10/04/2020 - La conservazione preventiva (PC) è considerata dagli esperti il principale strumento per la conservazione del patrimonio culturale sensibile (CH), in particolare per i manufatti mobili, quelli esposti o conservati in ambienti difficili e per i musei di piccole e medie dimensioni.
Il progetto SENSMAT,di cui CETMA è partner, mira a sviluppare e implementare sensori, modelli e strumenti decisionali efficaci, a basso costo, eco-innovativi e di facile utilizzo, nonché raccomandazioni e linee guida per consentire la previsione e la prevenzione del degrado di manufatti in funzione delle condizioni ambientali. Tali soluzioni saranno sviluppate per essere implementate in musei piccoli o medi che spesso non hanno fondi sufficienti per dotarsi di strumenti diagnostici così avanzati.
CETMA e l’unità RESILIENT AND SUSTAINABLE CIVIL ENGINEERING mettono a frutto l’esperienza maturata nel monitoraggio tramite termografia infrarossa, sviluppata in numerosi settori produttivi industriali, per monitorare ambienti museali con il duplice scopo di individuare fenomeni di degrado o pericolo e per monitorare i parametri ambientali come temperatura e umidità relativa. Questi ultimi parametri sono riconosciuti come la causa della maggior parte dei fenomeni di degrado degli artefatti presenti nei musei, costituiti da differenti materiali (legno, carta, tessuti, quadri).
A questo si affiancano le competenze nella modellazione numerica di fenomeni complessi che saranno utilizzate per prevedere l’innesco di fenomeni di degrado a partire dalle conoscenze dell’artefatto e dall’evoluzione dei parametri ambientali.
Il progetto, partito nel mese di gennaio del 2019 e che concluderà a febbraio del 2022, prevede un costo totale di oltre 6 M€ e il coinvolgimento di 18 partner da 7 stati europei a cui si aggiungono numerosi curatori museali che, con la lor esperienza nel settore, valideranno le soluzioni individuate nel progetto.
Una volta sviluppato, il framework di SENSMAT potrà essere utilizzata in realtà museali in tutta Europa per colmare il divario esistente tra i grandi musei e quelli minori in fatto di conservazione preventiva e monitoraggio del patrimonio culturale. La grande mole di dati raccolta, inoltre, servirà ad affinare gli strumenti previsionali a disposizione dei curatori.
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