli oltre 600 mila persone che hanno perso il lavoro e al milione che rischia di perderlo”.
I sindacati chiedono:
- una cabina di regia presso Palazzo Chigi per riaprire i cantieri con politiche mirate che intervengano tanto con strumenti finanziari mirati per le imprese del settore (un Fondo nazionale di Garanzia) che per sbloccare le grandi opere da Nord a Sud;
- una politica di investimenti mirati in grado di essere immediatamente tradotti in piani straordinari per la messa in sicurezza di territori, strade, ponti;
- la qualificazione delle stazioni appaltanti sempre meno in grado di progettare e di rendere esecutivi i bandi fatti;
- un piano per la qualità delle materie prime al servizio di ristrutturazioni, rigenerazione e antisismico, di nuove politiche abitative;
- una sistematizzazione degli incentivi, da quelli per le ristrutturazioni a quelli per il risparmio energetico e il bonus mobili;
- una politica di tutela e riconversione dell’occupazione nei settori dei materiali;
- la qualificazione dell’impresa e il contrasto al dumping contrattuale con un sistema che premi qualità e sicurezza;
- una accelerazione sugli appalti verdi al fine di premiare chi fa ricerca ed innovazione nei nostri settori;
- una sburocratizzazione mirata di diversi passaggi del Codice Appalti senza ridurre tutele e diritti e senza tornale alla liberalizzazione dei sub appalti o al massimo ribasso.
“Il 15 marzo - prosegue la nota - si fermeranno i cantieri, le fabbriche del legno e dell’arredo, le cave e le fornaci, le cementerie per l’intera giornata con migliaia di lavoratori e disoccupati che manifesteranno a Roma a sostegno delle proposte concrete e fattibili che come Sindacato abbiamo avanzato e su cui il Governo non vuol confrontarsi”.
“Le lavoratrici e lavoratori dei nostri settori - concludono Panzarella, Turri e Genovesi - saranno in piazza il prossimo 9 febbraio a Roma e saranno in piazza anche il prossimo 15 marzo sempre nella Capitale. Per chiedere lavoro e sviluppo, consapevoli che se non riparte il settore delle costruzioni non ripartirà il Paese”.