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Opere pubbliche, Ance: ‘senza snellire le procedure non c’è rilancio’
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Opere pubbliche, Ance: ‘senza snellire le procedure non c’è rilancio’
‘Inspiegabilmente scomparse dal Decreto le misure urgenti per accelerare gli investimenti e far partire le opere pubbliche’
14/05/2020 - “Non si può parlare di vero rilancio dell’economia senza misure concrete per sostenere gli investimenti pubblici e per sostenere le imprese che devono realizzarli”. Così il Presidente dell’Ance, Gabriele Buia, in attesa del testo definitivo del cosiddetto Decreto Rilancio approvato ieri in tarda sera dal Consiglio dei Ministri.
“Stando agli ultimi testi circolati, sarebbe stato espunto dal decreto tutto il capitolo degli appalti pubblici comprese le misure per accelerare gli investimenti e per garantire pagamenti regolari alle imprese”, denuncia Buia. “Mi chiedo come sia possibile in questo modo, senza aggredire l’inerzia burocratica e consentire alle amministrazioni di spendere i soldi disponibili, pensare di rilanciare veramente il Paese”.
Si tratterebbe peraltro - secondo Ance - di un dietrofront inspiegabile da parte del Governo. “Sono settimane che il Governo ripete all’unanimità che per far crescere l’economia occorre pensare a un grande piano di sviluppo e di manutenzione infrastrutturale, accelerando procedure e sbloccando risorse incagliate da anni e poi che fa cancella tutto?”, lamenta il Presidente Buia: “ogni giorno di ritardo dei provvedimenti di sblocco si traduce in mesi di ritardo per interventi sul territorio”.
Nell’ultima bozza del decreto sembrerebbero infatti uscite norme importanti come lo sblocco del contratto di programma di Anas e Rfi che è incagliato da due anni e mezzo con cospicue risorse per la manutenzione stradale e ferroviaria, così come sarebbe saltata una norma che consentirebbe alle stazioni appaltanti di pagare subito alle imprese i lavori svolti finora per evitare che vadano a corto di liquidità, “come peraltro suggerito anche dall’Anac visto il rischio per migliaia di imprese di fallire e diventare facili prede del malaffare”.
“Spero di sbagliarmi e che il testo definitivo confermi l’impostazione iniziale del provvedimento che prevedeva alcune misure importanti per accelerare la spesa e quindi per far ripartire realmente il Paese”. Né si può accettare che queste norme che riguardano il rilancio dell’economia vengano ancora una volta rinviate a un futuro altro decreto: “sono passati due mesi dall’inizio della crisi e ancora non c’è traccia di veri snellimenti e di interventi decisivi per alleggerire la zavorra burocratica, cosa aspettiamo che le imprese siano tutte morte?”.
Invece, lo sblocco del contratto di programma di Anas e Rfi è il cuore del ‘Piano rilancio cantieri e lavoro’ annunciato alcune settimane fa dal viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Giancarlo Cancelleri, finalizzato a velocizzare opere già interamente finanziate per complessivi 109 miliardi di euro.
“Stando agli ultimi testi circolati, sarebbe stato espunto dal decreto tutto il capitolo degli appalti pubblici comprese le misure per accelerare gli investimenti e per garantire pagamenti regolari alle imprese”, denuncia Buia. “Mi chiedo come sia possibile in questo modo, senza aggredire l’inerzia burocratica e consentire alle amministrazioni di spendere i soldi disponibili, pensare di rilanciare veramente il Paese”.
Si tratterebbe peraltro - secondo Ance - di un dietrofront inspiegabile da parte del Governo. “Sono settimane che il Governo ripete all’unanimità che per far crescere l’economia occorre pensare a un grande piano di sviluppo e di manutenzione infrastrutturale, accelerando procedure e sbloccando risorse incagliate da anni e poi che fa cancella tutto?”, lamenta il Presidente Buia: “ogni giorno di ritardo dei provvedimenti di sblocco si traduce in mesi di ritardo per interventi sul territorio”.
Ance: ‘cosa aspettiamo, che le imprese siano tutte morte?’
Nell’ultima bozza del decreto sembrerebbero infatti uscite norme importanti come lo sblocco del contratto di programma di Anas e Rfi che è incagliato da due anni e mezzo con cospicue risorse per la manutenzione stradale e ferroviaria, così come sarebbe saltata una norma che consentirebbe alle stazioni appaltanti di pagare subito alle imprese i lavori svolti finora per evitare che vadano a corto di liquidità, “come peraltro suggerito anche dall’Anac visto il rischio per migliaia di imprese di fallire e diventare facili prede del malaffare”. “Spero di sbagliarmi e che il testo definitivo confermi l’impostazione iniziale del provvedimento che prevedeva alcune misure importanti per accelerare la spesa e quindi per far ripartire realmente il Paese”. Né si può accettare che queste norme che riguardano il rilancio dell’economia vengano ancora una volta rinviate a un futuro altro decreto: “sono passati due mesi dall’inizio della crisi e ancora non c’è traccia di veri snellimenti e di interventi decisivi per alleggerire la zavorra burocratica, cosa aspettiamo che le imprese siano tutte morte?”.
Opere pubbliche, le proposte del Governo
Ricordiamo che di semplificazioni per le opere pubbliche, facoltà derogatorie per le stazioni appaltanti e ricorso al commissariamento ha parlato pochi giorni fa la Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, nel corso di un incontro cui ha partecipanto anche Ance.Invece, lo sblocco del contratto di programma di Anas e Rfi è il cuore del ‘Piano rilancio cantieri e lavoro’ annunciato alcune settimane fa dal viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Giancarlo Cancelleri, finalizzato a velocizzare opere già interamente finanziate per complessivi 109 miliardi di euro.