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Terremoti, Geologi: ‘in Italia manca la cultura della prevenzione’
AMBIENTE
Terremoti, Geologi: ‘in Italia manca la cultura della prevenzione’
Il 12 aprile a L’Aquila un convegno su criticità e prospettive a 10 anni dal sisma abruzzese
08/04/2019 - “Ancora oggi in Italia manca una pianificazione, un progetto complessivo fatto di interventi strutturali per mettere in sicurezza il costruito, definendone le priorità e le azioni sinergiche per disseminare conoscenza e consapevolezza tra i cittadini, che ancora non percepiscono il rischio sismico in tutta la sua serietà, per favorirne best practices e perseguire davvero l’auspicata ‘prevenzione civile’ che continua ad essere solo un auspicio”.
Queste le parole di Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale Geologi, nel corso della conferenza stampa “L’Aquila dieci anni dopo: criticità e prospettive” svolta lo scorso 4 aprile presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica in vista del convegno del convegno “L’Aquila 2009-2019 - Dieci anni di esperienze, studi e criticità” che avrà luogo il 12 aprile 2019 presso l’Auditorium dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti.
Il Presidente dell’Ordine dei Geologi Abruzzo Nicola Tullo ha sottolineato che “il terremoto del 2009 ha avuto un impatto sociale ed economico enorme, ha messo in ginocchio un intero territorio che stenta a riprendersi. E poi c’è da considerare che in alcuni centri storici dell’aquilano la ricostruzione procede ancora con estremo rilento e le macerie sono ancora lì”.
“Questa volta, dopo la tragedia dell’Aquila, - spiega Tullo - qualcosa è cominciata a cambiare, anche se lentamente e con molta fatica, sono stati avviati i primi passi verso una politica di prevenzione per la riduzione del rischio sismico. E l’evento per quanto drammatico ha costituito un’occasione straordinaria di ricerca scientifica e tecnologica che ha coinvolto tutta la comunità nazionale e internazionale delle Scienze della Terra” conclude il geologo abruzzese.
Francesco Peduto ha evidenziato come “a dieci anni dal sisma che sconvolse L’Aquila e i territori limitrofi si continuano a registrare tante criticità e questioni irrisolte. L’Aquila, ma più recentemente anche Amatrice e Ischia, sembrano non aver insegnato nulla: anche se, nel tempo, alcune cose importanti sono state indubbiamente fatte, di terremoto in Italia si continua a morire e forse rischio sismico e prevenzione avrebbero meritato una maggiore centralità nell’azione dei governi negli anni”.
Il convegno del 12 aprile 2019 sarà un’occasione per fare il punto sulle attività geologiche svolte dopo questo evento sismico e per illustrare le esperienze, gli studi eseguiti e le criticità riscontrate fino ad oggi.
Queste le parole di Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale Geologi, nel corso della conferenza stampa “L’Aquila dieci anni dopo: criticità e prospettive” svolta lo scorso 4 aprile presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica in vista del convegno del convegno “L’Aquila 2009-2019 - Dieci anni di esperienze, studi e criticità” che avrà luogo il 12 aprile 2019 presso l’Auditorium dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti.
Antisismica, l’Italia dopo L’Aquila
Il sisma del 6 aprile 2009 di magnitudo 6,3 ha distrutto L’Aquila e tutta la Valle dell’Aterno, mettendo in ginocchio un territorio già tante volte interessato da eventi sismici devastanti, causando un’inaccettabile perdita di 309 vite umane e un considerevole danno al patrimonio storico ed architettonico dei luoghi.Il Presidente dell’Ordine dei Geologi Abruzzo Nicola Tullo ha sottolineato che “il terremoto del 2009 ha avuto un impatto sociale ed economico enorme, ha messo in ginocchio un intero territorio che stenta a riprendersi. E poi c’è da considerare che in alcuni centri storici dell’aquilano la ricostruzione procede ancora con estremo rilento e le macerie sono ancora lì”.
“Questa volta, dopo la tragedia dell’Aquila, - spiega Tullo - qualcosa è cominciata a cambiare, anche se lentamente e con molta fatica, sono stati avviati i primi passi verso una politica di prevenzione per la riduzione del rischio sismico. E l’evento per quanto drammatico ha costituito un’occasione straordinaria di ricerca scientifica e tecnologica che ha coinvolto tutta la comunità nazionale e internazionale delle Scienze della Terra” conclude il geologo abruzzese.
Francesco Peduto ha evidenziato come “a dieci anni dal sisma che sconvolse L’Aquila e i territori limitrofi si continuano a registrare tante criticità e questioni irrisolte. L’Aquila, ma più recentemente anche Amatrice e Ischia, sembrano non aver insegnato nulla: anche se, nel tempo, alcune cose importanti sono state indubbiamente fatte, di terremoto in Italia si continua a morire e forse rischio sismico e prevenzione avrebbero meritato una maggiore centralità nell’azione dei governi negli anni”.
Pianificazione antisismica: il punto della situazione il 12 aprile
Per il Presidente CNG Francesco Peduto, però, in Italia manca una pianificazione antisismica di ampio respiro che possa far comprendere ai cittadini la vera portata di una riqualificazione antisismica.Il convegno del 12 aprile 2019 sarà un’occasione per fare il punto sulle attività geologiche svolte dopo questo evento sismico e per illustrare le esperienze, gli studi eseguiti e le criticità riscontrate fino ad oggi.