Coronavirus, Anac: nella fase 2 si rischia il blocco degli appalti
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Coronavirus, Anac: nella fase 2 si rischia il blocco degli appalti
L’Anticorruzione suggerisce di adottare specifiche misure per consentire lo svolgimento delle gare e traccia il percorso per le Stazioni Appaltanti
16/04/2020 - Adottare norme specifiche per consentire lo svolgimento delle gare d’appalto. È la richiesta formulata dall’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) per evitare che nella fase 2 si verifichi il blocco degli appalti.
Come spiegato dall’Anac nella segnalazione inviata al Governo e al Parlamento, la sospensione generale dei procedimenti amministrativi, rischia di creare problemi al settore degli appalti pubblici e il blocco delle procedure urgenti.
Anac ha inoltre fornito alle Stazioni Appaltanti le indicazioni per continuare ad operare con sistemi omogenei ed uniformi.
Dato che il decreto “Liquidità” (DL 23/2020) ha prorogato il termine del 15 aprile al 15 maggio 2020, e che non è escluso che ci siano ulteriori slittamenti, Anac ha evidenziato i rischi connessi ad una sospensione generalizzata delle procedure di gara, comprese le procedure negoziate in via d’urgenza, previste dall’articolo 63 del Codice Appalti, e quelle indette dal SSN.
Le norme sulla sospensione si applicano a tutti i settori e non consentono valutazioni discrezionali delle Stazioni Appaltanti. Anac ha però ipotizzato, laddove il tipo di procedura lo consenta e previa adozione di idonee garanzie, di svolgere le gare con modalità telematiche senza tenere conto della sospensione dei termini introdotta dalle norme per contrastare l’emergenza sanitaria.
Per questi motivi, ha chiesto che il settore sia regolato da disposizioni ad-hoc e che agli appalti non si applichi la generalizzata sospensione dei termini.
Nelle gare per cui non è stato ancora pubblicato il bando, le SA possono valutare il differimento della procedura a seconda dell’urgenza, della necessità di prevedere un sopralluogo o la consultazione di documenti in determinati uffici.
Nelle procedure in corso, le SA devono comunicare con la massima trasparenza la sospensione dei termini e indicare in modo chiaro da quando iniziano nuovamente a decorrere. Le SA possono inoltre concedere proroghe ulteriori nel caso in cui l’emergenza impedisca il rispetto delle scadenze.
Le SA devono valutare la possibilità di svolgere le gare con procedure telematiche, di rinunciare al sopralluogo obbligatorio previsto dal bando, nei casi in cui lo stesso non sia strettamente necessario per la formulazione dell’offerta, e di svolgere in streaming o con collegamenti da remoto le riunioni delle commissioni giudicatrici.
Secondo Anac, infine, nella fase di esecuzione del contratto, l’emergenza sanitaria deve essere considerata come causa di forza maggiore che giustifica il ritardo nell’esecuzione delle prestazioni e non fa scattare le penali.
Il Coronavirus cambia le nostre abitudini e ridefinisce tempi e strumenti del nostro lavoro. Come si stanno modificando le attività dei progettisti? Cosa non riusciamo a fare e cosa, invece, facciamo meglio? PARTECIPA AL SONDAGGIO
Come spiegato dall’Anac nella segnalazione inviata al Governo e al Parlamento, la sospensione generale dei procedimenti amministrativi, rischia di creare problemi al settore degli appalti pubblici e il blocco delle procedure urgenti.
Anac ha inoltre fornito alle Stazioni Appaltanti le indicazioni per continuare ad operare con sistemi omogenei ed uniformi.
Coronavirus, il rischio blocco negli appalti
Anac sottolinea che, in base all'articolo 103 del Decreto “Cura Italia” (DL 18/2020) ha stabilito che nei procedimenti amministrativi non si deve tenere conto del periodo intercorrente tra il 23 febbraio e il 15 aprile 2020, ma che le Amministrazioni devono adoperarsi per assicurare la ragionevole durata e la celere conclusione dei procedimenti, dando priorità a quelli considerati urgenti. Il Ministero delle Infrastrutture ha chiarito che la sospensione riguarda anche le procedure d’appalto.Dato che il decreto “Liquidità” (DL 23/2020) ha prorogato il termine del 15 aprile al 15 maggio 2020, e che non è escluso che ci siano ulteriori slittamenti, Anac ha evidenziato i rischi connessi ad una sospensione generalizzata delle procedure di gara, comprese le procedure negoziate in via d’urgenza, previste dall’articolo 63 del Codice Appalti, e quelle indette dal SSN.
Le norme sulla sospensione si applicano a tutti i settori e non consentono valutazioni discrezionali delle Stazioni Appaltanti. Anac ha però ipotizzato, laddove il tipo di procedura lo consenta e previa adozione di idonee garanzie, di svolgere le gare con modalità telematiche senza tenere conto della sospensione dei termini introdotta dalle norme per contrastare l’emergenza sanitaria.
Per questi motivi, ha chiesto che il settore sia regolato da disposizioni ad-hoc e che agli appalti non si applichi la generalizzata sospensione dei termini.
Coronavirus, i suggerimenti alle Stazioni Appaltanti
Per evitare il blocco delle procedure di gara e, allo stesso tempo, garantire la massima partecipazione, l’Aanc ha adottato una serie di linee guida per uniformare l’attività delle Stazioni Appaltanti.Nelle gare per cui non è stato ancora pubblicato il bando, le SA possono valutare il differimento della procedura a seconda dell’urgenza, della necessità di prevedere un sopralluogo o la consultazione di documenti in determinati uffici.
Nelle procedure in corso, le SA devono comunicare con la massima trasparenza la sospensione dei termini e indicare in modo chiaro da quando iniziano nuovamente a decorrere. Le SA possono inoltre concedere proroghe ulteriori nel caso in cui l’emergenza impedisca il rispetto delle scadenze.
Le SA devono valutare la possibilità di svolgere le gare con procedure telematiche, di rinunciare al sopralluogo obbligatorio previsto dal bando, nei casi in cui lo stesso non sia strettamente necessario per la formulazione dell’offerta, e di svolgere in streaming o con collegamenti da remoto le riunioni delle commissioni giudicatrici.
Secondo Anac, infine, nella fase di esecuzione del contratto, l’emergenza sanitaria deve essere considerata come causa di forza maggiore che giustifica il ritardo nell’esecuzione delle prestazioni e non fa scattare le penali.
Il Coronavirus cambia le nostre abitudini e ridefinisce tempi e strumenti del nostro lavoro. Come si stanno modificando le attività dei progettisti? Cosa non riusciamo a fare e cosa, invece, facciamo meglio? PARTECIPA AL SONDAGGIO