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Decreto Cura Italia, cosa ne pensano le associazioni professionali?

Decreto Cura Italia, cosa ne pensano le associazioni professionali?

Fondazione Inarcassa e Fnailp: ‘discriminati i professionisti ordinistici’. Confprofessioni e Colap: ‘misure positive ma c’è ancora da fare’.

Vedi Aggiornamento del 24/03/2020
Foto: Sergey Nivens ©123RF.com
di Alessandra Marra
17/03/2020 - Il Decreto Cura Italia, varato ieri dal Consiglio dei Ministri per far fronte all’emergenza coronavirus, ha accolto l’apprezzamento di alcune associazioni di categoria mentre ha provocato dure critiche da parte di altre.
 

Decreto Cura Italia, Fond. Inarcassa: discriminazione dei professionisti ordinistici

Dura presa di posizione contro il provvedimento da parte di Fondazione Inarcassa che sottolinea come le misure adottate nei confronti dei liberi professionisti iscritti alle casse di previdenza private risultano assolutamente insufficienti.
 
Il Presidente Egidio Comodo ha dichiarato: “È inaccettabile la discriminazione che si sta attuando nei nostri confronti: in questo momento così delicato, non vogliamo, e non possiamo, sentirci subalterni a nessuno.  L’istituzione del fondo da 300 milioni per coprire anche i professionisti iscritti agli ordini è insufficiente, occorrono nuove e decise misure straordinarie di sostegno al reddito anche per gli architetti e ingegneri liberi professionisti.
 
Conclude con un appello il Presidente della Fondazione: Non chiediamo elemosina di Stato, vogliamo solo che si mettano in campo le misure necessarie per coprire i mancati introiti a causa dell’emergenza sanitaria. Allo sblocco dei crediti delle PA a favore dei liberi professionisti, che rappresenterebbe un primo positivo intervento, occorre un piano di investimenti di rilancio delle opere pubbliche strategiche per il Paese. Continueremo a fare la nostra parte, come abbiamo sempre fatto in ogni momento critico per il nostro Paese, con professionalità e competenza, il Governo deve però venirci incontro e comprendere che l’intera categoria sta attraversando un momento difficile con il rischio di un collasso se non si interviene prontamente”.
 
 

Coronavirus, Fnailp propone 5 misure per i liberi professionisti

Per niente soddisfatta delle misure previste dal decreto anche la Federazione Nazionale Architetti ed Ingegneri Liberi Professionisti (Fnailp) che chiede con urgenza misure a sostegno dei professionisti iscritti agli ordini.
 

Le proposte indirizzate al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e sono:
1) l’introduzione, per i liberi professionisti iscritti alle casse private, un reddito di emergenza di 600 euro che prosegua per tutto il 2020 indipendente dall’isee poiché gli effetti del coronavirus avranno ripercussioni a lunga durata e replicabile a tempo indeterminato ove i professionisti abbiano utili al di sotto dei 15.000 euro;
2) la reintroduzione delle tariffe minime vincolanti, a garanzia di pagamenti dignitosi e proporzionali al lavoro, e che i professionisti, unitamente ai clienti, abbiano l’obbligo di produrre autocertificazione di avvenuto pagamento;
3) che per le professioni tecniche venga abolito l’obbligo di formazione obbligatoria di cui all’art 7 D.P.R. 137/2012 n. 137, restando la formazione una scelta facoltativa;
4) la garantita per i professionisti di una no tax area fino a 30.000 euro di utili;
5) per i professionisti aderenti al regime forfettario che svolgano la propria attività professionale presso il proprio domicilio, una riduzione delle bollette per le utenze e soppressione della prossima rata Inarcassa senza che ciò produca effetti sul montante contributivo.
 
 

Decreto Cura Italia: l’analisi di Confprofessioni

Confprofessioni ha apprezzato “lo sforzo straordinario del Governo e l’ampiezza degli interventi e delle risorse messe in campo” pur riconoscendo che “alcune misure potevano essere perfettibili” e che “le risorse stanziate arrivano a coprire un periodo ben circoscritto dell’emergenza”.
 
Le disposizioni sugli ammortizzatori sociali vanno, secondo Confprofessioni, verso una universalità delle tutele e le relative procedure di accesso sembrano essere state almeno in parte semplificate rispetto alle ipotesi iniziali. Un altro intervento giudicato positivimente riguarda le misure di sostegno al reddito che, attraverso il “Fondo per il reddito di ultima istanza”, prevede uno stanziamento di 300 milioni per il 2020 anche per i professionisti iscritti agli ordini.
 
Mentre Confprofessioni ritiene positiva la decisione di sospendere gli adempimenti fiscali e contributivi, che rischiavano di mettere in ginocchio l’attività professionali, trova ingiustificabile estensione di due anni dei termini per l’accertamento fiscale, che rischia di penalizzare contribuenti che in questo momento devono essere sostenuti.
 
Infine, Stella chiede al Governo di estendere anche agli studi professionali il credito d’imposta sugli affitti, alla luce della chiusura di numerosissimi studi professionali a causa dell’emergenza Coronavirus.
 
 

Colap: Decreto Cura Italia positivo ma non sufficiente

Anche il Coordinamento Libere Associazioni Professionali (Colap) apprezza il nuovo decreto, in particolare le misure di sostegno al reddito di 600 euro per i liberi professionisti, il voucher babysitting e il posticipo del versamento dei contributi.  
 
Tuttavia, Colap si rende conto che “le misure di sostegno al reddito e il rinvio del versamento contributivo sono soluzioni a breve termine; i professionisti e le microimprese saranno in crisi di liquidità al 31 Maggio, in una forma più grave rispetto a quella attuale”.
 
La Presidente Emiliana Alessandrucci, afferma: “Andranno varate misure di più ampio respiro nelle prossime settimane, comprendiamo il momento e chiediamo a tutti di fare uno sforzo, ma il Governo deve essere consapevole che la crisi di liquidità tra un mese potrà solo peggiorare. Oltretutto non va dimenticato il problema delle fatture emesse e non pagate, problema che nelle prossime settimane potrebbe peggiorare”.
 
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