10/02/2020 - Se durante una ristrutturazione si effettua un frazionamento, come funziona il limite di spesa massima del bonus mobili?
A chiarirlo l’Agenzia delle Entrate, tramite la posta di FiscoOggi, rispondendo ad un contribuente che chiedeva se, dopo un intervento di ristrutturazione edilizia che ha portato alla divisione della vecchia abitazione in due piccoli appartamenti, potesse usufruire di un limite di spesa doppio (10.000 per appartamento) per l’acquisto dei mobili destinati ad arredare entrambi gli immobili.
Bonus mobili: cosa accade in caso di frazionamento
L’Agenzia ha ricordato che in generale la detrazione relativa all’acquisto di mobili ed elettrodomestici deve essere calcolata su
un importo massimo di 10.000 euro per ogni singola unità immobiliare oggetto di “ristrutturazione”.
Nello specifico, le Entrate hanno chiarito che nel caso in cui gli interventi di ristrutturazione edilizia comportino l’accorpamento di più unità abitative o la suddivisione in più immobili di un’unica unità abitativa, per l’individuazione del limite di spesa bisogna far riferimento alle
unità immobiliari censite in catasto all’inizio degli interventi edilizi e non a quelle risultanti alla fine dei lavori.
In caso di frazionamento, quindi, la
detrazione del 50% va calcolata su un importo massimo di 10.000 euro, da ripartire in 10 quote annuali di pari importo.
Bonus mobili: importo doppio in caso di accorpamento
Dalla risposta dell’Agenzia si può dedurre che, in caso di accorpamento, poiché le unità immobiliari censite in catasto all’inizio degli interventi edilizi sono due,
la detrazione del 50% va calcolata su un importo massimo di 20.000 euro (10.000 per appartamento), da ripartire in 10 quote annuali di pari importo.
La risposta dell’Agenzia è in linea con quanto sottolineato dall’Enea in riferimento al funzionamento del
Bonus ristrutturazioni in caso di variazione del numero delle unità immobiliari.
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Bonus mobili 2020: cosa prevede
Ricordiamo che la
Legge di Bilancio 2020 ha prorogato al 31 dicembre 2020 la detrazione del 50%, con un tetto di 10mila euro per unità immobiliare, per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i forni), destinati ad arredare l’immobile oggetto di ristrutturazione.
Il bonus mobili ed elettrodomestici spetta ai contribuenti che fruiscono della detrazione del 50% per le ristrutturazioni e che sono assoggettati all’imposta sul reddito delle persone fisiche. In particolare,
hanno diritto alla detrazione: il proprietario o il nudo proprietario o il titolare di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie).
Per ottenere il bonus è necessario che l
a data dell’inizio dei lavori di ristrutturazione preceda quella in cui si acquistano i beni. Non è fondamentale, invece, che le spese di ristrutturazione siano sostenute prima di quelle per l’arredo dell’immobile.
Da novembre 2018 è stato introdotto l’obbligo di invio all'Enea anche dei dati relativi ad interventi che, pur non usufruendo dell'ecobonus, prevedono il conseguimento di un risparmio energetico; quest'obbligo
riguarda anche gli elettrodomestici, in particolare:
forni, frigoriferi, lavastoviglie, piani cottura elettrici, lavasciuga e lavatrici.
L’Agenzia delle Entrate, però,
ha chiarito che la mancata o tardiva trasmissione della comunicazione all’Enea non implica la perdita del diritto alle detrazioni.