Lo ha detto qualche giorno fa il Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, nel suo intervento al sessantennale di InArch, Istituto Nazionale di Architettura.
“Negli enti locali - ha spiegato il Ministro - vi sono elementi di criticità nella gestione dei progetti. È giusto accompagnare questo processo e che ci sia una struttura centrale che dia linee guida per i responsabili del procedimento. Ma pensare di tornare al prototipo progettuale di una scuola media o elementare è la morte dell’architettura”.
“Il progetto è un elemento fondamentale nella vita dei cittadini, anche in modo inconsapevole - ha proseguito Patuanelli -. Il ruolo dell’architetto e dell’ingegnere è fondamentale per coniugare esigenze diverse, dare risposte e trovare soluzioni”.
Per l’Italia, “Paese che esprime incredibili progettisti di opere architettoniche, industriali”, - secondo il Ministro - è fondamentale varare “una legge per la qualità del progetto”. “Abbiamo grandissime capacità ma lo Stato ha abdicato al suo ruolo di garante della qualità del progetto. I concorsi di progettazione sono diventati un elemento residuale”.
“Lo Stato molto spesso ha sbagliato. Sto cercando in questo mio ruolo politico di prendermi le responsabilità delle cose che faccio e ammettere errori”. Come, appunto quello della centrale unica di progettazione.
Centrale di progettazione, a che punto siamo (o eravamo)
Eppure, la centrale unica di progettazione è “tra le cose da fare” del Governo Conte 2, come emerge dalla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Nadef) presentata all’inizio di ottobre, nella quale il Governo spiega che “è urgente rendere operativa la centrale e diffonderne la conoscenza presso le Amministrazioni locali e regionali, per verificarne in seguito l’incisività e i risultati”.Inoltre, nella Nadef il Governo sostiene di averne definito gli aspetti organizzativi e funzionali con il Dpcm 15 aprile 2019, decreto annunciato lo scorso aprile dal presidente del Consiglio ma mai messo in circolazione.