
Equo compenso, il Ministero della Giustizia segnalerà le violazioni all’Antitrust
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Equo compenso, il Ministero della Giustizia segnalerà le violazioni all’Antitrust
Rete Professioni Tecniche: ‘per il superbonus 110% i general contractors coinvolgono i professionisti pagandoli meno del dovuto’
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del 25/01/2022

Vedi Aggiornamento del 25/01/2022
10/11/2020 - Avviare concretamente l’attività di monitoraggio sulla corretta applicazione dell’Equo Compenso, affidata al Nucleo centrale di monitoraggio istituito presso il Ministero della Giustizia. È quanto si è deciso nella riunione operativa tenutasi nei giorni scorsi tra Ministero e Rete Professioni Tecniche (RPT).
Alla riunione hanno partecipato per conto del Ministero della Giustizia, Pietro Enzo Gancitano (Consigliere del Ministro Bonafede per le libere professioni), Maria Casola (Capo DAG), Maria Lavinia Buconi (Magistrato di gabinetto), Luca Buffoni (Magistrato addetto ufficio legislativo) e Roberto Bonanno (Magistrato DAG). La delegazione della RPT, guidata dal Coordinatore Armando Zambrano, era composta anche dai Consiglieri Maurizio Savoncelli e Sabrina Diamanti.
Il Ministero della Giustizia e la RPT si riuniranno nuovamente a fine mese per verificare il corretto andamento dell’attività di monitoraggio.
Superbonus 110%, RPT: ‘compensi non adeguati’
La RPT ha sottolineato la grande attesa da parte dei professionisti ordinistici nei confronti del monitoraggio sull’equo compenso. Soprattutto perché, con particolare riferimento all’applicazione della normativa relativa al Superbonus 110%, grandi aziende e general contractors stanno manifestando la tendenza al coinvolgimento dei professionisti dietro la corresponsione di compensi non adeguati. Gli stessi soggetti approfittano del meccanismo per trattenere cifre fino al 40% degli importi complessivi per attività non sempre effettivamente svolte.RPT: ‘la PA non sempre applica l’equo compenso’
La Rete, inoltre, ha posto la questione della Pubblica Amministrazione che, in taluni casi, si pone in contraddizione con l’applicazione del principio dell’Equo Compenso, come dimostra l’ultimo pronunciamento del TAR, in questo caso di Milano, che ha dichiarato legittimo che un professionista esegua una prestazione gratuitamente per la PA in cambio di pubblicità. In questo senso la Rete ha chiesto al Ministro Bonafede di dare un segnale forte.Equo compenso, le violazioni saranno segnalate all’Antitrust
Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi, la Rete ha comunicato che sono stati attivati i Nuclei territoriali di monitoraggio che hanno il compito di effettuare un primo screening delle segnalazioni che denunciano la mancata applicazione dell’equo compenso. Di comune accordo col Ministero, è stato deciso che le schede di segnalazione, opportunamente compilate, saranno inviate al Nucleo centrale e saranno raccolte in una banca dati.
Sulla base delle informazioni in essa contenute, in accordo col Protocollo d’intesa firmato con la RPT lo scorso luglio, il Ministero provvederà a segnalare le violazioni all’Autorità garante per la concorrenza e a sollecitare i diretti interessati ad adeguarsi alla normativa. Qualora lo ritenesse opportuno, il Ministero può sollecitare opportune iniziative legislative.Alla riunione hanno partecipato per conto del Ministero della Giustizia, Pietro Enzo Gancitano (Consigliere del Ministro Bonafede per le libere professioni), Maria Casola (Capo DAG), Maria Lavinia Buconi (Magistrato di gabinetto), Luca Buffoni (Magistrato addetto ufficio legislativo) e Roberto Bonanno (Magistrato DAG). La delegazione della RPT, guidata dal Coordinatore Armando Zambrano, era composta anche dai Consiglieri Maurizio Savoncelli e Sabrina Diamanti.
Il Ministero della Giustizia e la RPT si riuniranno nuovamente a fine mese per verificare il corretto andamento dell’attività di monitoraggio.
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