
Superbonus, Finco: ‘troppe responsabilità per i professionisti’
NORMATIVA
Superbonus, Finco: ‘troppe responsabilità per i professionisti’
I tecnici potrebbero pagare un risarcimento pari all’intero importo dei lavori. La Federazione chiede di accelerare l'utilizzo del credito ceduto
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del 16/07/2020

28/05/2020 - Se, da una parte, i superbonus sono stati ideati per dare nuovo impulso al settore edile, dall’altra le responsabilità gravanti sui professionisti e i meccanismi per la cessione del credito potrebbero creare qualche ostacolo.
A metterlo in evidenza è la Federazione industrie, prodotti, impianti, servizi e opere specialistiche per le costruzioni (Finco) in un documento contenente alcune proposte di modifica al Decreto Rilancio.
Secondo Finco è necessario definire i criteri secondo cui misurare la congruità delle spese e il calcolo dei rischi soggetti a copertura assicurativa.
Finco parte dalla premessa che, data l’interessante aliquota dell’incentivo, è fondamentale evitare comportamenti opportunistici, ma sottolinea che negli interventi complessi ci sono costi di capitolato per i quali non esistono univoci riferimenti di mercato. Per il professionista diventa quindi difficile avere dei parametri di valutazione.
Le perplessità di Finco riguardano anche l’entità dei danni rispetto a cui il professionista è chiamato ad assicurarsi. Elementi che si ripercuotono sul premio annuale da corrispondere, che potrebbe risultare insostenibile per i professionisti “a fronte di un mercato di imprecisati contorni e di orizzonti comunque brevissimi”. Se al professionista venisse contestata la veridicità dell’attestazione, si potrebbero verificare una serie di casi: il privato potrebbe detrarre le spese sostenute, corretti della parte ritenuta non congrua, oppure potrebbe rinunciare ad optare per la cessione del credito o per lo sconto in fattura o, ancora, dovrebbe sostenere l’intero importo delle spese. A questo punto, il professionista dovrebbe pagare un risarcimento che potrebbe essere pari all’intero importo dei lavori.
Secondo Finco, inoltre, è fondamentale accelerare l’utilizzo dei crediti di imposta. L’utilizzo al momento è vincolato all’invio della comunicazione che, per i condomini, e` possibile trasmettere in modalità telematica, solo l’anno successivo all’effettuazione dei lavori. Ne consegue che, spiega Finco, “per un tipico intervento Eco- Sisma bonus su un condominio di media grandezza dove si devono considerare dei tempi di 3-4 mesi per definire, deliberare, e progettare gli interventi nonché di 6-7 per affidarli e realizzarli, ed ulteriori tempi per approntare le attestazioni da parte dei professionisti, è evidente che l’impresa potrà ricevere sul cassetto fiscale il relativo credito d’imposta solo nel marzo del 2022”. Finco teme che, in tali condizioni, le imprese preferiranno rimandare le commesse dal 2020 al 2021 onde ridurre il periodo di esposizione finanziaria con effetti negativi sul PIL 2020.
Rendendo possibile l’utilizzo dei crediti fiscali dal mese successivo, le imprese potrebbero subito negoziare la cessione dei crediti fiscali ed acquisire altre commesse. Rispetto all’attuale impostazione della norma, conclude Finco, “si avrà un immediato effetto positivo sui conti dello Stato: diretto, per il maggior volume dei crediti Iva per gli anni 2020 - 2021, ed indiretto per il maggior gettito IRPEF dovuto all’immediata ripresa dell’occupazione edilizia ed alla drastica riduzione di richiesta di ore di cassa integrazione”.
A metterlo in evidenza è la Federazione industrie, prodotti, impianti, servizi e opere specialistiche per le costruzioni (Finco) in un documento contenente alcune proposte di modifica al Decreto Rilancio.
Superbonus, troppe responsabilità dei professionisti
Finco mette in evidenza le criticità derivanti dalle responsabilità dei professionisti, che, in base al DL Rilancio, sono chiamati ad asseverare, oltre ai risultati raggiunti con gli interventi, la congruità delle spese sostenute in relazione ai lavori agevolati. I tecnici sono colpiti con una sanzione da 2mila a 15mila euro per eventuali attestazioni e asseverazioni infedeli e hanno l’obbligo di stipulare una polizza con un massimale non inferiore a 500mila euro per risarcire i clienti dagli eventuali danni causati dalla propria attività.Secondo Finco è necessario definire i criteri secondo cui misurare la congruità delle spese e il calcolo dei rischi soggetti a copertura assicurativa.
Finco parte dalla premessa che, data l’interessante aliquota dell’incentivo, è fondamentale evitare comportamenti opportunistici, ma sottolinea che negli interventi complessi ci sono costi di capitolato per i quali non esistono univoci riferimenti di mercato. Per il professionista diventa quindi difficile avere dei parametri di valutazione.
Le perplessità di Finco riguardano anche l’entità dei danni rispetto a cui il professionista è chiamato ad assicurarsi. Elementi che si ripercuotono sul premio annuale da corrispondere, che potrebbe risultare insostenibile per i professionisti “a fronte di un mercato di imprecisati contorni e di orizzonti comunque brevissimi”. Se al professionista venisse contestata la veridicità dell’attestazione, si potrebbero verificare una serie di casi: il privato potrebbe detrarre le spese sostenute, corretti della parte ritenuta non congrua, oppure potrebbe rinunciare ad optare per la cessione del credito o per lo sconto in fattura o, ancora, dovrebbe sostenere l’intero importo delle spese. A questo punto, il professionista dovrebbe pagare un risarcimento che potrebbe essere pari all’intero importo dei lavori.
Cessione del credito facilitata e liquidità immediata
Finco ritiene che per intraprendere gli interventi con celerità, le imprese hanno necessità di immediata liquidità: sarebbe quindi necessario consentire la cedibilità a terzi anche dei crediti d’imposta acquisiti, ma non utilizzati e presenti ancora nei cassetti fiscali, relativi ad interventi realizzati prima del 2020.Secondo Finco, inoltre, è fondamentale accelerare l’utilizzo dei crediti di imposta. L’utilizzo al momento è vincolato all’invio della comunicazione che, per i condomini, e` possibile trasmettere in modalità telematica, solo l’anno successivo all’effettuazione dei lavori. Ne consegue che, spiega Finco, “per un tipico intervento Eco- Sisma bonus su un condominio di media grandezza dove si devono considerare dei tempi di 3-4 mesi per definire, deliberare, e progettare gli interventi nonché di 6-7 per affidarli e realizzarli, ed ulteriori tempi per approntare le attestazioni da parte dei professionisti, è evidente che l’impresa potrà ricevere sul cassetto fiscale il relativo credito d’imposta solo nel marzo del 2022”. Finco teme che, in tali condizioni, le imprese preferiranno rimandare le commesse dal 2020 al 2021 onde ridurre il periodo di esposizione finanziaria con effetti negativi sul PIL 2020.
Rendendo possibile l’utilizzo dei crediti fiscali dal mese successivo, le imprese potrebbero subito negoziare la cessione dei crediti fiscali ed acquisire altre commesse. Rispetto all’attuale impostazione della norma, conclude Finco, “si avrà un immediato effetto positivo sui conti dello Stato: diretto, per il maggior volume dei crediti Iva per gli anni 2020 - 2021, ed indiretto per il maggior gettito IRPEF dovuto all’immediata ripresa dell’occupazione edilizia ed alla drastica riduzione di richiesta di ore di cassa integrazione”.