NORMATIVA
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Condizionatori, condensa e fluido refrigerante
FOCUS
Condizionatori, condensa e fluido refrigerante
Mono-split, multi-split, per raffrescamento o a pompa di calore: gli split sono un sistema molto utilizzato per la climatizzazione
20/11/2020 - Per impianti di condizionamento o climatizzazione si intendono quei sistemi che controllano contemporaneamente temperatura, umidità e qualità dell’aria negli ambienti. Tra gli impianti di condizionamento maggiormente utilizzati spiccano quelli a espansione diretta, denominati comunemente condizionatori split system.
Lo Split System è costituito da due parti:
- una ad alta pressione, l’unità esterna (sezione condensazione);
- una a bassa pressione, lo split interno (sezione evaporazione), nella versione mono-split o multi-split.
Per funzionare ha bisogno dell’alimentazione elettrica, dell'aria e di un fluido frigorigeno o detto anche refrigerante.
Il compressore, presente nell’unità esterna, comprime ed espande il fluido che scambiando calore con l’aria del locale, genera, a seconda dei casi, caldo o freddo.
Uno split system che genera freddo e caldo è detto pompa di calore, durante il ciclo di riscaldamento, sottrae dall'esterno calore e lo cede all’interno riscaldandolo; viceversa, nel ciclo di raffreddamento, sottrae calore all'interno, raffreddando il locale, e lo rigetta all'esterno sottoforma di condensazione.
In questo focus affronteremo le problematiche che riguardano il fluido frigorigeno e la condensa di un condizionatore.
Foto: Climatizzatore mono-split FTXS-K, © DAIKIN Air Conditioning
Unità esterna e split sono collegati tra di loro da due tubi in rame (linee frigorifere) all’interno dei quali scorre il fluido che ha il compito di trasferire calore dalla sezione di evaporazione (split) e cederlo a quella di condensazione (unità esterna).
Il fluido “non si scarica” e tantomeno “non si dissipa” è sempre presente nel circuito e circola in esso: evapora e si condensa. Questa sequenza si ripete ciclicamente, senza interruzione.
Quindi quando un condizionatore è “scarico di gas” in realtà vuol dire che c’è un malfunzionamento. In tale evenienza, lo split non scalda o raffresca poco.
Prima di tutto, bisognerà controllare i filtri e pulirli.
Se nonostante quest’operazione il problema persiste, la causa risiede nell’installazione.
Un impianto split system dovrebbe essere a tenuta stagna, un’installazione non eseguita correttamente o il non rispetto delle specifiche tecniche del prodotto può determinare delle perdite nelle giunzioni.
Per questo è necessario richiedere una installazione certificata, così come previsto anche dalla normativa.
Infatti, secondo il D.P.R. 146/2018 e il Regolamento (UE) n. 517/2014 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 Aprile 2014, “i tecnici che realizzano installazione, manutenzione e riparazione degli impianti contenenti gas refrigeranti fluorurati HFC, a prescindere dalla quantità in essi contenuta, devono essere in possesso della relativa certificazione, e le aziende che impiegano tale personale devono essere certificate”.
Foto: Pompa per espellere la condensa SANICONDENS CLIM DECO, ©Sanitrit
Quando lo split system è utilizzato per riscaldare, è l’unità esterna che produce condensa (condensa invernale); invece, quando lo split system è usato per rinfrescare, è lo split interno a produrla (condensa estiva).
Sia lo split che l’unità esterna sono dotati di una predisposizione alla quale, in fase di installazione, deve essere collegato il tubo di smaltimento della condensa.
Nelle nuove costruzioni, o nelle ristrutturazioni totali, l’impianto di condizionamento viene predisposto in modo tale che sia la condensa estiva che quella invernale siano convogliate direttamente nelle tubazioni di scarico.
Quando si installa un condizionatore a posteriori e non si realizzano opere edili le circostanze possono essere limitanti. Si pensa che l’unica soluzione sia quella di utilizzare un semplice recipiente. Soluzione sicuramente antiestetica, impegnativa, perché sarà necessario svuotarlo, e, vincolante perché servirà necessariamente un balcone per poter installare l’impianto.
Si potrebbe in alternativa, creare un sistema di tubazioni collegate alla grondaia e quindi ai pluviali.
Oppure, per quanto riguarda la condensa estiva, utilizzare una pompa per espellere l’acqua di condensa. Una soluzione come questa offre l’enorme vantaggio di installare il sistema di climatizzazione dove si vuole, anche su una parete che non accede su un balcone. Ci sono anche delle pompe che “spingono” la condensa estiva fino ad 8 mt, questo consente di installare lo split su una parete che non sia per forza una perimetrale.
Per la condensa invernale, si potrebbe ricorrere al nebulizzatori di condensa, o più semplicemente, installare una vaschetta raccogli acqua, direttamente ancorata alle mensole per condizionatori, così da non avere tubi penzolanti dalla macchina.
Lo Split System è costituito da due parti:
- una ad alta pressione, l’unità esterna (sezione condensazione);
- una a bassa pressione, lo split interno (sezione evaporazione), nella versione mono-split o multi-split.
Per funzionare ha bisogno dell’alimentazione elettrica, dell'aria e di un fluido frigorigeno o detto anche refrigerante.
Il compressore, presente nell’unità esterna, comprime ed espande il fluido che scambiando calore con l’aria del locale, genera, a seconda dei casi, caldo o freddo.
Uno split system che genera freddo e caldo è detto pompa di calore, durante il ciclo di riscaldamento, sottrae dall'esterno calore e lo cede all’interno riscaldandolo; viceversa, nel ciclo di raffreddamento, sottrae calore all'interno, raffreddando il locale, e lo rigetta all'esterno sottoforma di condensazione.
In questo focus affronteremo le problematiche che riguardano il fluido frigorigeno e la condensa di un condizionatore.
Foto: Climatizzatore mono-split FTXS-K, © DAIKIN Air Conditioning
Condizionatori: il fluido refrigerante va ricaricato?
‘No’ è la risposta a questa domanda.Unità esterna e split sono collegati tra di loro da due tubi in rame (linee frigorifere) all’interno dei quali scorre il fluido che ha il compito di trasferire calore dalla sezione di evaporazione (split) e cederlo a quella di condensazione (unità esterna).
Il fluido “non si scarica” e tantomeno “non si dissipa” è sempre presente nel circuito e circola in esso: evapora e si condensa. Questa sequenza si ripete ciclicamente, senza interruzione.
Quindi quando un condizionatore è “scarico di gas” in realtà vuol dire che c’è un malfunzionamento. In tale evenienza, lo split non scalda o raffresca poco.
Prima di tutto, bisognerà controllare i filtri e pulirli.
Se nonostante quest’operazione il problema persiste, la causa risiede nell’installazione.
Un impianto split system dovrebbe essere a tenuta stagna, un’installazione non eseguita correttamente o il non rispetto delle specifiche tecniche del prodotto può determinare delle perdite nelle giunzioni.
Per questo è necessario richiedere una installazione certificata, così come previsto anche dalla normativa.
Infatti, secondo il D.P.R. 146/2018 e il Regolamento (UE) n. 517/2014 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 Aprile 2014, “i tecnici che realizzano installazione, manutenzione e riparazione degli impianti contenenti gas refrigeranti fluorurati HFC, a prescindere dalla quantità in essi contenuta, devono essere in possesso della relativa certificazione, e le aziende che impiegano tale personale devono essere certificate”.
Foto: Pompa per espellere la condensa SANICONDENS CLIM DECO, ©Sanitrit
Condizionatori: come smaltire la condensa?
Durante il funzionamento di uno split system il fluido refrigerante passa ciclicamente dallo stato liquido a quello gassoso. Questo continuo cambiamento di stato produce la cosiddetta condensa, che altro non è che acqua demineralizzata da smaltire.Quando lo split system è utilizzato per riscaldare, è l’unità esterna che produce condensa (condensa invernale); invece, quando lo split system è usato per rinfrescare, è lo split interno a produrla (condensa estiva).
Sia lo split che l’unità esterna sono dotati di una predisposizione alla quale, in fase di installazione, deve essere collegato il tubo di smaltimento della condensa.
Nelle nuove costruzioni, o nelle ristrutturazioni totali, l’impianto di condizionamento viene predisposto in modo tale che sia la condensa estiva che quella invernale siano convogliate direttamente nelle tubazioni di scarico.
Quando si installa un condizionatore a posteriori e non si realizzano opere edili le circostanze possono essere limitanti. Si pensa che l’unica soluzione sia quella di utilizzare un semplice recipiente. Soluzione sicuramente antiestetica, impegnativa, perché sarà necessario svuotarlo, e, vincolante perché servirà necessariamente un balcone per poter installare l’impianto.
Si potrebbe in alternativa, creare un sistema di tubazioni collegate alla grondaia e quindi ai pluviali.
Oppure, per quanto riguarda la condensa estiva, utilizzare una pompa per espellere l’acqua di condensa. Una soluzione come questa offre l’enorme vantaggio di installare il sistema di climatizzazione dove si vuole, anche su una parete che non accede su un balcone. Ci sono anche delle pompe che “spingono” la condensa estiva fino ad 8 mt, questo consente di installare lo split su una parete che non sia per forza una perimetrale.
Per la condensa invernale, si potrebbe ricorrere al nebulizzatori di condensa, o più semplicemente, installare una vaschetta raccogli acqua, direttamente ancorata alle mensole per condizionatori, così da non avere tubi penzolanti dalla macchina.