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Equo compenso, la Puglia approva due leggi

Equo compenso, la Puglia approva due leggi

Due provvedimenti per tutelare le prestazioni professionali rese alle pubbliche amministrazioni e ai privati

Vedi Aggiornamento del 22/03/2021
Consiglio regionale della Puglia, Bari - www.enzocolonna.com
Consiglio regionale della Puglia, Bari - www.enzocolonna.com
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 22/03/2021
19/06/2019 - Nella seduta di ieri 18 giugno, il Consiglio Regionale pugliese ha approvato due disegni di legge in materia di equo compenso e di tutela delle prestazioni professionali.
 
Due provvedimenti finalizzati, rispettivamente, a garantire il principio dell’equo compenso nelle prestazioni rese dai professionisti in esecuzione di incarichi conferiti dalle P.A., e a tutelare le prestazioni professionali rese su incarico dei privati e delle imprese, nell’ambito dei procedimenti volti al rilascio di titoli abilitativi.
 

Equo compenso nelle prestazioni professionali rese alla P.A.

Il primo, ‘Norme in materia di equo compenso nell’esercizio delle professioni regolamentate’, mira a garantire il principio dell’equo compenso in relazione alle prestazioni rese da tutti i professionisti in esecuzione di incarichi conferiti dall’Amministrazione regionale, inclusi gli enti vigilati e/o controllati.
 
L’obiettivo è quello di fare in modo che l’amministrazione regionale riconosca pienamente il valore sociale ed economico delle libere professioni, impedendo che possano essere previste retribuzioni non correttamente parametrate alla qualità e quantità delle prestazioni richieste o addirittura meramente simboliche.
 
“Sono molto soddisfatto per l’approvazione della legge - ha commentato Enzo Colonna, consigliere per Noi a Sinistra per la Puglia -. Si tratta di un intervento legislativo particolarmente importante e atteso che consente di recepire, anche in Puglia, la normativa nazionale che ha esteso alle P.A. l’obbligo di retribuire i professionisti in maniera congrua e nel rispetto dei parametri fissati dagli appositi decreti ministeriali, obbligo inizialmente contemplato solo nei rapporti tra professionisti e committenti ‘forti’ (banche, assicurazioni e, per quel che ci riguarda, grandi imprese)”.
 
“La legge - ha spiegato Colonna - impegna a riconoscere pienamente il valore sociale ed economico, nonché la dignità, delle libere professioni, con la liquidazione, in favore dei professionisti che operino nell’interesse dell’Amministrazione regionale, di compensi correttamente determinati in ragione della qualità e della quantità delle prestazioni rese”.
 
“Con questa legge, la Regione (in tutte le sue articolazioni, comprese società e aziende dalla stessa partecipate, vigilate o controllate) si impegna a riconoscere equi compensi ai professionisti che prestano la loro attività in suo favore, conformemente a quanto stabilito negli appositi decreti ministeriali che fissano i parametri di riferimento per la loro determinazione, in modo che siano proporzionati al lavoro svolto, oltre che rispettoso della dignità della professione esercitata”.
 
Ma nella legge c’è un altro importante punto: si prevede che, nel caso di prestazioni rese in esecuzione di incarichi professionali finalizzati alla presentazione di istanze, segnalazioni, dichiarazioni e comunicazioni di qualunque tipo ad una pubblica amministrazione del territorio regionale, l’effettivo rispetto della normativa in materia di ‘equo compenso rappresenta una condizione indispensabile per la conclusione del procedimento amministrativo e deve essere attestato con apposita dichiarazione rilasciata dal committente.
 

Tutela delle prestazioni professionali rese ai privati

Il secondo, ‘Norme in materia di tutela delle prestazioni professionali per attività espletate per conto di committenti privati e di contrasto all’evasione fiscale’, vuole riconoscere il valore sociale ed economico delle prestazioni rese dai professionisti su incarico dei privati e delle imprese, nell’ambito dei procedimenti volti al rilascio di titoli abilitativi.
 
L’obiettivo che si intende perseguire è di contribuire alla riduzione dell’evasione fiscale imponendo la presentazione della fattura agli uffici della P.A..
 
La legge prevede che, al momento del rilascio al privato dell’atto autorizzativo in materia di edilizia ed urbanistica, il professionista dichiari che le proprie prestazioni siano state economicamente soddisfatte, indicando anche gli estremi della fattura, pena il mancato rilascio degli atti autorizzativi da parte della Pubblica Amministrazione.
 
Si tratta di una legge - ha spiegato Cristian Casili, consigliere del M5S e primo firmatario del provvedimento - “attesa da tutti gli ordini professionali che finalmente vedranno riconosciuti i loro diritti. Saranno tutelati ingegneri, architetti, geometri e tutti quei professionisti che oggi purtroppo sono costretti ad accettare compensi inadeguati per le prestazioni svolte e allo stesso modo contrasteremo la piaga dei compensi in nero”.
 
“Un equo compenso - ha concluso Casili - favorisce il miglioramento della qualità della progettazione e permette ai professionisti di lavorare con maggiore serenità. Con la votazione di oggi, abbiamo permesso anche alla Puglia, come già accade in altre regioni d’Italia, di convergere nella direzione di regione virtuosa. Con questo provvedimento promuoviamo la dignità economica e sociale dei lavoratori autonomi, in modo da poter anche dare un aiuto concreto ai tanti giovani che incontrano difficoltà nel farsi strada nel mondo del lavoro professionale”.
 
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