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Come eliminare la muffa con i cicli di risanamento

Come eliminare la muffa con i cicli di risanamento

Dai trattamenti superficiali per rimuovere le spore alle finiture per igienizzare gli ambienti interni: la parola agli esperti

Vedi Aggiornamento del 05/05/2021
Foto: Heiko Kueverling ©123RF.com
di Rosa di Gregorio
26/02/2021 - La presenza di muffe in casa è uno tra gli elementi principali dell’inquinamento indoor. Oltre che totalmente antiestetiche, sono pericolose per la salute degli abitanti della casa. Infatti, possono causare senso di stanchezza, allergie e irritazioni alle vie respiratorie.
 
Quando il problema si presenta bisogna intervenire prontamente per debellarlo. La muffa non fa preferenze; se si creano le condizioni favorevoli alla sua proliferazione, intacca e attacca indistintamente le superfici, che siano intonacate, in legno, plastica, cellulosa ecc.
 
In questo focus analizzeremo quelli che sono i cicli di risanamento antimuffa. Per farlo, abbiamo realizzato una doppia intervista coinvolgendo due aziende leader nel settore, FILA e CAP ARREGHINI.
 
FILA, tramite la voce di Elisa Goldin, assistente tecnico, ci aiuterà a comprendere quali sono i trattamenti da eseguire sulle superfici per eliminare le colonie di muffa.
 
A CAP ARREGHINI, invece, abbiamo chiesto di circoscrivere l’argomento a muri e soffitti e di parlarci di soluzioni per igienizzare gli ambienti interni attraverso la pitturazione.
 
Come eliminare la muffa con i cicli di risanamento Foto: dettaglio spore di muffe ©FILA Solution
 

Trattamenti superficiali per eliminare la muffa: il parere di FILA 

Le muffe sono un tipo di organismi pluricellulari appartenenti al regno dei funghi, capaci di ricoprire alcune superfici sotto forma di spugnosi miceli e solitamente si riproducono per mezzo di spore. La muffa si riconosce ad occhio nudo solo nello stadio avanzato, ovvero quando sono visibili macchioline colorate e diffuse.
 
A seconda della tipologia di muffa, cambia:
- il modo in cui si deposita sulle superfici,
- la velocità di colonizzazione;
- i danni che può provocare alle superfici intaccate e alla salute delle persone.
 
Le tipologie di muffe sono diverse e possono essere così sintetizzate:
- Aspergillus: ha un colore tra il verde scuro ed il nero ed è la tipologia di muffa che si incontra con più facilità.
- Penicillium: ha un colore grigio-verde. Si manifesta prevalentemente in ambienti con un alto tasso di umidità.
- Phoma: ha un colore nero intenso, attacca spesso i muri nei punti più umidi della casa, come ad esempio nei bagni e al di sopra delle finestre, in corrispondenza dei cassonetti degli avvolgibili.
- Stachybotrys: ha un colore tra il marrone e il nero, è molto tossica, si presenta su muri, soffitti e materiali a base di cellulosa.
- Cladosporium: ha un colore che varia tra il marrone e il nero. Compare prevalentemente sui prodotti derivati dalla cellulosa (carta, cartone, cotone e legno) in fase di deperimento.
 
A parte il colore come si possono riconoscere le varie forme di muffe?
 
“Non è semplice capire “a occhio nudo” di che muffa o microorganismo si tratti. Partiamo dal presupposto che sia in interno che in esterno si possono trovare diverse tipologie di microorganismi, non classificabili solo come “muffe”. Esistono infatti anche i licheni e le alghe che, nei casi peggiori, possono favorire la crescita di colonie con muschio. È riduttivo parlare solo di muffe (muffa=fungo). 
Inoltre, per avere una caratterizzazione specifica di tutte queste categorie di microorganismi, servirebbe un microscopio ottico o elettronico che metta in evidenza alcune peculiarità di ogni classe: es la presenza di ife e spore (tipiche dei funghi/muffe), di strutture ibride (tipiche dei licheni), di cellule particolari e che danno risposte atipiche (tipiche delle alghe). Se non si ha un microscopio, bisogna affidarsi alla propria esperienza”
 
Come eliminare la muffa con i cicli di risanamento Foto: finestra e parete intaccate da muffa ©FILA Solution
 
A seconda del tipo di muffa ci sono prodotti differenti da utilizzare? Quali sono e a base di quale sostanza?
 
“Nel settore delle pulizie esistono diverse tipologie di biocidi. I biocidi in commercio, disciplinati da regole europee (Regolamento UE n. 528/2012), sono solitamente a base di cloro (es. ipoclorito di sodio), di benzalconio cloruro, sali quaternari di ammonio.
Il biocida rompe le membrane cellulari del microorganismo (sia esso fungo, alga o lichene) e lo fa “scoppiare dall’interno”. Vi sono poi alcuni biocidi, più lenti, che vanno a bloccare la produzione di ATP, portando così alla morte del microrganismo per mancanza di energia.”
 
I prodotti possono essere usati indistintamente sui vari supporti oppure a seconda che si tratti di pitture, infissi, cassettoni per tapparelle, rivestimenti in ceramica, in pietra, strutture in legno, bisogna usare prodotti differenti?
 
Il prodotto per la pulizia va indubbiamente selezionato in base al tipo di materiale sul quale si sta lavorando. La caratteristica da guardare, in questo caso, è il pH della soluzione e la presenza o meno di ipoclorito di sodio. Il pH serve per capire se il detergente può o meno intaccare le superfici plastiche o verniciate (sostanze troppo alcaline possono opacizzare supporti verniciati o plastici); l’ipoclorito può sbiancare, se non usato correttamente, superfici colorate.
Active 1 può essere usato su gres porcellanato, ceramica, pietre naturali, pitture murali e marmorino, cemento e fughe, cotto e kinkler.
Active 2 protezione attiva per le muffe, può essere usata sulle pietre naturali, sulla ceramica, sulle pitture murali e marmorino, sul cemento e fughe e sul cotto.”
 

 
I cicli antimuffa vanno eseguiti solo quando il problema si presenta o si può intervenire preventivamente? Per quanto riguarda la muffa stagionale, ogni quanto vanno ripetuti i cicli di risanamento?

“La rimozione della muffa va effettuata al bisogno. Una volta, però, che la muffa è stata debellata, si può intervenire per cercare di limitare o rallentare il fenomeno. Va infatti considerato che la muffa si verifica in caso di presenza di umidità, di condensa o di calore. Se una di queste casistiche non si presenta, si riesce a non far proliferare il microorganismo. Per fare ciò si consiglia di applicare protettivi idrorepellenti, che limitino l’assorbimento dell’acqua. La muffa, non avendo più un ambiente proficuo e idoneo alla crescita, tenderà a non ripresentarsi. Esistono anche prodotti (come ACTIVE 2), che creano un ambiente sfavorevole alla crescita e che quindi rallentano la proliferazione. ACTIVE 2 andrebbe applicato, in base alle necessità, ogni 3-6 mesi. Si usa solo in interno e non in luoghi soggetti a dilavamento di acqua.
L’idrorepellente va applicato in base al consumo e all’esposizione della superficie trattata. Eventualmente si può riapplicare ogni 1- 3 anni (per esempio nella doccia).
Una buona manutenzione, in ogni caso, è ciò che permette di evitare la crescita di microorganismi.”
 
I rimedi fai-da-te, per esempio l'uso della candeggina, sono efficaci o sono un palliativo, magari anche peggiorativo della situazione?
 
“La candeggina può risultare efficace in un primo momento. Ciononostante, tale liquido non contiene tensioattivi, sostanze necessarie all’asportazione del microorganismo. Ciò vuole dire che effettivamente essa uccide il microorganismo, ma non ha la forza per asportarlo. I tensioattivi, infatti, sono delle particolari molecole che permettono di intrappolare lo sporco o, in questo caso, il microrganismo deperito, facilitandone l’asportazione (es, acqua micellare o sapone).
Se il microorganismo morto non viene asportato, e con esso neppure le ife e le spore della precedente colonia, tutto ciò rimarrà sulla superficie diventando cibo e nutrimento utile alle nuove proliferazioni microbica”.
 
Video: come eliminare definitivamente la muffa ©FILA 
 

Igienizzare muri e soffitti con la pittura: il parere di CAP ARREGHINI

"La nostra salute comincia dall’ambiente in cui viviamo" è il motto di CAP Arreghini.
“La situazione particolare che stiamo vivendo ormai da tempo ha portato tanti cambiamenti nelle nostre vite, cambi di prospettiva su diversi aspetti come il valore della salute, l’equilibrio tra vita privata e lavoro e un modo nuovo di considerare la casa, spingendoci a vivere le nostre abitazioni in modo diverso e più a lungo di quanto non fossimo abituati. Persino l’attività fisica si è spostata dentro casa ed ecco la necessità di aria buona e benessere.
La salubrità degli ambienti domestici parte soprattutto dalla salute di muri e soffitti, le barriere che ci proteggono dall’azione aggressiva degli agenti esterni e che per prime rendono la casa un luogo sano, asciutto e vivibile.”
 
Una volta eliminata la muffa da muri e soffitti bisogna mantenere adeguate condizioni di salubrità negli ambienti. È necessario, pertanto, adottare soluzioni mirate per prevenire una nuova diffusione e proliferazione di batteri.
 
La soluzione migliore per combattere la muffa è avere un ambiente ben isolato, areato e con valori ottimali di umidità. Oltre a queste condizioni termo-igrometriche, si può anche intervenire con delle specifiche pitture antimuffa.
 
Come eliminare la muffa con i cicli di risanamentoFoto: ambientazione dopo trattamento con Capwhite Active ©CAP ARREGHINI
 
Quali sono i vari step da seguire nel caso in cui il supporto sia tinteggiato a tempera, con idropittura (lavabile o traspirante), in cartongesso o con intonaco civile?
 
“Nel trattamento per pareti interne, qualsiasi sia il tipo di supporto, il primo passo da fare è igienizzare e curare la superficie con prodotti igienizzanti murali, antimuffa e antialga, ad azione istantanea, come A1, B1 o C1.
Successivamente è possibile prevenire con pitture antimuffa antialga, che svolgono un’azione duratura nel tempo. Sana Active, per esempio, è una pittura lavabile additivata con fungicidi e particolarmente traspirante, progettata per evitare la formazione di condensa in ambienti a rischio come cucine e bagni.
Capwhite Active, invece, è la soluzione ideale per chi desidera ottenere un maggior punto di bianco senza rinunciare alle caratteristiche performanti di Sana Active.
 
Per garantire prestazioni straordinarie dal punto di vista del comfort abitativo e dell’isolamento termico c’è la finitura Gradiente Active, una pittura termoisolante. Il merito è della formulazione: le particolari microsfere cave assicurano una minima differenza di temperatura tra la superficie pitturata e l’aria, evitando la condensa e conferendo alle pareti una maggiore resistenza contro le muffe. Inoltre, è priva di solventi e di altri prodotti allergenici e, soddisfacendo i requisiti del Regolamento CE 852/2004, è idonea anche come pittura anticondensa per soffitti.
 
Un ciclo antimuffa con pittura è risolutivo in maniera permanente o va ripetuto periodicamente?
“Per prevenire ed eliminare la muffa in maniera efficace, consigliamo nei periodi autunnali di applicare gli igienizzanti nelle zone solitamente soggette a inquinamento biologico (muffe e alghe)”.
 

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