No all’accentramento in una centrale unica di progettazione
Fondazione Inarcassa si è detta soddisfatta dal fatto che il Governo “sia al lavoro per mettere finalmente mano al Codice degli Appalti e che il dl Sblocca Cantieri preveda un apprezzabile tentativo di semplificazione”, ma ritiene necessarie delle misure specifiche per i liberi professionisti “non accentrando in primis tutti i compiti inerenti alla progettazione di un’opera pubblica in una centrale unica di progettazione”.Per Fondazione Inarcassa, la centrale dovrebbe svolgere “un ruolo di supervisione, controllo e coordinamento tra tutte le stazioni appaltanti”.
Tra le altre misure per la tutela dei professionisti, Fondazione Inarcassa ritiene più urgenti “la non gratuità delle prestazioni professionali con l’individuazione delle componenti del compenso professionale che non devono essere sottoposte a ribasso e l’istituzione di una Long List unica nazionale di professionisti, che garantisca la verifica del possesso dei requisiti e dalla quale le stazioni appaltanti possano attingere”.
No all’incentivo 2% per i progettisti interni alla PA
La Fondazione ha criticato la misura che prevede la reintroduzione dell’incentivo del 2% per le attività di progettazione ad opera dei pubblici dipendenti, ritenendola un vero e proprio passo indietro rispetto a quanto fatto in precedenza dal codice appalti del 2016.“Mentre eravamo favorevoli a limitare l’incentivo per i dipendenti delle PA alle sole attività di programmazione e controllo della spesa per investimenti e delle procedure di gara, nonché per le fasi tecniche della direzione lavori e del collaudo, oggi, questa nuova modifica, significherebbe un duro colpo e un attacco alla dignità degli architetti e ingegneri che vivono di sola libera professione e che da anni soffrono di una grave crisi e un’importante contrazione dei redditi” ha dichiarato il Presidente di Fondazione Inarcassa Egidio Comodo nel corso dell’audizione. “Questa misura - ha aggiunto Comodo - comporterebbe inevitabilmente uno svilimento del ruolo e della qualità del lavoro garantita dai liberi professionisti che operano nei confronti della pubblica amministrazione e avvantaggerebbe i soli dipendenti pubblici con un’integrazione importante del loro, già sicuro, stipendio”.