Durc irregolare, il caso
Un’impresa aveva partecipato ad una gara per la manutenzione di un impianto, ma era stata esclusa perché non risultava in regola con il pagamento dei contributi previdenziali. Il debito contributivo ammontava a 295 euro.L’impresa aveva presentato ricorso perché, a suo avviso, si trattava di una irregolarità minima e la Stazione Appaltante avrebbe dovuto attendere la procedura di regolarizzazione.
Durc, irregolarità minime fanno scattare l’esclusione
Sia il Tar in primo grado sia il Consiglio di Stato in seconda battuta hanno respinto il ricorso dell’impresa.I giudici hanno spiegato che, in base alla giurisprudenza consolidata, l’irregolarità contributiva fa sempre scattare, in modo automatico e vincolato, l’esclusione dalla gara, a prescindere dall’entità dell’irregolarità.
Il CdS ha aggiunto che non può essere presa in considerazione la regolarizzazione tardiva perché l’impresa deve risultare in regola con l’assolvimento dei contributi previdenziali fin dalla presentazione dell’offerta e conservare tale regolarità per tutta la durata della procedura di aggiudicazione e del rapporto con la Stazione Appaltante.
Sull’argomento si è espressa anche la Corte di Giustizia dell’Unione Europea. I giudici comunitari hanno considerato legittima la norma italiana, che prevede l’esclusione anche nel caso in cui la violazione degli obblighi previdenziali, esistente al momento della partecipazione alla gara, risulti sanata al momento dell’aggiudicazione o della verifica da parte della Stazione Appaltante.
Sulla base di questi motivi, il Consiglio di Stato ha confermato l'esclusione dell'impresa, nonostante l'irregolarità fosse minima.