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Bonus facciate, ‘traffico di emendamenti’

Bonus facciate, ‘traffico di emendamenti’

La Commissione Bilancio del Senato ragiona sull’esclusione delle manutenzioni ordinarie e sul legame con l’efficientamento energetico

Vedi Aggiornamento del 27/12/2019
Bonus facciate, ‘traffico di emendamenti’
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 27/12/2019
27/11/2019 - Il bonus facciate, new entry nel panorama delle agevolazioni fiscali per chi intende ristrutturare casa, sta prendendo forma. La discussione sugli emendamenti al disegno di legge di Bilancio per il 2020 sta andando avanti e ha falciato le proposte che volevano legare gli interventi sulle facciate a quelli per il risparmio energetico.
 
Non avranno diritto al bonus neanche gli interventi di manutenzione ordinaria. Si tratta di modifiche provvisorie dal momento che il confronto è in corso. Non è però escluso che, con l’andare avanti della discussione, siano presentate ulteriori proposte che cambino ancora i connotati della detrazione.
 

Bonus facciate, tetto di spesa a 192mila euro

Al momento ha superato la tagliola della Commissione Bilancio l’emendamento (25.1) del Movimento 5 Stelle, che propone un tetto di spesa doppio rispetto al bonus ristrutturazioni, quindi 192mila euro per il 2020 e 96mila euro per gli anni successivi. 
 
Ricordiamo che il bonus ristrutturazioni “potenziato, con detrazione al 50% e tetto di spesa a 96mila euro, viene prorogato di anno in anno. La detrazione per gli interventi di ristrutturazione, però, è strutturale e prevede una detrazione fiscale del 36% con tetto di spesa di 48mila euro.
 
Sembra quindi sfumare l’idea di non porre alcun tetto di spesa alla nuova detrazione, come ipotizzato nelle prime versioni del ddl di Bilancio.
 

Bonus facciate, escluse le manutenzioni ordinarie?

L’emendamento 25.1 propone inoltre di limitare il bonus agli interventi di cui all'articolo 3, comma 1, lettere c), d) ed i) del Testo unico dell'Edilizia (Dpr 380/2001). Per le lettere c) e d) non ci sono dubbi: si tratta dei lavori di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia. Nell’articolo 3, comma 1, non c’è però una lettera i). Si potrebbe ipotizzare che l’intenzione del Governo sia quella di includere gli interventi annoverati dalla lettera b), cioè le manutenzioni straordinarie.
 
Diversamente da come indicato nel disegno di legge, sembra che non saranno ammessi al bonus gli interventi di manutenzione ordinaria, indicati nella lettera a). 

Sul versante opposto, l'emendamento 25.35 di Fratelli d'Italia dà per scontato che il bonus facciate varrà anche per le manutenzioni ordinarie e specifica che in questa tipologia di interventi rientrano i lavori di pulitura, tinteggiatura e verniciatura dei serramenti esterni, quali cancelli, ringhiere, serrande, avvolgibili, persiane e scuri. La prima versione, giudicata inammissibile perchè non indicava le coperture necessarie, è stata sostituita con un altro testo e segnalata nuovamente.

Ha seguito lo stesso iter l'emendamento 25.52 che, oltre a dare una definizione di "facciata", propone che, in caso di incapienza Irpef, la detrazione sia operata sulla cedolare secca sui canoni di locazione. 

 

Bonus facciate e spazi pubblici

La proposta targata M5S (25.1) prevede infine che, per ottenere l’agevolazione del 90%, gli interventi debbano riguardare le facciate principali degli edifici prospicienti spazi pubblici o direttamente in vista di essi.
 

Bonus facciate, e il risparmio energetico?

L’emendamento del M5S non lega gli interventi del bonus facciate al risparmio energetico. Dal testo si evince che, nel caso in cui sullo stesso immobile siano effettuati interventi che possono usufruire del bonus ristrutturazioni o dell’ecobonus, debbano essere specificate le lavorazioni computate per l’utilizzo di ogni incentivo.

Forza Italia, con l'emendamento 25.23, propone di legare il bonus facciate alla realizzazione di opere di isolamento termo-acustico sulle mura perimetrali degli edifici. La prima versione è stata considerata inammissibile per mancata indicazione della copertura. È stato però presentato un secondo testo, che propone di attingere le risorse necessarie dal Fondo per il reddito di cittadinanza.

 
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