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Fase 2, ripartono i cantieri che rispettano il nuovo protocollo di sicurezza

Fase 2, ripartono i cantieri che rispettano il nuovo protocollo di sicurezza

Sospensione dell’attività per chi non attua le regole. Il rovescio della medaglia è l’aumento dei costi per le imprese

Vedi Aggiornamento del 27/05/2020
Foto: szefei © 123RF.com
Foto: szefei © 123RF.com
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 27/05/2020
24/04/2020 - Coniugare la prosecuzione delle attività produttive con la garanzia di condizioni di sicurezza per i lavoratori nei cantieri.

Con questo obiettivo le Ministre delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli e del Lavoro e Politiche Sociali Nunzia Catalfo, hanno siglato oggi con i rappresentanti di Comuni, Provice, Anas, RFI, ANCE, Cooperative, Feneal Uil, Filca CISL e Fillea CGIL il nuovo Protocollo per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid19 negli ambienti di lavoro e il nuovo Protocollo per la sicurezza anti-contagio nei cantieri.

SCARICA IL PROTOCOLLO PER LA SICUREZZA NEI CANTIERI

Sia per i cantieri, sia per gli altri settori produttivi, il mancato rispetto delle prescrizioni per la sicurezza fa scattare la sospensione delle attività.
 

Cantieri nella Fase 2, il protocollo per la sicurezza

Il Il nuovo protocollo per i cantieri aggiorna quello approvato il 19 marzo e prevede:
- il massimo ricorso al lavoro agile, ove possibile;
- la sospensione delle lavorazioni che possono essere svolte attraverso una riorganizzazione delle fasi eseguite in tempi successivi senza compromettere le opere realizzate;
- un piano di turnazione dei dipendenti dedicati alla produzione con l’obiettivo di diminuire al massimo i contatti e di creare gruppi autonomi, distinti e riconoscibili;
- l'utilizzo degli ammortizzatori sociali disponibili nel rispetto degli istituti contrattuali per consentire l’astensione dal lavoro senza perdita della retribuzione;
- l'utilizzo delle ferie maturate e dei congedi retribuiti;
- la sospensione di tutte le trasferte e dei viaggi di lavoro, anche se già concordati e organizzati;
- la limitazione degli spostamenti all’interno e all’esterno del cantiere, contingentando l’accesso agli spazi comuni anche attraverso la riorganizzazione delle lavorazioni e degli orari del cantiere.

In cantiere deve essere assicurato il distanziamento sociale e, se impossibile, è obbligatorio l'utilizzo di dispositivi di protezione individuali.

Il protocollo definisce inoltre gli obblighi di informazione a carico del datore di lavoro, la regolamentazione degli accessi al cantiere, le operazioni di pulizia e sanificazione del cantiere, la gestione degli spazi comuni, le precauzioni igieniche personali, l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, 

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Fase 2, il protocollo per tutti i settori

Il protocollo integra il protocollo del 14 marzo e prevede una serie di obblighi a carico delle aziende: comunicazione ai lavoratori e a chiunque entri di tutte le informazioni per la tutela della sicurezza anti-contagio e dell’obbligo di rimanere a casa se si ha febbre, di mantenere la distanza interpersonale e di osservare le regole di igiene.
 
Prima di entrare in azienda, al personale può essere misurata la temperatura e, nel caso in cui questa risulti superiore a 37,5°, isolato e fornito di mascherina. Il datore di lavoro deve informare che l’ingresso è precluso a chi negli ultimi 14 giorni, abbia avuto contatti con soggetti o provenga da zone a rischio.
 
L’ingresso dei lavoratori risultati positivi al virus può avvenire solo previa consegna del certificato di “avvenuta negativizzazione” del tampone. Per i fornitori esterni, devono essere individuate apposite procedure di ingresso, transito e uscita, per ridurre i contatti con il personale interno.
  
Il protocollo dedica una grande attenzione anche alle aree comuni, prescrivendo accesso contingentato e ventilazione continua. Devono essere modulati gli spazi di lavoro e scaglionati gli orari di ingresso per ridurre i contatti. Il protocollo prevede la sospensione di trasferte, viaggi di lavoro, eventi interni, attività di formazione, riunioni in presenza.
 
Le aziende, previa intesa con le rappresentanze sindacali, potranno rimodulare i livelli produttivi. Tutte le norme di sicurezza coinvolgono anche le aziende in appalto, che possono realizzare cantieri e sedi provvisori all’interno. In questi casi, il committente deve informare l’appaltatore sui protocolli e le regole esistenti.

SCARICA IL PROTOCOLLO PER LA SICUREZZA IN TUTTI I SETTORI PRODUTTIVI
 


Fase 2, soddisfatte le parti sociali

"Nel Protocollo - ha spiegato la Ministra De Micheli - vengono fornite indicazioni operative per incrementare in tutti i cantieri l’efficacia delle misure precauzionali di contenimento dell'epidemia, seguendo la logica della precauzione e le indicazioni dell’Autorità sanitaria non solo per i lavoratori ma anche per i titolari del cantiere e tutti i subappaltatori e subfornitori". La Ministra ha inoltre annunciato che il Governo si è impegnato a fissare al 15 giugno il termine di validità di tutti i Documenti unici di regolarità contributiva (DURC) in scadenza tra il 31 gennaio e il 15 aprile 2020. La modifica sarà probabilmente inserita nel prossimo Decreto legge di fine aprile.

Le misure per la riapertura delle attività e l'avvio della fase 2 hanno lasciato soddisfatte tutte le parti sociali. Il Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha dichiarato che "la tutela della salute di tutti i lavoratori, la bussola che ci ha sempre guidati, esce ulteriormente rafforzata - aggiungendo poi che - Ancora una volta, Governo e parti sociali si sono dimostrati attenti alla sicurezza dei lavoratori e, più in generale, dei cittadini. Un ulteriore passo avanti per garantire alle nostre imprese di ripartire".

“Un accordo positivo, utile, che mantiene la salute e la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini la prima condizione per la ripresa dell’attività produttiva. Abbiamo fatto passi in avanti e ora dobbiamo dare gambe alla sicurezza dei lavoratori e alla ripresa produttiva - ha commentato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini - con regole per garantire uniformità di comportamenti nei siti con più aziende che operano nella stessa produzione e per responsabilizzare sia le aziende committenti che in appalto".

Il mondo sindacale, nella precedente riunione con esponenti del Governo, ha affermato che  i dispositivi di sicurezza e gli strumenti di screening al momento disponibili in settori come quello degli appalti non sono ancora sufficienti per garantire di ripartire con la massima sicurezza per i lavoratori. L'inserimento della sospensione temporanea dell'attività nei casi di mancata attuazione del protocollo ha reso possibile il parere positivo sulle nuove misure di sicurezza.

Federbeton Confindustria ha reso noto che le imprese del comparto produttivo del cemento implementeranno, incrementandole laddove necessario, le misure preventive anti-contagio contenute nel protocollo. 
 

Fase 2, le norme per la sicurezza e il rilancio dell’economia

Se, da una parte, l’intesa sul nuovo protocollo di sicurezza ha lasciato soddisfatti sia i sindacati sia il Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, c’è anche un rovescio della medaglia. Il cambiamento dell’organizzazione produttiva e l’adozione di misure straordinarie per la sicurezza aumenterà i costi a carico delle imprese, che in molti casi dovranno confrontarsi con le committenze.
 
Per questa ragione, l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) ha messo a disposizione dei propri iscritti dei modelli da utilizzare sia nei contratti pubblici sia in quelli privati. I modelli potranno essere utilizzati per aprire un confronto con le committenze sul riequilibrio dei rapporti contrattuali esistenti.

Per far fronte alla situazione di crisi che ha colpito imprese e professionisti, causata dal lockdown e dagli oneri per la riorganizzazione, il Consiglio dei Ministri ha approvato il Documento di Economia e Finanza e annunciato l’arrivo di un pacchetto di misure per la “drastica semplificazione" in “settori cruciali per il rilancio degli investimenti che interesserà appaltiedilizia, commercio e controlli”.

Nel documento esaminato dal CdM si legge che il periodo di emergenza impone di accelerare il processo di digitalizzazione e, in alcuni casi, di adottare misure di deroga, eccezionali o comunque temporanee, nel rispetto dei principi generali. Il documentoaggiunge però che "questa esperienza può essere di insegnamento per introdurre semplificazioni di tipo permanente e non più solo eccezionale".
 
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