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Equo compenso, atteso a metà giugno il tavolo ministeriale

Equo compenso, atteso a metà giugno il tavolo ministeriale

Il Ministero della Giustizia rivedrà la normativa con la collaborazione di Ordini e Collegi professionali

Vedi Aggiornamento del 17/06/2020
Foto: facebook.com/ministerodellagiustizia
di Rossella Calabrese
03/06/2019 - Si allungano i tempi per la revisione della disciplina sull’equo compenso. Il tavolo tecnico annunciato due mesi fa dal Sottosegretario alla Giustizia con delega alle professioni, Jacopo Morrone, nell’incontro con i Consigli Nazionali degli Ordini e dei Collegi professionali, si insedierà a metà giugno.
 

Equo compenso, la revisione delle norme

Il Sottosegretario Morrone, a novembre 2018, assicurò agli Ordini e Collegi professionali che entro maggio 2019 sarebbero stati messi a punto alcuni provvedimenti finalizzati a migliorare le condizioni di lavoro dei professionisti.
 
In particolare, il Sottosegretario espresse l’intenzione di legiferare per l'effettiva applicazione del principio dell’equo compenso e di rivedere le norme che regolano le procedure elettorali degli Ordini e Collegi professionali.

L’incontro si concluse con un appuntamento a gennaio 2019 per individuare, entro il mese di maggio, i provvedimenti specifici da porre all’attenzione del Governo e del Parlamento. Nel frattempo, gli Ordini e Collegi professionali avrebbero inviato le richieste e le proposte già elaborate sulle tematiche oggetto di interesse delle specifiche categorie.
 

Equo compenso, in aprile l’impegno di tre Ministeri

Il 2 aprile, il Sottosegretario Morrone ha nuovamente incontrato i rappresentanti dei Consigli Nazionali degli Ordini e Collegi professionali, impegnandosi ad attivare un tavolo tecnico al fine di arrivare a un perfezionamento organico della misura dell’equo compenso.
 
“Da subito un tavolo tecnico al Ministero - scriveva ad aprile Morrone su Facebook - per eliminare criticità ed assicurare ai liberi professionisti, soprattutto i più giovani, un compenso minimo garantito e permettere così di avviare o svolgere in modo onesto e professionale la propria attività a servizio dei cittadini”.
 
“L’equo compenso - aggiungeva nelle stesse ore la Rete Professioni Tecniche - è divenuto legge nel 2017. I lavori del costituendo tavolo tecnico partiranno dall’esigenza di rafforzare l’istituto dell’equo compenso, con l’obiettivo di estenderne l’efficacia a tutti i rapporti attualmente non inclusi, e attivando misure di monitoraggio sulla sua effettiva applicazione, sia in ambito pubblico che privato”.

Il giorno dopo, il 3 aprile, anche il vicepremier e Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro e Politiche Sociali, Luigi Di Maio, prometteva alle associazioni dei professionisti che avrebbe “esaminato quanto prima la norma dell’equo compenso, partendo dall’aggiornamento dei parametri giudiziali fino a un compenso dignitoso per tutti i professionisti”. A quella riunione non sono seguiti nuovi incontri tra le associazioni firmatarie e il Ministro del Lavoro.

 

Equo compenso, i ddl in Parlamento

Intanto, in Parlamento giacciono almeno tre disegni di legge sul tema: il ddl 620 in materia di equo compenso e di responsabilità professionale nell'esercizio delle professioni regolamentate, presentato alla Camera nel maggio 2018 dalla deputata FI-BP Claudia Porchietto, il cui testo non è stato ancora diffuso, il ddl 326 che propone la reintroduzione delle tariffe, presentato dal senatore FdI Stefano Bertacco, il cui esame non è ancora iniziato, e il ddl 1216 in materia di equità del compenso e responsabilità professionale delle professioni regolamentate, presentato dalla senatrice Roberta Toffanin (FI-BP), da assegnare.
 

Equo compenso, l’attività delle Regioni

Molto dinamica è, invece, la situazione a livello regionale: le Regioni stanno, infatti, legiferando per la tutela del lavoro professionale. Si registrano diverse leggi che vincolano il rilascio dei titoli abilitativi al pagamento delle parcelle: le ultime in ordine di tempo sono quelle ancora in itinere del Molise e della Puglia e quelle già vigenti nel Lazio, in Campania, in Basilicata e in Calabria.
 
A queste norme, si aggiungono quelle sull’equo compenso vero e proprio, come quella della Toscana che sta lavorando ad una norma sul giusto compenso delle prestazioni erogate dai professionisti nei confronti sia della pubblica amministrazione che dei privati.
 
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