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Sblocca Cantieri, Finco: ‘no all’innalzamento dal 30 al 50% del subappalto’

Sblocca Cantieri, Finco: ‘no all’innalzamento dal 30 al 50% del subappalto’

Le imprese chiedono di mantenere il 30% almeno per le opere specialistiche

Vedi Aggiornamento del 02/05/2019
Foto: Jozef Polc © 123rf.com
Foto: Jozef Polc © 123rf.com
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 02/05/2019
17/04/2019 - “Il decreto legge Sblocca Cantieri prevede l’aumento dal 30% al 50% della percentuale consentita da affidare in subappalto! Questa modifica al Codice dei Contratti - al contrario di molte delle altre che effettivamente sono volte alla semplificazione del sistema - non ha alcun legame con la necessità di velocizzare i cantieri”.
 
“Non si vuole demonizzare l’istituto del subappalto, previsto dal nostro Codice, ma l’uso distorto che nel nostro Paese se ne è sempre fatto, una zona opaca, all’ombra della quale prosperano le mafie, il lavoro nero, i cantieri insicuri che generano infortuni sul lavoro. È un fenomeno sotto gli occhi di tutti, asseverato da statistiche, prove e controprove”.
 
La pensa così FINCO, la Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni e la Manutenzione, in una nota aggiungendo che “ci sono degli effetti meno evidenti, ma non meno gravi nel tempo, che promanano da un uso distorto del subappalto nei LLPP: quello della progressiva dequalificazione dei lavori, particolarmente delle opere specialistiche e superspecialistiche (OS e SIOS)”.
 
“Ce ne rendiamo periodicamente conto - spiega FINCO - in occasione di disastri dovuti anche alla scarsa qualità delle opere e della relativa manutenzione. Ma evidentemente c’è un insuperabile grado di cecità e sordità su questi aspetti salvo poi lamentarsi, rigorosamente ex post”.
 
“Questo scenario - afferma la Federazione - verrà senz’altro peggiorato se si allarga la possibilità di affidamento in subappalto dal 30% al 50%. Ancora una volta dobbiamo sperare che il Legislatore possa porre rimedio ad una decisione dell’Esecutivo, nell’iter di conversione del provvedimento in Parlamento”.
 
La strada per snellire gli appalti pubblici non è questa - secondo le imprese -, se si pensa che passando dal 30% al 50% si consegnano a questa zona opaca da 10 a 12 miliardi di euro di lavori: così operando si aumenta forse il lavoro, ma quello del Ministero dell’Interno e della Autorità Anticorruzione, che nel nostro Paese contrastano, rispettivamente, le attività malavitose e le ‘deviazioni amministrative’ negli appalti pubblici.
 
Se proprio occorre mantenere tale percentuale, in considerazione della crisi che attanaglia molte imprese edili (vediamo però quali perché non si può pensare di continuare a sopravvivere sul solo margine tra appalto e subappalto e con i tre o quattro operai che fanno l’“impresa generale”) allora almeno che venga esclusa la possibilità di subappalto per tutte le opere specialistiche (OS) - conclude FINCO.
 
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