Ecobonus, al posto della detrazione arriva l’accredito sul conto
NORMATIVA
Ecobonus, al posto della detrazione arriva l’accredito sul conto
La proposta: chi realizza i lavori di riqualificazione energetica potrà scegliere di ricevere bonifici per dieci anni
22/11/2019 - Chi effettua lavori di efficientamento energetico potrà vedersi accreditare sul conto una somma pari alla detrazione fiscale. È la proposta per superare le criticità dello sconto alternativo all’ecobonus, contenuta in un emendamento dei relatori al disegno di legge per la conversione del Decreto Fiscale.
Tale credito verrebbe erogato dallo Stato, in dieci rate annuali, su un conto corrente dedicato e non contribuirebbe alla formazione del reddito imponibile.
Come spiegato nella relazione illustrativa dell’emendamento, con la trasformazione della detrazione in una somma disponibile, il beneficiario potrebbe ottenere più facilmente un finanziamento bancario pari all’importo della detrazione. In questo modo avrebbe a disposizione la liquidità per pagare i lavori di riqualificazione dell’immobile.
La misura, si legge nella relazione, mira a tutelare gli incapienti, che nella maggior parte dei casi non possiedono la liquidità sufficiente per realizzare i lavori e, allo stesso tempo, va incontro alle piccole imprese che non possono praticare lo sconto immediato in fattura.
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Accanto a questo meccanismo continuerà ad esserci lo sconto immediato in fattura: il privato interessato ad avvalersi di questa possibilità dovrà comunicare l’opzione all’Agenzia delle Entrate; attraverso il portale dell’Agenzia, il fornitore dovrà confermare l’opzione e attestare lo sconto.
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Il terzo binario potrebbe essere l’accredito sul conto del privato. Con questo strumento i relatori mirano a stimolare la domanda di interventi di riqualificazione energetica senza pesare sulle piccole imprese.
Accredito alternativo all’ecobonus
L’emendamento prevede che, in alternativa all’opzione dello sconto immediato in fattura, il privato committente possa scegliere di ricevere un credito di importo pari all’ammontare della detrazione spettante per gli interventi realizzati.Tale credito verrebbe erogato dallo Stato, in dieci rate annuali, su un conto corrente dedicato e non contribuirebbe alla formazione del reddito imponibile.
Come spiegato nella relazione illustrativa dell’emendamento, con la trasformazione della detrazione in una somma disponibile, il beneficiario potrebbe ottenere più facilmente un finanziamento bancario pari all’importo della detrazione. In questo modo avrebbe a disposizione la liquidità per pagare i lavori di riqualificazione dell’immobile.
La misura, si legge nella relazione, mira a tutelare gli incapienti, che nella maggior parte dei casi non possiedono la liquidità sufficiente per realizzare i lavori e, allo stesso tempo, va incontro alle piccole imprese che non possono praticare lo sconto immediato in fattura.
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Ecobonus e meccanismi alternativi
Se l’emendamento dei relatori dovesse passare, alla detrazione fiscale vera e propria si affiancherebbero tre binari paralleli. Il primo, più conosciuto perché vigente da più tempo, è quello della cessione del credito ai fornitori o, solo nel caso degli incapienti, alle banche. La cessione del credito consente al privato di cedere il bonus al fornitore ottenendo in cambio un corrispettivo inferiore alla detrazione fiscale, perché decurtato dei costi dell’operazione, ma in tempi più brevi dei dieci anni necessari per il rimborso della detrazione.Accanto a questo meccanismo continuerà ad esserci lo sconto immediato in fattura: il privato interessato ad avvalersi di questa possibilità dovrà comunicare l’opzione all’Agenzia delle Entrate; attraverso il portale dell’Agenzia, il fornitore dovrà confermare l’opzione e attestare lo sconto.
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Il terzo binario potrebbe essere l’accredito sul conto del privato. Con questo strumento i relatori mirano a stimolare la domanda di interventi di riqualificazione energetica senza pesare sulle piccole imprese.