
Regime forfettario, può accedervi un professionista che rientra dall’estero?
PROFESSIONE
Regime forfettario, può accedervi un professionista che rientra dall’estero?
Agenzia delle Entrate: non deve esserci una trasformazione artificiosa da lavoro dipendente ad autonomo
Vedi Aggiornamento
del 20/04/2020

02/09/2019 - Un professionista italiano che lavora all’estero, può tornare in Italia usufruendo del regime forfettario? Con la risposta 335/2019, l’Agenzia delle Entrate ha risposto che bisogna tenere in considerazione una serie di fattori.
Il professionista stava valutando la possibilità di rientrare in Italia, con contestuale riacquisto della residenza e l’apertura di partita IVA per lo svolgimento dell’attività di consulente per aziende italiane e straniere.
A questo scopo, aveva chiesto se, date le sue condizioni, potesse accedere al regime forfettario.
L’altro aspetto fondamentale è che, con l’apertura della partita Iva, non si voglia trasformare artificiosamente un rapporto di lavoro dipendente in lavoro autonomo.
La Legge di Bilancio 2019, che ha modificato la normativa sulle partite Iva con un regime di tassazione agevolato, stabilisce che “non possono avvalersi del regime forfetario le persone fisiche la cui attività sia esercitata prevalentemente nei confronti di datori di lavoro con i quali sono in corso rapporti di lavoro o erano intercorsi rapporti di lavoro nei due precedenti periodi d’imposta ovvero nei confronti di soggetti direttamente o indirettamente riconducibili ai suddetti datori di lavoro, a esclusione dei soggetti che iniziano una nuova attività dopo aver svolto il periodo di pratica obbligatorio ai fini dell’esercizio di arti o professioni”.
Nel caso preso in esame, il professionista nei due anni precedenti non aveva svolto alcuna attività di lavoro dipendente, ma aveva lavorato come libero professionista in qualità di consulente GIS per i sistemi informativi geografici per un cliente estero.
In presenza delle altre condizioni che rendono possibile l’accesso al regime forfettario, come il tetto ai ricavi e compensi a 65mila euro, se tornasse in Italia, il professionista potrebbe aprire la Partita Iva nel sistema agevolato.
Regime forfettario e professionista residente all’estero
Il Fisco si è pronunciato sul caso di un professionista italiano residente all’estero, che lavorava come consulente per una società estera.Il professionista stava valutando la possibilità di rientrare in Italia, con contestuale riacquisto della residenza e l’apertura di partita IVA per lo svolgimento dell’attività di consulente per aziende italiane e straniere.
A questo scopo, aveva chiesto se, date le sue condizioni, potesse accedere al regime forfettario.
Regime forfettario se non c’è trasformazione artificiosa del rapporto di lavoro
L’Agenzia delle Entrate ha spiegato che bisogna valutare diverse condizioni. Innanzitutto, deve effettivamente trasferire la sua residenza in Italia e svolgere qui la sua attività di lavoro autonomo.L’altro aspetto fondamentale è che, con l’apertura della partita Iva, non si voglia trasformare artificiosamente un rapporto di lavoro dipendente in lavoro autonomo.
La Legge di Bilancio 2019, che ha modificato la normativa sulle partite Iva con un regime di tassazione agevolato, stabilisce che “non possono avvalersi del regime forfetario le persone fisiche la cui attività sia esercitata prevalentemente nei confronti di datori di lavoro con i quali sono in corso rapporti di lavoro o erano intercorsi rapporti di lavoro nei due precedenti periodi d’imposta ovvero nei confronti di soggetti direttamente o indirettamente riconducibili ai suddetti datori di lavoro, a esclusione dei soggetti che iniziano una nuova attività dopo aver svolto il periodo di pratica obbligatorio ai fini dell’esercizio di arti o professioni”.
Nel caso preso in esame, il professionista nei due anni precedenti non aveva svolto alcuna attività di lavoro dipendente, ma aveva lavorato come libero professionista in qualità di consulente GIS per i sistemi informativi geografici per un cliente estero.
In presenza delle altre condizioni che rendono possibile l’accesso al regime forfettario, come il tetto ai ricavi e compensi a 65mila euro, se tornasse in Italia, il professionista potrebbe aprire la Partita Iva nel sistema agevolato.