
Efficientamento energetico dei locali commerciali, FI propone di ‘superare l’equo canone’
RISPARMIO ENERGETICO
Efficientamento energetico dei locali commerciali, FI propone di ‘superare l’equo canone’
Un ddl concede la possibilità, al proprietario che realizzi l’intervento, di concordare il valore e la durata del canone di locazione
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del 21/05/2019

02/04/2019 - Superamento della normativa sull'equo canone nelle locazioni commerciali a fronte di ristrutturazioni con risparmio energetico da parte dei proprietari.
Questo l’obiettivo del disegno di legge 1007 presentato da Forza Italia per promuovere interventi energetici anche nel settore non residenziale e, allo stesso tempo, favorire la crescita delle attività commerciali.
Oggi, infatti, la stipula dei contratti ha durata inderogabile, nel corso dei quali il canone di locazione deve per legge rimanere immutato (salvo l’aggiornamento ISTAT, per giunta solo al 75 per cento): 12 anni (6+6) o 18 anni (9+9) a seconda dell’attività intrapresa.
Con questa proposta, un proprietario che effettua lavori di ristrutturazioni volti al risparmio energetico potrà effettuare una libera contrattazione dei canoni di locazione (ridotti rispetto a quelli di mercato) stipulare contratti di più breve durata o stabilire anticipatamente una differenziazione dei canoni negli anni.
“Una deroga alla Legge 392/78 esiste già - ricorda Dal Mas - ed è attualmente prevista per quei contratti di locazione con un canone annuo superiore ai 250mila euro, ossia grandi centri commerciali, grandi catene e multinazionali. Se la proposta di legge fosse approvata a trarne giovamento sarebbero, perciò, le piccole imprese”.
“Vogliamo condividere questa proposta con la maggioranza e con le altre opposizioni perché si tratta di cinque milioni di immobili in cui passiamo il 50% della nostra vita lavorativa», ha sottolineato il capogruppo azzurro al Senato, Anna Maria Bernini, evidenziando che è già stata chiesta la calendarizzazione del testo.
Questo l’obiettivo del disegno di legge 1007 presentato da Forza Italia per promuovere interventi energetici anche nel settore non residenziale e, allo stesso tempo, favorire la crescita delle attività commerciali.
Efficientamento energetico: le misure per il non residenziale
Il ddl concede la possibilità al proprietario del locale non residenziale che realizzi un intervento di efficientamento energetico (riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento; miglioramento termico mediante coibentazioni, pavimentazioni, finestre ed infissi; installazione di pannelli solari; sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale), di derogare alla Legge 392/1978 che regola i rapporti contrattuali fondamentali per l’esercizio dell’attività economica e d’impresa.Oggi, infatti, la stipula dei contratti ha durata inderogabile, nel corso dei quali il canone di locazione deve per legge rimanere immutato (salvo l’aggiornamento ISTAT, per giunta solo al 75 per cento): 12 anni (6+6) o 18 anni (9+9) a seconda dell’attività intrapresa.
Con questa proposta, un proprietario che effettua lavori di ristrutturazioni volti al risparmio energetico potrà effettuare una libera contrattazione dei canoni di locazione (ridotti rispetto a quelli di mercato) stipulare contratti di più breve durata o stabilire anticipatamente una differenziazione dei canoni negli anni.
Locali commerciali e misure per il risparmio energetico: meno vincoli
Il primo firmatario del ddl, il senatore di Forza Italia Franco Dal Mas, ha commentato: “Penso che la durata delle locazioni deve scaturire da una libera contrattazione tra le parti e ad altre misure come quella per aiutare l'efficienza energetica degli immobili laddove si registrano carenze rispetto alla normativa di riferimento. Serve una nuova normativa più snella e meno vincolistica, che riesca a incrociare la domanda con l'offerta, per promuovere anche l'intrapresa giovanile e delle startup”.“Una deroga alla Legge 392/78 esiste già - ricorda Dal Mas - ed è attualmente prevista per quei contratti di locazione con un canone annuo superiore ai 250mila euro, ossia grandi centri commerciali, grandi catene e multinazionali. Se la proposta di legge fosse approvata a trarne giovamento sarebbero, perciò, le piccole imprese”.
“Vogliamo condividere questa proposta con la maggioranza e con le altre opposizioni perché si tratta di cinque milioni di immobili in cui passiamo il 50% della nostra vita lavorativa», ha sottolineato il capogruppo azzurro al Senato, Anna Maria Bernini, evidenziando che è già stata chiesta la calendarizzazione del testo.