E che l’ultima bozza del PNRR sembra dimenticare mettendo ingenti risorse sui trasporti ma sbilanciando gli investimenti sulle grandi opere extra urbane e sull’alta velocità mentre serve un deciso impulso verso le reti di mobilità urbana e verso la sicurezza stradale in città. È necessario prevedere i giusti investimenti per mettere al primo posto, nei sistemi di trasporto, le persone e una visione di città che ne ridisegni l’assetto in maniera più sostenibile, dal punto di vista economico, sanitario, sociale”.
Lo scrivono Legambiente, insieme a Fondazione Guccione, Vivinstrada e Kyoto Club presentando Vision Zero, la loro proposta di utilizzo dei fondi per la mobilità in città, che investa 23 miliardi su sicurezza stradale e mobilità sostenibile, trasposto ferroviario regionale, trasporto pubblico locale e sharing, di cui 8 miliardi sul fondo nazionale per la sicurezza stradale da spendere per riqualificare le strade urbane e le città e predisporre un piano di formazione e comunicazione per una “Vision Zero”, che cambi la cultura della mobilità oggi incentrata sull’egemonia dell’auto privata, azzerando morti e feriti su strada.
Mobilità per una città sicura e sostenibile, la proposta delle associazioni
Il Piano delle associazioni si articola in quattro assi prioritari:1. riqualificare le città: rifinanziare il Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale (Legge 144/1999) per progetti di mobilità dolce cofinanziati dagli enti locali (vincolati all’ottenimento del finanziamento statale) con impegni dello Stato al 50% e per alcune priorità a fondo perduto o al 70% (5 mld di euro);
2. potenziare il trasporto ferroviario regionale (5 mld di euro) e il trasporto pubblico locale e sharing mobility (10 mld di euro); finanziamenti che dovrebbero attivare cofinanziamenti (già predisposti nei Piani di Comuni e aziende); divieto assoluto di entrata nelle città per auto di grossa cilindrata;
3. affidare a un sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri l’organo di governance per coordinare, e armonizzare le loro azioni aiutando tutti i ministeri che hanno competenze su politiche mobilità, inquinamento e clima, sicurezza stradale (Infrastrutture e Trasporti, Ambiente, Salute, Politiche sociali, Istruzione);
4. predisporre un Piano per la formazione e la comunicazione per la Vision Zero. La formazione e l’educazione sono strumenti formidabili per fermare la violenza stradale e per costruire una nuova mobilità e un nuovo sviluppo, sostenibili, sicuri, resilienti. Occorre dotarsi di una Centro di alta formazione come “palestra” di una nuova cultura di governo delle politiche di mobilità, della sicurezza stradale, dei cambiamenti climatici per tecnici, professionisti, operatori dei vari settori, amministratori e dipendenti, scuole, mobility manager aziendali e scolastici, fondi di accompagnamento alla strutturazione di piani di mobilità aziendale e scolastica e sostegno a realtà come i bicibus e i pedibus. Esistono in Francia, Inghilterra, Germania, Olanda, Polonia da molti anni. Coordinamento Sottosegretario Presidenza Consiglio. (3 mld di euro).
“Vision Zero vuol dire nuova mobilità, sicurezza stradale, ambiente, democrazia rappresentativa e diretta, rigenerazione urbana, decarbonizzazione - hanno dichiarato le associazioni proponenti -. Tra collisioni stradali e inquinamento urbano nel 2019 sono morte più di 83.000 persone: il costo sociale, sempre secondo i dati ISTAT di quell’anno, risulta pari a 16,9 miliardi di euro, l’1% del pil nazionale. Questo sanguinoso tributo, che ha un costo sociale ed economico enorme, vede la velocità come causa principale delle collisioni stradali ed elemento che ne determina la gravità, ma non è inevitabile”.
“Si può cambiare, semplicemente attivando il dispositivo ISA (Intelligent Speed Adaptation), moderando la velocità con maggiori controlli e la riduzione delle sezioni stradali e della velocità, aumentando il modale share e dissuadendo dall’uso del mezzo privato, rimettendo al centro delle città e della viabilità le persone e non le automobili, al centro della mobilità gli utenti e non i mezzi di trasporto. In una sigla: Città Vision Zero, che vanno realizzate non perdendo l’opportunità dei prossimi fondi in arrivo e in discussione”.