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Coronavirus, OICE: ‘bene la continuità produttiva per la filiera del progetto’

Coronavirus, OICE: ‘bene la continuità produttiva per la filiera del progetto’

Confprofessioni plaude all’operatività degli studi professionali. Entrambe chiedono tutele fiscali e contributive

Vedi Aggiornamento del 27/04/2020
Foto: dolgachov © 123rf.com
di Rossella Calabrese
24/03/2020 - OICE apprezza la continuità produttiva assicurata alla filiera del progetto; Confprofessioni plaude alla decisione di consentire l’operatività degli studi professionali. Entrambe le organizzazioni chiedono sospensione degli adempimenti fiscali per tutte le imprese e moratoria fino al termine dell’emergenza.
 

OICE: ‘bene continuità filiera del progetto, servono più tutele’

“Apprezziamo la scelta del Governo che ha assicurato l’operatività del settore della progettazione e dei servizi tecnici professionali che sta continuando, per oltre il 90% in smart working e in condizioni di assoluto rispetto della salute dei propri lavoratori, a lavorare ai nuovi progetti che sarà essenziale perfezionare nei tempi e senza ritardi per consentire di avviare senza indugio i bandi per nuovi lavori e a dirigere i lavori dei cantieri lasciati aperti”.
 
Lo ha detto Gabriele Scicolone, Presidente dell’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria. È, dunque, positivo il giudizio sul Dpcm 22 marzo 2020.
 
Per l’OICE occorre adesso “assicurare un adeguato livello di produttività anche nella Pubblica Amministrazione per dare continuità al necessario rapporto con i progettisti, se no sarà tutto vano. Occorre fare di più per correggere alcune parti del decreto Cura Italia: chiediamo che la sospensione degli adempimenti fiscali valga anche per le imprese con fatturati superiori a 2 milioni e che sia estesa anche ai nostri collaboratori a partita Iva”.
 
“Fondamentale sarà poi assicurare la tempestività dei pagamenti di quanto già svolto, la stipula rapida dei contratti di gare aggiudicate, l’attivazione in via di urgenza dei contratti e la sospensione dei sopralluoghi richiesti per le gare di progettazione”.
 

Confprofessioni: ‘bene l’apertura degli studi professionali’

“Gli studi professionali continueranno a operare per garantire ai cittadini assistenza sanitaria e assicurare ai contribuenti e alle imprese l’espletamento degli adempimenti tributari, contributivi e previdenziali, durante questa drammatica emergenza epidemiologica da Covid 19”.
 
“Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha accolto la nostra richiesta di dare continuità al lavoro di migliaia di professionisti che, con grande senso di responsabilità collettiva, anche nelle prossime settimane saranno impegnati in attività essenziali per la salute dei cittadini e per l’economia del nostro Paese”. Con queste parole, il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, ha accolto il DPCM 22 marzo 2020.
 

Confprofessioni chiede moratoria fino alla fine dell’emergenza

“Per dare maggior efficacia al provvedimento, abbiamo segnalato al Governo una serie di interventi per alleggerire gli adempimenti di natura economica che coinvolgono il lavoro di alcune categorie di professionisti (commercialisti e consulenti del lavoro) e snellire le procedure previste dai decreti governativi, per esempio, in materia di ammortizzatori sociali, in modo da garantire a tutta la platea di lavoratori coinvolti di disporre nel più breve tempo possibile la liquidità necessaria”, aggiunge Stella.
 
“Abbiamo inoltre chiesto al presidente Conte e al ministro Gualtieri una moratoria per tutti gli obblighi, le scadenze, gli adempimenti previsti dalle normative fiscali, contributive e previdenziali, fino al termine dell’emergenza epidemiologica, per tutto il sistema produttivo e per evitare conseguenze negative per i professionisti e per gli studi professionali che assistono le imprese e i loro lavoratori”.
 
“Da parte nostra intensificheremo ulteriormente gli sforzi per tutelare anzitutto la salute e la sicurezza dei professionisti e dei loro dipendenti e collaboratori”, conclude Stella, annunciando un codice di autodisciplina che possa conciliare la continuità delle attività professionali essenziali con la necessità di ridurre gli spostamenti (dal proprio domicilio allo studio e viceversa) e limitare al massimo la diffusione del contagio.


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