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Demolizione opere abusive, operativo il fondo da 10 milioni di euro

Demolizione opere abusive, operativo il fondo da 10 milioni di euro

Saranno demoliti per primi gli abusi di oltre 450 mc realizzati in aree demaniali, tutelate e a rischio idrogeologico

Vedi Aggiornamento del 15/03/2022
Foto: Bogdan Mircea Hodo 123RF.com
Foto: Bogdan Mircea Hodo 123RF.com
di Alessandra Marra
Vedi Aggiornamento del 15/03/2022
24/08/2020 - Diventa operativo il Fondo da 10 milioni di euro per la demolizione delle opere abusive; il Ministero delle Infrastrutture (Mit), infatti, ha pubblicato il DM 23 giugno 2020 che disciplina i criteri e le modalità per l'erogazione ai Comuni dei contributi necessari agli interventi di demolizione. 
 

Demolizione opere abusive: cosa prevede

Possono presentare la domanda di concessione del contributo i Comuni nel cui territorio ricadono l'opera o l'immobile realizzati in assenza o in totale difformità dal permesso di costruire.
 
Il contributo ha ad oggetto le spese connesse agli interventi di rimozione o di demolizione delle opere o degli immobili per i quali è stato adottato un provvedimento definitivo di rimozione o di demolizione non eseguito nei termini stabiliti.
 
Il contributo potrà anche coprire le spese tecniche e amministrative e quelle connesse alla rimozione, trasferimento e smaltimento delle macerie.
 
 

Opera abusive: come stabilire le priorità

Le risorse sono utilizzate prioritariamente in relazione agli abusi riguardanti edifici o ampliamenti edilizi con volumetrie pari o superiori a 450 m³ insistenti sulle seguenti aree:
- aree demaniali o di proprietà di altri enti pubblici;
- aree a rischio idrogeologico;
- aree sismiche con categoria di sottosuolo A, B, C, D, di cui al DM 17 gennaio 2018;
- aree sottoposte a tutela ai sensi del Dlgs 42/2004;
- aree sottoposte a tutela delle aree naturali protette appartenenti alla rete natura 2000.
 
Le risorse eventualmente disponibili all’esito dell’utilizzo prioritario sono utilizzate in relazione alle medesime tipologie di abusi edilizi e aree, con riferimento a volumetrie pari o superiori a 250 m³ e inferiori a 450 m³.
 
Alle richieste riguardanti gli abusi relativi a edifici o ampliamenti edilizi con volumetria inferiore a 250 m³ possono essere destinate eventuali risorse disponibili all'esito dei precedenti utilizzi.
 
 

Opere abusive: come gestire le procedure per la demolizione

Le risorse saranno assegnate ai Comuni, nei limiti delle diponibilità finanziarie annuali, a seguito dell'istruttoria positiva delle richieste presentate. La ripartizione delle risorse assicura la realizzazione di almeno un intervento di demolizione in ciascuna regione, individuato a partire dalla maggiore volumetria dello stesso. Per gli interventi di pari cubatura, i comuni ne indicano l'ordine prioritario.
 
Le somme assegnate ai Comuni per ciascun intervento sono pari al 50% del costo totale dell’intervento indicato al momento della presentazione della domanda e risultante dal quadro tecnico economico.
 
Qualora l'ammontare delle risorse disponibili non sia sufficiente a soddisfare il fabbisogno complessivo nazionale per i contributi richiesti, a parità di volumetrie, si applica il criterio cronologico di presentazione della domanda.
 
Entro tre mesi dal termine per la presentazione delle domande di contributo, sarà definito l'elenco degli interventi ammessi al contributo. I Comuni dovranno provvedere all'affidamento dei lavori e alla stipulazione del contratto con l'impresa entro 12 mesi dall'assegnazione e dovranno terminare gli interventi entro 24 mesi dalla data di assegnazione dei contributi.
 
 

Demolizione opere abusive, 10 milioni fermi dal 2018

Ricordiamo che la Legge di Bilancio per il 2018 ha istituito un Fondo da 10 milioni di euro, 5 milioni per il 2018 e 5 per il 2019, per la demolizione degli edifici abusivi.
 
Il Fondo, tuttavia, è rimasto bloccato per due anni in quanto mancava il provvedimento con la definizione dei criteri di utilizzazione. All’inizio dell’anno, infatti, l’Anci aveva scritto al MIT sollecitandone la pubblicazione.
 
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