
Sblocca Cantieri, il ‘Fondo Salva Pmi’ non graverà sui vincitori delle gare
NORMATIVA
Sblocca Cantieri, il ‘Fondo Salva Pmi’ non graverà sui vincitori delle gare
Santillo (M5S) annuncia anche subappalto fino al 40% e nuove soglie. Ance preoccupata da deroghe e supercommissari
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del 17/06/2019

15/05/2019 - Il ‘Fondo Salva Pmi’ non sarà finanziato dalle imprese vincitrici delle gare; cambieranno anche i tetti per la procedura negoziata e la soglia del subappalto. Lo ha annunciato il deputato Agostino Santillo (M5S) durante il convegno “Sbloccacantieri, quali risorse, quali regole” che si è svolto ieri a Roma nella sede dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance).
La cosa importante - ha ribadito Gabriele Buia - presidente dell’Ance, è capire “se la cassa c’è - e soprattutto - l'impegno del Governo sul tema del loro immediato utilizzo”. Per le infrastrutture, ha rilevato l’Ance, ci sono 150 miliardi di euro complessivamente stanziati dalle ultime tre leggi di bilancio, ma la maggior parte delle risorse risulta bloccata. Lo Sblocca Cantieri è quindi un inizio, ma secondo i costruttori edili ora bisogna passare dalle parole ai fatti.
Per questo i costruttori hanno chiesto al Governo chiarezza invece che deroghe, manifestando dubbi sui supercommissari e sui continui cambi di priorità nella programmazione.
La proposta di istituire il Fondo è stata lanciata nei giorni scorsi dal Ministero delle Infrastrutture dopo aver rilevato che l’apertura di procedure di concordato a carico delle imprese di maggiori dimensioni ha implicato molto spesso l'impossibilità di pagare i subfornitori e i subappaltatori, che svolgono un ruolo nevralgico per il completamento delle opere pubbliche.
Il Fondo anticiperà gran parte dei crediti vantati in caso di mancati pagamenti per crisi di impresa. Inizialmente era circolata l'ipotesi che il Fondo dovesse essere alimentato con piccole contribuzioni da parte del soggetto aggiudicatario dell'appalto. La proposta di introdurre un nuovo onere per l'impresa vincitrice non è però piaciuta al mondo imprenditoriale, tanto che il Governo sta mettendo a punto una diversa modalità di approvvigionamento del Fondo.
Anche ha ricordato che, nel 2018, dei 3 miliardi di euro spendibili del Fondo da 60 miliardi per le infrastrutture della presidenza del Consiglio, sono stati spesi meno di 300 milioni. Per l’Ance, la causa è nella mancata attivazione dei mutui Bei, nei ritardi procedurali e nell'ingessatura del percorso burocratico.
“I costruttori hanno perso la fiducia - ha ribadito Buia - C'è stato un calo degli investimenti di 70 miliardi di euro negli ultimi 10 anni. Negli ultimi 4 anni si sono persi 14 miliardi di investimenti. Quest'anno sono previsti altri investimenti ma non riusciamo a vedere quell'aumento che auspichiamo tutti. Vogliamo credere alle promesse ma non abbiamo più tempo”.
“Occorre chiarezza - ha incalzato Buia - sulle risorse e sulle regole. Sono due temi che dobbiamo mettere al centro dell'attenzione di questo nostro dibattito interno. La domanda è: ma le risorse ci sono? Ci sono davvero? Se si parla di accelerare sulle opere ma, poi, non ci sono le risorse, si impedisce qualsiasi prosecuzione della crescita. L'unica certezza è che i soldi, se ci sono, non vengono utilizzati”.
"Siamo ancora ricorrendo vecchi progetti. Restano i tanti problemi, primo tra tutti: riusciremo a sterilizzare i 23 miliardi di Iva per il prossimo anno? Gli investimenti continuano a decrescere - ha aggiunto il presidente Ance - mentre la spesa pubblica aumenta. Sono oltre 600 le opere bloccate per 53 miliardi. Avremmo potuto impiegare quasi 800mila lavoratori. Abbiamo lanciato la nostra proposta: il blocca degrado perché non dobbiamo arrenderci al degrado delle nostre città e delle nostre infrastrutture".
"Ci preoccupano, poi, molto i supercommissari. Non pensiamo che siano una strada percorribile. Non vorremmo trovare delle opere che hanno delle corsie preferenziali ed altre che restano al palo. Non vogliamo avere deroghe alle procedure di gara. Perché dobbiamo scrivere un Codice se un supercommissario può derogare a tutto? Vogliamo regole semplici e uguali per tutti".
Ance ha chiesto anche più certezza nella programmazione, che “è stata modificata 5 volte negli ultimi 8 anni. Nel caso dell'attuale Governo - hanno spiegato i costruttori - la questione non riguarda soltanto la Tav, il Terzo Valico o le altre grandi priorità strategiche come la Brescia-Verona-Venezia che risultano bloccate o in attesa di atti formali che consentano di attivare o proseguire i cantieri e spendere le risorse. La questione riguarda anche le opere più urgenti di manutenzione del territorio e per la sicurezza degli edifici scolastici. Eppure ogni euro investito in manutenzione consente di risparmiare 4 euro di spese emergenziali".
Ad esempio, il programma 'Proteggi Italia' - si legge nel dossier - annunciato dal Governo ad inizio marzo, che prevede 11 miliardi di euro di investimenti per la riduzione del rischio idrogeologico, invece di concentrarsi sull'accelerazione della spesa dei programmi già definiti e sull'attribuzione delle risorse da destinare, rimette in discussione anche parte della programmazione prioritaria già definita per circa 3 miliardi di euro. Questo mette a rischio l'avanzamento anche di quello che si sta facendo”.
La cosa importante - ha ribadito Gabriele Buia - presidente dell’Ance, è capire “se la cassa c’è - e soprattutto - l'impegno del Governo sul tema del loro immediato utilizzo”. Per le infrastrutture, ha rilevato l’Ance, ci sono 150 miliardi di euro complessivamente stanziati dalle ultime tre leggi di bilancio, ma la maggior parte delle risorse risulta bloccata. Lo Sblocca Cantieri è quindi un inizio, ma secondo i costruttori edili ora bisogna passare dalle parole ai fatti.
Per questo i costruttori hanno chiesto al Governo chiarezza invece che deroghe, manifestando dubbi sui supercommissari e sui continui cambi di priorità nella programmazione.
Sblocca Cantieri, il 'Fondo Salva Pmi'
Continua a delinearsi il ‘Fondo Salva Pmi’, pensato per garantire i pagamenti a subfornitori e subappaltatori in caso di crisi dell’impresa principale. Come annunciato da Santillo, non sarà finanziato da una microtassa a carico delle imprese che si aggiudicano la gara d’appalto (pari allo 0,2% del valore del ribasso offerto), ma con risorse all'interno del quadro economico a disposizione di ogni opera pubblica.La proposta di istituire il Fondo è stata lanciata nei giorni scorsi dal Ministero delle Infrastrutture dopo aver rilevato che l’apertura di procedure di concordato a carico delle imprese di maggiori dimensioni ha implicato molto spesso l'impossibilità di pagare i subfornitori e i subappaltatori, che svolgono un ruolo nevralgico per il completamento delle opere pubbliche.
Il Fondo anticiperà gran parte dei crediti vantati in caso di mancati pagamenti per crisi di impresa. Inizialmente era circolata l'ipotesi che il Fondo dovesse essere alimentato con piccole contribuzioni da parte del soggetto aggiudicatario dell'appalto. La proposta di introdurre un nuovo onere per l'impresa vincitrice non è però piaciuta al mondo imprenditoriale, tanto che il Governo sta mettendo a punto una diversa modalità di approvvigionamento del Fondo.
Sblocca Cantieri, tetto del subappalto al 40%?
La soglia massima per il subappalto, ha spiegato Santillo, potrebbe essere portata al 40%. Non più né il 50% prospettato dal DL Sblocca Cantieri né il 30% previsto dal Codice Appalti. A spingere per una liberalizzazione del subappalto non è solo l’Europa, ma anche i costruttori. Buia ha ribadito che la soglia del 30% prevista dal Codice Appalti non è gestibile per le imprese. “In un'opera complessa - ha spiegato - le imprese italiane non riescono a rientrarci. Il lavoro è talmente specializzato ormai che solo per gli impianti sei già a ridosso del 30%. Ciò non significa tuttavia deregolamentare totalmente e passare al 100% come chiesto dall'Ue. Tra il 30% e il 100% si può trovare un equilibrio”.Sblocca Cantieri, soglie delle gare e cause di esclusione
Saranno modificate, ha annunciato Santillo, le soglie per la procedura negoziata: il DL prevede la procedura aperta, ma con massimo ribasso, dopo i 200mila euro; le proposte avanzate dal Governo alzano l’asticella a un milione di euro, prevedendo però scaglioni di importo intermedi con procedure differenziate. Santillo ha, inoltre, annunciato che sarà eliminata la norma che prevede l’esclusione delle imprese per irregolarità fiscale e contributiva non ancora accertata.Ance: ‘non abbiamo più tempo’
Se, per i costruttori edili, lo Sblocca Cantieri rappresenta un buon inizio, la cosa fondamentale ora è fare presto. Ance ha denunciato che nelle ultime tre Leggi di Bilancio sono stati stanziati per le infrastrutture 150 miliardi di euro, ma di queste maxi-risorse è stato speso solo il 4%. Il resto rimane bloccato. Secondo i costruttori edili, sono stati utilizzati solo il 19,6% dei fondi europei 2014-2020 (pari a 10 miliardi su 51 disponibili tra Fesr e Fse) e l'1,5% delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (492 milioni su 32 miliardi).Anche ha ricordato che, nel 2018, dei 3 miliardi di euro spendibili del Fondo da 60 miliardi per le infrastrutture della presidenza del Consiglio, sono stati spesi meno di 300 milioni. Per l’Ance, la causa è nella mancata attivazione dei mutui Bei, nei ritardi procedurali e nell'ingessatura del percorso burocratico.
“I costruttori hanno perso la fiducia - ha ribadito Buia - C'è stato un calo degli investimenti di 70 miliardi di euro negli ultimi 10 anni. Negli ultimi 4 anni si sono persi 14 miliardi di investimenti. Quest'anno sono previsti altri investimenti ma non riusciamo a vedere quell'aumento che auspichiamo tutti. Vogliamo credere alle promesse ma non abbiamo più tempo”.
“Occorre chiarezza - ha incalzato Buia - sulle risorse e sulle regole. Sono due temi che dobbiamo mettere al centro dell'attenzione di questo nostro dibattito interno. La domanda è: ma le risorse ci sono? Ci sono davvero? Se si parla di accelerare sulle opere ma, poi, non ci sono le risorse, si impedisce qualsiasi prosecuzione della crescita. L'unica certezza è che i soldi, se ci sono, non vengono utilizzati”.
"Siamo ancora ricorrendo vecchi progetti. Restano i tanti problemi, primo tra tutti: riusciremo a sterilizzare i 23 miliardi di Iva per il prossimo anno? Gli investimenti continuano a decrescere - ha aggiunto il presidente Ance - mentre la spesa pubblica aumenta. Sono oltre 600 le opere bloccate per 53 miliardi. Avremmo potuto impiegare quasi 800mila lavoratori. Abbiamo lanciato la nostra proposta: il blocca degrado perché non dobbiamo arrenderci al degrado delle nostre città e delle nostre infrastrutture".
"Ci preoccupano, poi, molto i supercommissari. Non pensiamo che siano una strada percorribile. Non vorremmo trovare delle opere che hanno delle corsie preferenziali ed altre che restano al palo. Non vogliamo avere deroghe alle procedure di gara. Perché dobbiamo scrivere un Codice se un supercommissario può derogare a tutto? Vogliamo regole semplici e uguali per tutti".
Ance ha chiesto anche più certezza nella programmazione, che “è stata modificata 5 volte negli ultimi 8 anni. Nel caso dell'attuale Governo - hanno spiegato i costruttori - la questione non riguarda soltanto la Tav, il Terzo Valico o le altre grandi priorità strategiche come la Brescia-Verona-Venezia che risultano bloccate o in attesa di atti formali che consentano di attivare o proseguire i cantieri e spendere le risorse. La questione riguarda anche le opere più urgenti di manutenzione del territorio e per la sicurezza degli edifici scolastici. Eppure ogni euro investito in manutenzione consente di risparmiare 4 euro di spese emergenziali".
Ad esempio, il programma 'Proteggi Italia' - si legge nel dossier - annunciato dal Governo ad inizio marzo, che prevede 11 miliardi di euro di investimenti per la riduzione del rischio idrogeologico, invece di concentrarsi sull'accelerazione della spesa dei programmi già definiti e sull'attribuzione delle risorse da destinare, rimette in discussione anche parte della programmazione prioritaria già definita per circa 3 miliardi di euro. Questo mette a rischio l'avanzamento anche di quello che si sta facendo”.