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Partite Iva, ancora incognita sul regime forfetario
NORMATIVA
Partite Iva, ancora incognita sul regime forfetario
Accordo sull’obbligo di POS: dal 1° luglio 2020 multe per chi non accetta pagamenti elettronici. Carcere per i grandi evasori
22/10/2019 - Nulla di fatto per la definizione del regime forfetario. Il vertice di maggioranza di ieri sera non è riuscito a sciogliere tutti i nodi sulle Partite Iva. I lavori per la ricerca di un accordo proseguiranno nei prossimi giorni.
C’è invece l’intesa sull’utilizzo del POS. L’obbligo di accettare pagamenti con carte di credito e bancomat, pena una sanzione, slitta a luglio 2020. Termini più lunghi anche per l’introduzione del tetto al denaro contante.
Saranno poi inasprite le pene a carico dei grandi evasori.
Sul resto dei contenuti, che entreranno nel disegno di legge di bilancio, si può ipotizzare che sarà introdotto il divieto di cumulo per chi guadagni oltre 30mila euro da lavoro dipendente, misura su cui sembrerebbero d’accordo tutti i partiti.
Dovrebbe essere sfumata l’introduzione del calcolo analitico del reddito su cui applicare la tassazione forfettaria. Il M5S vorrebbe inoltre che non fosse introdotto nessun limite alle spese per investimenti.
Nei giorni scorsi sono state avanzate anche altre ipotesi, come l’introduzione di soglie intermedie nell’ambito della flat tax, con i redditi più bassi, ad esempio fino a 30mila euro, esentati dall’obbligo di fatturazione elettronica.
Al momento tutte le strade sono ancora aperte.
A partire del 1° luglio 2020, i professionisti e gli altri esercenti che non accetteranno pagamenti con carta di credito o bancomat, di qualsiasi importo, saranno puniti con una sanzione amministrativa pari a 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento.
Slitta a luglio 2020 anche l'abbassamento del tetto all'utilizzo di denaro contante, che passerà da 3mila a 2mila euro, per poi arrivare a mille euro nel 2021.
Ora tutte le misure annunciate dovranno essere confermate con l'iter parlamentare.
C’è invece l’intesa sull’utilizzo del POS. L’obbligo di accettare pagamenti con carte di credito e bancomat, pena una sanzione, slitta a luglio 2020. Termini più lunghi anche per l’introduzione del tetto al denaro contante.
Saranno poi inasprite le pene a carico dei grandi evasori.
Partite Iva, Di Maio: 'il regime forfetario resterà al 15%'
"Sul regime forfettario già vi assicuro che resterà al 15%, stiamo lavorando ai dettagli" scrive Luigi Di Maio sulla sua pagina Facebook dopo aver annunciato che "sarà oggetto della discussione nei prossimi giorni".Sul resto dei contenuti, che entreranno nel disegno di legge di bilancio, si può ipotizzare che sarà introdotto il divieto di cumulo per chi guadagni oltre 30mila euro da lavoro dipendente, misura su cui sembrerebbero d’accordo tutti i partiti.
Dovrebbe essere sfumata l’introduzione del calcolo analitico del reddito su cui applicare la tassazione forfettaria. Il M5S vorrebbe inoltre che non fosse introdotto nessun limite alle spese per investimenti.
Nei giorni scorsi sono state avanzate anche altre ipotesi, come l’introduzione di soglie intermedie nell’ambito della flat tax, con i redditi più bassi, ad esempio fino a 30mila euro, esentati dall’obbligo di fatturazione elettronica.
Al momento tutte le strade sono ancora aperte.
Obbligo di POS, multe da luglio 2020
Accordo raggiunto sull’obbligo di utilizzo del POS previsto dalla bozza di decreto fiscale. Le multe ci saranno, ma a partire da luglio 2020. Nel frattempo il Governo lavorerà all’abbassamento delle commissioni sui pagamenti elettronici.A partire del 1° luglio 2020, i professionisti e gli altri esercenti che non accetteranno pagamenti con carta di credito o bancomat, di qualsiasi importo, saranno puniti con una sanzione amministrativa pari a 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento.
Slitta a luglio 2020 anche l'abbassamento del tetto all'utilizzo di denaro contante, che passerà da 3mila a 2mila euro, per poi arrivare a mille euro nel 2021.
Carcere per i grandi evasori
Oltre i 100mila euro di somma evasa, scatterà il carcere da 4 a 8 anni. Attualmente la pena prevista per questi reati arriva ad un massimo di 6 anni. Il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, al termine dei lavori ha annunciato “un segnale inequivocabile per i grandi evasori”.Ora tutte le misure annunciate dovranno essere confermate con l'iter parlamentare.