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Sblocca Cantieri e decreto Crescita, ecco cosa ne pensano i progettisti

Sblocca Cantieri e decreto Crescita, ecco cosa ne pensano i progettisti

I risultati del sondaggio di Edilportale: no al massimo ribasso fino a 5,5 milioni di euro, sì alla TAV Torino-Lione

Vedi Aggiornamento del 30/09/2020
Foto: Jozef Polc © 125rf.com
Foto: Jozef Polc © 125rf.com
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 30/09/2020
28/05/2019 - Conclusa la tornata elettorale per le europee, i Parlamentari tornano al lavoro su due dei provvedimenti ritenuti dal Governo tra i più importanti per la vita economica del Paese: il decreto Sblocca Cantieri e il decreto Crescita.
 
Nelle scorse due settimane Edilportale ha lanciato un sondaggio tra i propri lettori per raccogliere opinioni, commenti e idee sulle misure che impattano sui settori della progettazione e delle costruzioni. All’indagine hanno risposto soprattutto ingegneri, architetti e geometri (64%), ma anche imprenditori edili (12%) e dipendenti pubblici (8%), soprattutto del Nord e del Sud Italia.
 
Il primo tema sottoposto ai partecipanti è stato quello dell’incentivo del 2% per la progettazione svolta da dipendenti pubblici, reintrodotto con il DL e poi eliminato in Senato, anche a seguito delle proteste dei liberi professionisti. E infatti, nel sondaggio, sono state molto gettonate le affermazioni contrarie alla misura: i dipendenti pubblici devono limitarsi alla programmazione e gestione degli appalti (33%), si avvantaggiano i dipendenti pubblici che hanno un già sicuro stipendio (28%), si svilisce il ruolo dei liberi professionisti (scelta dal 25%). Tuttavia, il 29% pensa che valorizzare il personale delle P.A. sia indispensabile per sbloccare le opere pubbliche.
 
Il decreto Sblocca Cantieri reintroduce l’appalto integrato. Con quali conseguenze? Per il 36% dei rispondenti, il progetto redatto dal progettista legato all’impresa è tecnicamente migliore; per il 33% aumenteranno varianti in corso d’opera, contenziosi, extracosti e, quindi, opere incompiute; per il 31% la commistione progettista/esecutore abbasserà la qualità delle opere; solo per il 24% le P.A. bandiranno più gare creando più opportunità per i progettisti.
 
Secondo il decreto Sblocca Cantieri, i lavori fino a 5,5 milioni di euro possono essere affidati con massimo ribasso. Su questa misura i progettisti interpellati hanno espresso decisa contrarietà: si ridurranno l’attenzione alla qualità (opzione scelta dal 68%) e alla sicurezza sul lavoro (42%); che le opere pubbliche si realizzeranno più velocemente lo pensa il 18% mentre l’opzione per cui la capacità organizzativa e imprenditoriale sarà valutata in modo oggettivo è l’opzione scalta dal 17% dei partecipanti.
 
Tra le risposte e proposte libere ci sono: “meglio l’esclusione automatica dell’offerta per evitare ribassi temerari”, “dipende dal tipo di progetto, se veramente esecutivo, e dalla serietà delle imprese partecipanti nonchè dal prevedere sistemi che non consentano eccessivi ribassi”, “si ridurranno le discrezionalità delle commissioni di gara che con l’offerta migliorativa hanno condizionato tantissime gare a favore di imprese amiche”, “è tecnicamente sbagliato accettare massimi ribassi”.
 
Il tetto per il subappalto, ora al 30%, è aumentato al 40%. Abbiamo chiesto ai progettisti di indicare quanto fossero d’accordo con alcune delle possibili conseguenze: il 70% è abbastanza o molto d’accordo sul fatto che la misura favorirà le piccole imprese ma il 63% pensa che aumenterà il rischio di infiltrazioni malavitose.
 
Una delle novità più attese dello Sblocca Cantieri è la lista delle infrastrutture prioritarie per le quali saranno nominati commissari straordinari. Secondo il 45% dei partecipanti al sondaggio, è giusto accelerare con deroghe il completamento di opere importanti ma il 58% pensa che se sono necessari commissari straordinari, allora lo Sblocca Cantieri non ha risolto i problemi. Ma quali opere vanno sbloccate attraverso una gestione commissariale? Queste alcune delle risposte: TAV Torino-Lione, Sassari-Olbia, ferrovie in Sicilia.
 
Per effetto del Decreto Crescita, le Regioni derogheranno ai limiti di densità, altezza e distanza tra fabbricati e standard urbanistici. Quali conseguenze avranno tali deroghe? Creeranno confusione e disomogeneità tra i territori (41%) ma favoriranno la riduzione del consumo di suolo (36%). Tuttavia, per il 46%, non bastano deroghe regionali ma occorrono standard omogenei a livello nazionale.
 
Infine, il Decreto Crescita introduce lo sconto immediato in alternativa ad ecobonus e sismabonus. Il 52% dei rispondenti saluta con favore la novità ritenendo che la possibilità di conseguire subito il risparmio spingerà ad intraprendere i lavori. Relativamente all’ecobonus, il 36% ritiene più utile reintrodurre l’incentivo al 65% per tutti gli interventi mentre, per quanto riguarda il sismabonus, il 41% afferma che occorre associarvi la detrazione delle spese per diagnosi sismica anche senza lavori.
 

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