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Subappalto, in Italia i giudici ammettono i tetti del 30%-40%

Subappalto, in Italia i giudici ammettono i tetti del 30%-40%

Una sentenza del Tar Lazio non tiene conto delle indicazioni della Corte di Giustizia UE che ha bocciato i limiti italiani

Vedi Aggiornamento del 13/11/2020
Foto: olegdudko ©123RF.com
di Paola Mammarella
30/04/2020 - Si possono continuare ad applicare limiti al subappalto. A spiegarlo è stato il Tar Lazio con la sentenza 4183/2020. A detta dei giudici, la Stazione Appaltante può limitare il ricorso al subappalto senza che questo implichi una violazione delle norme comunitarie.
 

Limiti al subappalto, il caso

Il caso esaminato dai giudici riguarda una gara per l’affidamento di un servizio di monitoraggio ICT. Un raggruppamento di professionisti era stato escluso perché gran parte della prestazione sarebbe stata effettuata ricorrendo a lavoratori autonomi.
 
Secondo la Stazione Appaltante, il lavoro autonomo non era compatibile con la funzione di coordinamento organizzativo e poteva riguardare solo attività accessorie o strumentali, ma non l’attività oggetto dell’appalto. L’utilizzo dei lavoratori autonomi era da considerare come subappalto, con conseguente violazione della quota del 30% (oggi 40%) prevista dal comma 2 dell’articolo 105 del Codice Appalti (D.lgs. 50/2016). I lavoratori autonomi avrebbero infatti occupato il 60% del totale delle ore annue previste per l’erogazione delle attività di “Coordinamento di monitoraggio”, l’80% delle ore previste per le attività da svolgere in fase di avvio del monitoraggio, il 100% delle ore previste per le attività da svolgere in fase di chiusura dei contratti monitorati e il 38% delle ore previste per l’erogazione delle attività di consulenza e supporto.
 
Il raggruppamento si era quindi appellato alla pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che, lo ricordiamo, ha affermato in modo categorico che i limiti al subappalto sono contrari alle norme europee.
 

Tar Lazio: i limiti al subappalto sono legittimi

Secondo i giudici, i partecipanti avrebbero voluto eludere le norme sul subappalto ricorrendo a dei lavoratori autonomi.
 
Il Tar ha ritenuto irrilevante il richiamo alla sentenza con cui la Corte di Giustizia UE ha bacchettato i limiti al subappalto. I giudici hanno fatto notare che la sentenza europea non vieta il subappalto sempre e comunque e “non esclude la compatibilità con il diritto dell’Unione di limiti superiori”.
 
Secondo i giudici, la normativa UE ammette “che il legislatore nazionale possa individuare comunque, al fine di evitare ostacoli al controllo dei soggetti aggiudicatari, un limite al subappalto proporzionato rispetto a tale obiettivo”.
 
A detta del Tar, l’affidamento di una quota considerevole di operazioni a dei lavoratori autonomi avrebbe reso difficili i controlli. I giudici hanno quindi confermato l’esclusione del raggruppamento, come deciso dalla Stazione Appaltante.
 

Limiti al subappalto, Fillea Cgil: 'ora nessuno ha più alibi' 

Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil, si è mostrato molto soddisfatto dalla sentenza. “La sentenza - ha affermato - è importantissima per almeno tre ragioni: la prima perché esplicitamente riconosce che il ricorso al lavoro autonomo è configurabile come subappalto. Pur se consentito, quindi, il ricorso al lavoro autonomo è subordinato all’individuazione specifica del contenuto delle attività da svolgere e può riguardare solo attività accessorie o strumentali e non l’attività oggetto dell’appalto”.

La seconda ragione, che Genovesi ritiene la più importante riguarda il tema delicato della lotta alle infiltrazioni criminali, che può giustificare una restrizione alle norme UE.

“La terza ragione - conclude - è che la causa era stata intentata contro la Camera dei Deputati, che si è difesa ricorrendo proprio alle posizioni più volte assunte dalla Fillea Cgil sul corretto ricorso ai lavoratori autonomi e sulla legittimità dei limiti percentuali al subappalto".  Questa sentenza rappresenta ora un punto di riferimento per le stazioni appaltanti e per gli operatori economici e speriamo che i tanti deputati ed imprese che invocano la liberalizzazione del subappalto, prendano atto che la tutela del lavoro, della sicurezza così come il contrasto all’irregolarità e alla criminalità vengono prima in tutte le sedi, anche in quelle giudiziarie e amministrative. Ora nessuno ha più alibi!”. 
 

 
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