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Coronavirus, gli studi professionali possono restare operativi

Coronavirus, gli studi professionali possono restare operativi

Le attività degli studi di architettura e di ingegneria sono tra quelle che il DPCM 22 marzo 2020 consente di proseguire

Vedi Aggiornamento del 10/05/2022
Foto: governo.it
Foto: governo.it
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 10/05/2022
23/03/2020 - Ingegneria civile, impiantistica, studi di architettura e d'ingegneria, attività professionali, scientifiche e tecniche. Sono alcune delle attività che possono proseguire, secondo il DPCM 22 marzo 2020 pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale. 

Il DPCM dispone che, per contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19, da oggi e fino al 3 aprile 2020, sono sospese tutte le attività produttive industriali e commerciali, ad eccezione di quelle indicate nell’allegato 1 al DPCM 22 marzo 2020 stesso.

Tra le eccezioni che, quindi, possono restare operative, qui di seguito elenchiamo quelle relative ai settori di nostro interesse: 

42 Ingegneria civile
43.2 Installazione di impianti elettrici, idraulici e altri lavori di costruzioni e installazioni 
71 Attività degli studi di architettura e d'ingegneria; collaudi ed analisi tecniche
74 Attività professionali, scientifiche e tecniche
94 Attività di organizzazioni economiche, di datori di lavoro e professionali

Le attività professionali - prosegue il DPCM - non sono sospese e restano ferme le previsioni di cui all’articolo 1, punto 7, del DPCM  11 marzo 2020, cioè la raccomandazione di utilizzare la modalità di lavoro agile e a distanza, incentivare ferie e congedi retribuiti, sospendere le attività non indispensabili, rispettare la distanza interpersonale e dotarsi di DPI, sanificare i luoghi di lavoro. 
 

Piemonte, Lombardia, Piacenza: studi professionali 'chiusi'

Il DPCM segue di un giorno le norme adottate dalle Regioni Piemonte e Lombardia.

In Piemonte, il Decreto del Presidente della Giunta 34 del 21 marzo 2020 ha disposto la chiusura degli uffici pubblici e degli studi professionali, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali ed indifferibili (oltre alla possibilità di attuare lo smart working). Nella sostanza, la restrizione sembra uguale a quella nazionale, anche perchè la possibilità di recarsi fisicamente in studio, seppur con le dovute attenzioni, è contemplata nelle FAQ relative alle restrizioni.

La Regione Lombardia, invece, con l’Ordinanza 514 del 21 marzo 2020, ha disposto la “chiusura delle attività degli studi professionali salvo quelle relative ai servizi indifferibili e urgenti o sottoposti a termini di scadenza”. Qui la norma sembra più perentoria. Ma poichè la situazione è in rapida evoluzione, consigliamo di consultare Aggiornamenti e FAQ della Regione.
 
Ma tra un DPCM nazionale e una norma regionale quale prevale? Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, lo ha chiesto al Ministero dell’Interno. Nell’attesa di sapere la risposta, i Commercialisti di Milano hanno dato un’interpretazione estensiva all'ordinanza regionale e hanno deciso di tenere aperti gli studi per “rispettare le numerose scadenze fiscali amministrative, in mancanza di un rinvio globale da parte del Governo”. “Per sicurezza, e per evitare sanzioni, abbiamo tuttavia chiesto in queste ore un chiarimento alla Regione Lombardia”.

Successivo al DPCM del 22 marzo è, invece, il Decreto del Presidente della Regione Emilia Romagna del 23 marzo che dispone, per il territorio della provincia di Piacenza, la chiusura al pubblico di studi professionali, sedi dei patronati, sindacati e associazioni di categoria ma prevece che l’attività possa proseguire con modalità di lavoro agile e ammette la presenza di un presidio di una sola persona presso la sede o lo studio professionale.

 

Il Coronavirus cambia le nostre abitudini e ridefinisce tempi e strumenti del nostro lavoro. Come si stanno modificando le attività dei progettisti? Cosa non riusciamo a fare e cosa, invece, facciamo meglio? PARTECIPA AL SONDAGGIO


 
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