BIM, Oice: nel 2019 gare in aumento del 60%
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BIM, Oice: nel 2019 gare in aumento del 60%
Sempre più spesso gli atti di gara richiedono BIM Manager e BIM Specialist
14/02/2020 - Nel 2019 le gare BIM sono aumentate del 60% rispetto al 2018 ma sono necessarie regole certe e stabili per la digitalizzazione.
Lo afferma l’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura a commento dei dati del terzo Rapporto OICE sulle gare pubbliche 2019 che prevedono l’utilizzo delle metodologie digitali BIM nell’ambito delle procedure di affidamento di servizi di ingegneria e architettura.
Dopo la crescita del 2018 (+263,9% sul 2017), OICE rileva un ulteriore balzo del 58,3% sul totale del numero delle gare dell’anno precedente ed evidenzia come progetti in BIM siano chiesti anche per importanti accordi quadro.
Nel 2019 sono stati pubblicati 478 bandi BIM; in valore si tratta di 296,3 milioni di euro, rispetto al totale di 1.502 milioni di tutto il mercato dei servizi di ingegneria e architettura (il 19,7% del totale). Altro dato di rilievo riguarda l’aumento del numero di capitolati informativi allegati ai disciplinari di gara: nel 2019 sono stati 110, pari al 23% del totale delle gare BIM, mentre erano stati soltanto 36 nel 2018, pari all’11,9% delle gare pubblicate.
Interessante anche il più frequente richiamo negli atti di gara a figure quali i BIM Manager e i BIM Specialist da inserire nel team di progettazione, a volte anche con richiesta di competenze certificate.
Per il presidente OICE, Gabriele Scicolone: “ormai il BIM è una realtà consolidata presso gli operatori economici, siano essi le società di progettazione, o le grandi imprese, o ancora le stazioni appaltanti e committenze, vuoi pubbliche vuoi private, strutturate. Una realtà che pone l’asticella ancora più in alto come è giusto che sia in questi anni pionieristici per quanto attiene alle ‘frontiere del digitale’ che sono frontiere fluide, come fluido è l’orizzonte dell’innovazione tecnologica. Adesso però chiediamo che con il nuovo Regolamento si recepiscano i contenuti del DM 560/2017 per dare stabilità e certezza di regole”.
Per Francesca Federzoni, consigliere OICE, il punto è che “ancora bisogna fare molto per assicurare omogeneità e correttezza degli atti di gara. Sono ancora molte le amministrazioni che richiamano il BIM più per ‘moda’ che per una reale esigenza e, anche se in aumento, i capitolati informativi dovrebbero essere sempre presenti. È necessario un grande sforzo di formazione e di cultura internamente alle stazioni appaltanti e per questo l’OICE è a disposizione mettendo a disposizione il know how dei propri associati”.
Lo afferma l’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura a commento dei dati del terzo Rapporto OICE sulle gare pubbliche 2019 che prevedono l’utilizzo delle metodologie digitali BIM nell’ambito delle procedure di affidamento di servizi di ingegneria e architettura.
Dopo la crescita del 2018 (+263,9% sul 2017), OICE rileva un ulteriore balzo del 58,3% sul totale del numero delle gare dell’anno precedente ed evidenzia come progetti in BIM siano chiesti anche per importanti accordi quadro.
Nel 2019 sono stati pubblicati 478 bandi BIM; in valore si tratta di 296,3 milioni di euro, rispetto al totale di 1.502 milioni di tutto il mercato dei servizi di ingegneria e architettura (il 19,7% del totale). Altro dato di rilievo riguarda l’aumento del numero di capitolati informativi allegati ai disciplinari di gara: nel 2019 sono stati 110, pari al 23% del totale delle gare BIM, mentre erano stati soltanto 36 nel 2018, pari all’11,9% delle gare pubblicate.
Interessante anche il più frequente richiamo negli atti di gara a figure quali i BIM Manager e i BIM Specialist da inserire nel team di progettazione, a volte anche con richiesta di competenze certificate.
Per il presidente OICE, Gabriele Scicolone: “ormai il BIM è una realtà consolidata presso gli operatori economici, siano essi le società di progettazione, o le grandi imprese, o ancora le stazioni appaltanti e committenze, vuoi pubbliche vuoi private, strutturate. Una realtà che pone l’asticella ancora più in alto come è giusto che sia in questi anni pionieristici per quanto attiene alle ‘frontiere del digitale’ che sono frontiere fluide, come fluido è l’orizzonte dell’innovazione tecnologica. Adesso però chiediamo che con il nuovo Regolamento si recepiscano i contenuti del DM 560/2017 per dare stabilità e certezza di regole”.
Per Francesca Federzoni, consigliere OICE, il punto è che “ancora bisogna fare molto per assicurare omogeneità e correttezza degli atti di gara. Sono ancora molte le amministrazioni che richiamano il BIM più per ‘moda’ che per una reale esigenza e, anche se in aumento, i capitolati informativi dovrebbero essere sempre presenti. È necessario un grande sforzo di formazione e di cultura internamente alle stazioni appaltanti e per questo l’OICE è a disposizione mettendo a disposizione il know how dei propri associati”.