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Codice Appalti, via alla legge delega per la riforma dei contratti pubblici

Codice Appalti, via alla legge delega per la riforma dei contratti pubblici

Il CdM approva 10 ddl delega, in arrivo anche correzioni in materia di edilizia, governo del territorio, rinnovabili, ambiente, beni culturali e paesaggio

Vedi Aggiornamento del 02/04/2019
Foto: www.governo.it
Foto: www.governo.it
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 02/04/2019
01/03/2019 - Nuovo impulso per la riforma del Codice Appalti. Dopo mesi di pausa, il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge delega con i princìpi che ispireranno la nuova normativa sui contratti pubblici.

Ma non solo, perchè l'azione di correzione e semplificazione del Governo toccherà diverse discipline, tra cui di edilizia, governo del territorio, rinnovabili, ambiente e Codice dei beni culturali e del paesaggio. In tutto sono stati infatti approvati dieci disegni di legge delega.

I testi approvati, alcuni dei quali sono collegati alla Legge di Bilancio per il 2019 (L.145/2018), superano il testo approvato lo scorso dicembre e ne ampliano la portata.
 

Riforma del Codice Appalti, il ddl delega

Il ddl delega prevede il riassetto della materia dei contratti pubblici, non solo nei settori ordinari e speciali ma anche nei settori della difesa e della sicurezza.

L’obiettivo del Governo è rendere la normativa più semplice e chiara, limitarne le dimensioni del nuovo Codice e i rinvii alla normazione secondaria. la delega prevede di eliminare i livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti per l’adeguamento alla normativa europea, salvo che la loro perdurante necessità sia motivata dall’analisi di impatto della regolamentazione (AIR) dei relativi decreti legislativi. Probabilmente si tornerà ad un unico regolamento attuativo. Verrebbe quindi abbandonato il sistema della soft law, composto da linee guida dell’Anac o decreti ministeriali incentrati su singoli argomenti, come ad esempio le gare di progettazione, i parametri, i criteri di aggiudicazione degli appalti o le procedure di importo inferiore alle soglie comunitarie.

Sugli appalti sotto soglia, il ddl propone discipline opportunamente differenziate, ispirate alla massima semplificazione e rapidità, e una disciplina specifica per i contratti attivi.

La delega promuove la responsabilità e discrezionalità delle stazioni appaltanti, che consentirà l’efficienza e la tempestività delle procedure di programmazione, di affidamento, di gestione e di esecuzione degli appalti pubblici e dei contratti di concessione. In questo modo l’Esecutivo spera di ridurre e rendere certi i tempi di realizzazione delle opere pubbliche.

Saranno inoltre ridotti gli oneri di impugnazione degli atti delle procedure di affidamento.

La delega contiene infine princìpi e criteri direttivi volti ad alleggerire gli oneri burocratici e di regolazione, semplificando il carico degli adempimenti gravanti sugli operatori economici. I controlli, ad esempio, non dovranno essere duplicati nè intralciare le attività e dovranno essere differenziati a seconda dei casi. I costi generati dagli oneri introdotti da atti normativi saranno detraibili a meno che non costituiscano livelli minimi per l’attuazione della regolazione europea. 

Oltre a questi princìpi, per la riforma si dovranno tenere presenti i risultati dell’indagine conoscitiva condotta in Senato, che ha evidenziato posizioni talvolta diametralmente opposte, e le conclusioni della consultazione voluta dal Ministro Toninelli alla fine della scorsa estate.
 

Riforma Codice Appalti, decreto ‘Sblocca Cantieri’ sul binario parallelo

Il ddl delega dovrà affrontare l'iter parlamentare. Ci saranno poi due anni di tempo per effettuare la riforma con l'approvazione del nuovo decreto legislativo in materia di contratti pubblici. 

La riforma inizierà quindi dal decreto “Sblocca cantieri”. Il testo, che per sua natura avrà tempi di approvazione più brevi, conterrà le prime modifiche urgenti necessarie a velocizzare l’avvio dei lavori e a far ripartire quelli fermi per difficoltà sopravvenute.
 
Alla stesura del decreto, allo studio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha chiesto di partecipare anche il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha presentato una serie di proposte a firma Lega.

Tra le novità del testo, che sarà presentato a breve, ci saranno probabilmente un iter semplificato per la progettazione degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e l'eliminazione dell'obbligo di indicare la terna dei subappaltatori già nella fase di presentazione delle offerte.
 

Ance: 'ora passare dalle parole ai fatti'

"E’ un segnale molto positivo che il Governo abbia deciso di cominciare concretamente a lavorare a un decreto sbloccacantieri per rimettere in moto il Paese”, ha commentato il Presidente Ance, Gabriele Buia.

"Ai cittadini - ha continuato - poco importa di sapere di chi è la colpa.  Segnalo peraltro al Ministro Toninelli che, come abbiamo detto più volte, le responsabilità sono molteplici e dipendono in gran parte dalla burocrazia e dall’inefficienza del processo decisionale dell’amministrazione pubblica che si protrae da anni. E’ arrivata dunque l’ora di passare dalle parole ai fatti. Il Paese non può più attendere".
 

Oice: 'non barattare la centralità della progettazione

Il Presidente dell'OICE, l'Associazione delle società di ingegneria e architettura italiane aderente a Confindustria, ha espresso apprezzamento per il varo del ddl delega sul codice appalti e per l'imminente uscita del decreto-legge "sblocca cantieri", ma ha anche chiesto che non sia toccata la centralità della progettazione. "E' importante e necessario sbloccare i cantieri, ma va tenuto sempre a mente - ha detto Scicolone - che se i cantieri non partono spesso le ragioni sono nella farraginosità dei tempi di approvazione dei progetti esecutivi e che, se i cantieri sono bloccati - spesso da anni - a nulla vale chiamare in causa il codice appalti perché le ragioni sono altre e spesso chiamano in causa amministrazioni che rimettono in discussione scelte già fatte. Siamo quindi favorevoli a modifiche mirate del codice, anche per superare le critiche di Bruxelles, ma non vorremmo che tutto ciò finisca in un ritorno a pratiche del passato che hanno visto il proliferare di varianti e di costi e a pericolose marce indietro sulla concorrenza e sulla trasparenza".
 

Edilizia, energia, ambiente, tutte le deleghe approvate

Il CdM ha approvato un disegno di legge delega in materia di semplificazione e codificazione, che toccherà le norme su energia e fonti rinnovabili, edilizia e governo del territorio, ambiente, acquisto di beni e servizi da parte delle Pubbliche Amministrazioni. Entro un anno dall'entrata in vigore della legge delega bisognerà istituire presso la Presidenza del Consiglio dei ministri una Commissione permanente che lavorerà all'attuazione delle semplificazioni. 

L’obiettivo è ridurre gli oneri regolatori gravanti su cittadini e imprese, standardizzare il maggior numero di procedure e accrescere la competitività del Paese.

Previste anche correzioni al Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.lgs 42/2004) per adeguarsi al quadro normativo creatosi successivamente, ad esempio dopo l’approvazione del Codice Appalti, e semplificare il linguaggio delle disposizioni. Anche in questo caso, l'obiettivo della delega è la semplificazione delle procedure. Saranno eliminati i livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti per l’adeguamento alla normativa europea, salvo che la loro perdurante necessità sia motivata dall’analisi di impatto della regolamentazione (AIR).  
 
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