Professionisti, persi oltre 13mila euro in 12 anni
PROFESSIONE
Professionisti, persi oltre 13mila euro in 12 anni
E il coronavirus ha aggravato la situazione: RPT e CUP preoccupati per la ‘limitata e residuale attenzione’ alle professioni nel Decreto Rilancio

04/06/2020 - I liberi professionisti sono una delle categorie maggiormente colpite dalla crisi, che si è abbattuta sul sistema economico dal 2008 e ora è aggravata dagli effetti dell’emergenza Coronavirus. Nonostante ciò - lamentano le associazioni rappresentative del mondo delle professioni - c'è scarsa attenzione da parte della politica.
Questo il quadro tracciato dalle rilevazioni della Fondazione Nazionale dei Commercialisti e dalle accuse lanciate da Rete delle Professioni Tecniche (RPT) e il Comitato unitario per le professioni (CUP).
In sostanza, in una situazione di crisi, in cui è stato colpito anche il settore del lavoro dipendente, in molti si sono riversati nel settore della libera professione, determinando un eccesso di offerta.
Nelle Attività professionali, scientifiche e tecniche, che comprendono le libere professioni economiche, giuridiche e tecniche, il valore aggiunto per occupato ha perso in dodici anni 13.729 euro (-19,3%), passando da 71.302 euro del 2007 a 57.573 del 2019. Se prima, la produttività media del settore era superiore a quella media nazionale (113%), dopo la crisi è scesa ad un livello inferiore (94%). Mentre l’area delle professioni giuridiche ed economiche ha contenuto il crollo a -16,9%, quelle tecniche hanno subito una perdita maggiore e pari a -20,4%.
RPT e CUP, che da tempo chiedono un’interlocuzione con il Governo per mettere a punto delle strategie di rilancio per i professionisti, hanno espresso delusione dopo aver appreso i contenuti del Decreto Rilancio (DL 34/2020).
I professionisti hanno lamentato prima l’esclusione dai contributi a fondo perduto, poi l’impossibilità di ottenere il bonus da 600 a 1000 euro ad aprile e maggio per coloro che lo hanno ottenuto a marzo. “In pochi giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto - hanno spiegato - le tutele attese dai professionisti sono evaporate”. Secondo i rappresentanti dei professionisti, “si tratta di un’inaccettabile discriminazione per 2,3 milioni di professionisti”.
Motivi che li hanno spinti a redigere il Manifesto delle Professioni per la ripartenza e indire gli Stati Generali delle Professioni, in programma stamattina, per rivendicare il ruolo economico, sociale e sussidiario nei confronti del Governo.
Questo il quadro tracciato dalle rilevazioni della Fondazione Nazionale dei Commercialisti e dalle accuse lanciate da Rete delle Professioni Tecniche (RPT) e il Comitato unitario per le professioni (CUP).
Professionisti e crisi: per i tecnici calo di produttività del 20%
L’Osservatorio del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti ha tracciato un quadro della crisi che, a partire dal 2008, ha colpito molto duramente i liberi professionisti, con una perdita di oltre 13mila euro per occupato. A detta dell’Osservatorio, l’offerta di lavoro libero professionale è cresciuta a un ritmo superiore a quello della produzione determinando così un repentino crollo della produttività individuale di oltre il 20% a fronte di una media nazionale del 3,8%.In sostanza, in una situazione di crisi, in cui è stato colpito anche il settore del lavoro dipendente, in molti si sono riversati nel settore della libera professione, determinando un eccesso di offerta.
Nelle Attività professionali, scientifiche e tecniche, che comprendono le libere professioni economiche, giuridiche e tecniche, il valore aggiunto per occupato ha perso in dodici anni 13.729 euro (-19,3%), passando da 71.302 euro del 2007 a 57.573 del 2019. Se prima, la produttività media del settore era superiore a quella media nazionale (113%), dopo la crisi è scesa ad un livello inferiore (94%). Mentre l’area delle professioni giuridiche ed economiche ha contenuto il crollo a -16,9%, quelle tecniche hanno subito una perdita maggiore e pari a -20,4%.
Professionisti: col Decreto Rilancio evaporate le tutele attese
La crisi perdurante è stata aggravata dall’emergenza Coronavirus, per cui i professionisti chiedono risposte incisive al Governo.RPT e CUP, che da tempo chiedono un’interlocuzione con il Governo per mettere a punto delle strategie di rilancio per i professionisti, hanno espresso delusione dopo aver appreso i contenuti del Decreto Rilancio (DL 34/2020).
I professionisti hanno lamentato prima l’esclusione dai contributi a fondo perduto, poi l’impossibilità di ottenere il bonus da 600 a 1000 euro ad aprile e maggio per coloro che lo hanno ottenuto a marzo. “In pochi giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto - hanno spiegato - le tutele attese dai professionisti sono evaporate”. Secondo i rappresentanti dei professionisti, “si tratta di un’inaccettabile discriminazione per 2,3 milioni di professionisti”.
Motivi che li hanno spinti a redigere il Manifesto delle Professioni per la ripartenza e indire gli Stati Generali delle Professioni, in programma stamattina, per rivendicare il ruolo economico, sociale e sussidiario nei confronti del Governo.