L’impresa non paga i contributi ai dipendenti? Il committente è sempre responsabile
NORMATIVA
L’impresa non paga i contributi ai dipendenti? Il committente è sempre responsabile
Cassazione: il committente deve selezionare imprese affidabili ed esercitare un adeguato controllo sui lavoratori
30/10/2019 - In caso di mancato versamento dei contributi ai lavoratori, il committente è sempre chiamato in causa. Con la sentenza 27382/2019, la Corte di Cassazione ha affermato che vige sempre la responsabilità solidale a carico del committente, anche quando l’impresa cui ha affidato l’incarico ha subappaltato i lavori a insaputa del committente e violando il contratto in cui era espressamente previsto il divieto di subappalto.
Successivamente, era emerso che l’impresa subaffidataria non aveva versato i contributi dovuti ai lavoratori. L’Istituto nazionale per la previdenza sociale (Inps) aveva quindi chiamato in causa il committente in virtù del principio della responsabilità solidale.
Il committente riteneva però di essere estraneo alla questione dato che il subappalto era avvenuto violando il contratto stipulato con l’impresa.
Secondo i giudici, l’obiettivo del principio della responsabilità solidale è far sì che il committente selezioni in modo attento le imprese più affidabili e controlli i lavoratori impiegati. I giudici hanno quindi concluso che se il committente avesse svolto i controlli dovuti, si sarebbe accorto che i lavoratori non erano dipendenti dell’impresa con cui aveva stipulato il contratto, ma di un’altra. Per questi motivi la Cassazione ha respinto il ricorso del committente.
Poi, con la legge del 2017 sul lavoro accessorio e la modifica della responsabilità solidale negli appalti, il meccanismo della preventiva escussione dell’appaltatore è stato abrogato. Il committente deve quindi condurre un controllo rigoroso sull’impresa a cui affida un appalto.
Responsabilità solidale e subappalto, il caso
I giudici si sono pronunciati sul caso di un committente che aveva stipulato con un’impresa un contratto per la realizzazione di alcuni lavori. Il contratto escludeva la possibilità del subappalto, ma l’impresa aveva comunque affidato alcune lavorazioni ad un’altra società senza informare il committente.Successivamente, era emerso che l’impresa subaffidataria non aveva versato i contributi dovuti ai lavoratori. L’Istituto nazionale per la previdenza sociale (Inps) aveva quindi chiamato in causa il committente in virtù del principio della responsabilità solidale.
Il committente riteneva però di essere estraneo alla questione dato che il subappalto era avvenuto violando il contratto stipulato con l’impresa.
Responsabilità solidale e subappalto vietato dal contratto
La Cassazione ha invece confermato la responsabilità solidale del committente, anche nel caso in cui il subappalto sia avvenuto in modo illegittimo.Secondo i giudici, l’obiettivo del principio della responsabilità solidale è far sì che il committente selezioni in modo attento le imprese più affidabili e controlli i lavoratori impiegati. I giudici hanno quindi concluso che se il committente avesse svolto i controlli dovuti, si sarebbe accorto che i lavoratori non erano dipendenti dell’impresa con cui aveva stipulato il contratto, ma di un’altra. Per questi motivi la Cassazione ha respinto il ricorso del committente.
Responsabilità solidale negli appalti
Ricordiamo che nel 2017 la normativa sulla responsabilità solidale negli appalti è parzialmente cambiata. Prima, in base all’articolo 29 del D.lgs. 276/2003 (Riforma Biagi), su appaltatore e committente imprenditore o datore di lavoro incombeva il regime della responsabilità solidale. I due soggetti erano cioè tenuti a pagare i crediti da lavoro, i contributi previdenziali e assicurativi maturati dal personale impiegato nell’appalto e dai lavoratori autonomi. Esisteva inoltre il meccanismo processuale della preventiva escussione dell’appaltatore. Il committente poteva chiedere che fosse l’appaltatore, cioè il responsabile dei mancati pagamenti o versamenti nei confronti dei lavoratori, a dover pagare per primo.Poi, con la legge del 2017 sul lavoro accessorio e la modifica della responsabilità solidale negli appalti, il meccanismo della preventiva escussione dell’appaltatore è stato abrogato. Il committente deve quindi condurre un controllo rigoroso sull’impresa a cui affida un appalto.